
LA FOTOGALLERY. La leggenda Nba compie 60 anni: riviamo la sua straordinaria carriera attraverso le immagini

Larry Joe Bird nasce a West Baden Springs ma cresce a French Lick, un paesino di meno di 2.000 abitanti nello stato dell’Indiana.

Nel 1974 comincia la sua carriera collegiale alla storica Indiana University diventando un Hoosier, ma dura poco poco meno di un mese torna a French Lick. Passa il successivo anno a lavorare per il comune, per poi iscriversi a Indiana State nel 1975, che porterà a giocarsi la finale per il titolo NCAA nel 1979 contro Magic Johnson.

Bird trasforma subito i Celtics in una squadra da titolo, e vince il suo primo anello nel 1981 grazie agli arrivi in estate di Kevin McHale e Robert Parish. In finale batte gli Houston Rockets in sei partite con le medie di 22 punti, 14 rimbalzi, 6 assist e 2 recuperi nei playoff, senza però conquistare il premio di MVP delle Finali andato a Cedric Maxwell.

Nel 1984 vince il suo secondo titolo con il successo in gara-7 sui Los Angeles Lakers di Magic Johnson. Le medie di quella serie — 27 punti, 14 rimbalzi, 3.6 assist, 2 recuperi e una stoppata — gli permettono di vincere il premio di MVP delle Finali.

Quella del 1984 è l’unica volta in cui Bird riesce a sconfiggere Magic Johnson in finale. Contro di lui aveva già perso la finale NCAA nel 1979 e perderà altre due volte in finale, nel 1985 e nel 1987, sempre in sei partite. La loro rivalità — tre finali in quattro stagioni, dal 1984 al 1987 — segnerà in modo indelebile la storia della pallacanestro.

Nel 1986 trascina i Boston Celtics alla vittoria del titolo, di nuovo contro i Rockets come nell’81. Molti considerano quella squadra — che poteva contare anche su Bill Walton da sesto uomo — la più forte di sempre ad aver mai giocato. Bird conquista il suo terzo e ultimo anello di campione Nba.

Disputa la sua ultima stagione in Nba nel 1991-92, quando i problemi alla schiena si fanno così ricorrenti da non permettergli più di giocare ad alto livello. Chiude con medie da 24 punti, 10 rimbalzi e 6 assist, il 49.6% dal campo, l’88.6% ai liberi e il 37.6% da tre. Non appena annuncia l’addio, i Celtics ritirano la maglia numero 33.

Scende in campo per l’ultima volta con la maglia di Team USA, vincendo l’oro olimpico a Barcellona come uno dei quindici giocatori del Dream Team.

Dopo aver fatto parte della dirigenza dei Celtics per cinque anni, nel 1997 accetta l’offerta degli Indiana Pacers diventandone capo allenatore. Guiderà subito la squadra al miglior record di sempre (58 vittorie, 24 sconfitte) e perderà solo a gara-7 contro gli ultimi Bulls di Jordan, vincendo il premio di allenatore dell’anno (unico nella storia a vincere sia l’MVP che il titolo di miglior coach). Nel 2000 guiderà i Pacers alle Finali Nba contro i Los Angeles Lakers, perdendo per 4-2.

Dopo tre anni lascia la panchina dei Pacers, tornando a far parte della dirigenza nel 2003 come presidente e vincendo il premio di Executive dell’anno nel 2011-12, prendendosi un anno di pausa nella stagione 2012-13 e tornando a guidare la franchigia nel 2013. Ancora oggi è il leader degli Indiana Pacers.