Il campione dei Cleveland Cavaliers compie 33 anni: riviviamo la sua straordinaria carriera attraverso le immagini più belle e significative delle sue vittorie e delle sue sconfitte, dall'incontro con Michael Jordan al titolo vinto nel giugno 2016 contro i Golden State Warriors
Il punto più alto della sua carriera lo ha toccato nel giugno 2016, vincendo il terzo titolo NBA della sua carriera nella finale contro i Golden State Warriors rimontando da 1-3. In quella serie ha registrato più punti, rimbalzi, assist, stoppate e recuperi di qualsiasi giocatore sceso in campo, il primo di sempre a riuscirci in una serie di playoff
Il 26 giugno 2003 viene chiamato con la prima scelta assoluta dai Cleveland Cavaliers, la squadra più vicina alla sua città natale, Akron. James si presenta con un completo bianco che poi avrebbe rimpianto: "Era terribile"
Il suo primo soprannome è "The Chosen One", il Prescelto. LeBron se lo è anche tatuato sulla schiena
Una delle sue esultanze più iconiche, la "camminata" presa in prestito da Sam Cassell. Qui la esibisce per la prima volta contro i Boston Celtics
Nel 2015 riporta in finale i Cleveland Cavaliers, andando in vantaggio per 2-1 nella serie. Le assenze di Kyrie Irving e Kevin Love si rivelano però troppo pesanti, e i Golden State Warriors vincono il titolo nonostante le sue medie da 36 punti, 13 rimbalzi e 9 assist
Il terzo titolo della sua carriera è anche quello più dolce, dato che è finalmente riuscito a portare il Larry O'Brien Trophy a Cleveland, per la prima volta campione dopo 50 anni di "maledizione"
LeBron James è ancora alla guida della squadra più forte della Eastern Conference, continuando a inseguire "il fantasma che vestiva il 23" nel numero di titoli vinti, ma ad allungarsi lo scorso giugno è stato soltanto l'elenco delle finali perse: troppo forti anche per uno come lui i Golden State Warriors e Kevin Durant
Per tentate l’assalto al titolo 2017-18 è arrivato a dargli una mano in Ohio il suo grande amico Dwyane Wade, riformando così la coppia che ha fatto così bene nel quadriennio agli Heat. Chissà, magari il numero 9 era quello che mancava per battere gli Warriors…