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NBA Finals, Kevin Durant vince il premio di MVP

NBA

Stefano Salerno

I Golden State Warriors vincono gara-5 e portano a casa il successo nella serie per 4-1: il migliore della squadra californiana non poteva che essere Kevin Durant, protagonista indiscusso nelle cinque sfide contro i Cleveland Cavaliers

Alla fine è riuscito a ottenere la sua rivincita e la definitiva consacrazione sul palcoscenico più importante, vincendo da protagonista il suo primo titolo NBA in carriera, al termine di una stagione sotto tanti aspetti da record per Golden State, conclusa con una cavalcata da 31 vittorie nelle ultime 33 gare e perdendo un solo match in questi playoff dominati sin dalla prima palla a due. Merito del gioco di squadra, ma anche delle super prestazioni di un talento smisurato come quello di Kevin Durant, diventato non la ciliegina sulla torta, ma le fondamenta su cui basare i successi di una squadra che passerà certamente alla storia come una delle più spettacolari e letali di sempre (primi a segnare almeno 100 punti in tutti i match della serie finale, ad esempio). KD ha archiviato le sue prime finali NBA da vincitore con cifre astronomiche e con una costanza spaventosa: 35.2 punti con il 55.5% dal campo, 47.4% da tre punti e 92.7% ai tiri liberi, chiuse con la prestazione irreale di questa notte da 39 punti con 14/20 al tiro. A questo poi l’ex Thunder ha aggiunto 8.4 rimbalzi, 5.4 assist, 1.8 stoppate e tanta difesa, sia come ala su LeBron James che all'occorrenza da centro, intimidendo tutti i penetratori di Cleveland. Un all-around di un livello pari a quello di LeBron James, giunto alla sua definitiva consacrazione e divenuto il terzo giocatore nella storia ad aver portato a casa quattro titoli come miglior realizzatore della regular season e un Larry O’Brien Trophy, conquistato diventando il miglior marcatore in una finale conclusa dopo cinque partite. Mai nessuno aveva messo insieme così tanti punti in una serie di questa lunghezza: Allen Iverson nel 2001 aveva messo a referto 176 punti, Durant si è issato fino a quota 178.

Le parole a fine partita: "LeBron, adesso siamo pari"

Le prime dichiarazioni pochi istanti prima di salire sul palco a ricevere i meritati trofei sono per LeBron James, il suo antagonista principale negli ultimi cinque anni, dalla finale persa del 2012: “Lui è l’unico che ho osservato dal 2012 a oggi, l’unico che poteva guardarmi negli occhi e potevo considerare un rivale al mio pari - racconta Durant -. Sapevo che sarebbe stata una battaglia e LeBron ha dimostrato ancora una volta il suo valore, viaggiando a una dannata tripla doppia di media. Non si può fermare un giocatore del genere; l'unico modo è provare a rispondere colpo su colpo. Gli ho detto che adesso siamo pari e che cercheremo di ritrovarci di nuovo in finale, ma adesso è soltanto il momento di festeggiare". Quando poi c’è da tirare su il trofeo, non può che esserci mamma Wanda al suo fianco: c’è lei in prima fila dietro il proprietario degli Warriors quando viene sollevato quell’ambito e meritato Larry O'Brien. Poi arriva Bill Russell e allora è il momento per Kevin Durant di prendersi il suo spazio, passare davanti a tutti e stringere la mano alla più grande leggenda della lega: “Quando fai uno sport di squadra vuoi vincere un titolo, ma conquistare anche un premio del genere fa comunque molto piacere”. È una soddisfazione enorme la sua, che non può che confermare la bontà della decisione presa non più di undici mesi fa: “Questo è un grande gruppo, mi hanno accolto alla grande: è stata la scelta giusta”. E poi, alla fine, di nuovo lo sguardo rivolto verso quella mamma così presente nella sua vita, così decisiva affinché il numero 35 salisse sul tetto del mondo del basket e vincesse tutto ciò che sognano i bambini che fanno rimbalzare un pallone nel campetto dietro casa: “ Te l’ho detto quando avevo 8 anni che ce l’avremmo fatta. E infatti ce l’abbiamo fatta”. Mamma Wanda piange già da ore; missione compiuta.