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Mercato NBA, no Iguodala, Houston firma P.J. Tucker e pensa a Shumpert

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Dopo il colpo di mercato più clamoroso (l'arrivo di Chris Paul) Daryl Morey non ha ancora finito: firmato Tucker, corteggia Iman Shumpert ma deve risolvere la grana Nene. Mentre intanto i Rockets riabbracciano un centro cinese, il primo dai tempi di Yao Ming

Era il piano B (senza offesa) e quando Andre Iguodala ha trovato l’accordo per restare nella Baia e rinnovare con i Golden State Warriors, gli Houston Rockets – che avevano incontrato “Iggy” nel tentativo di convincerlo a firmare in Texas – non si sono fatti trovare impreparati, firmando P.J. Tucker a un contratto di 4 anni per 32 milioni di dollari, con la quarta stagione garantita solo parzialmente. Un’offerta, da quello che è filtrato, inferiore a quanto messo sul piatto da Toronto per confermare la propria ala (un triennale da 33 milioni di dollari) ma a far pendere la bilancia dalla parte dei Rockets sembra essere stata la grande amicizia che lega il giocatore al neo-arrivato Chris Paul, coi due cresciuti entrambi in North Carolina. Il 32enne Tucker – che nell’ultimo anno ha giocato con le maglie di Phoenix e Toronto – andrà a coprire il ruolo di ala alle spalle di Trevor Ariza, rafforzando una panchina rimasta un po’ corta dopo le cessioni necessarie a far arrivare Chris Paul in Texas. Chi invece non è più certo di  poter essere del gruppo è Nene, il cui nuovo accordo per 4 anni e 15 milioni di dollari non ha superato l’esame della lega ed è stato dichiarato illegale. Il motivo è che la strutturazione del contratto pensata dai Rockets prevedeva l’utilizzo della over 38 rule (fino allo scorso anno over 36, poi innalzata all’interno del nuovo contratto collettivo), che avrebbe permesso a Houston di mantenere intatta la propria mid level exception da 8.4 milioni (poi utilizzata per arrivare proprio a Tucker). Per applicare questa speciale regola, però, Nene avrebbe dovuto compiere i suoi 38 anni dopo l’inizio del suo quarto e ultimo anno di accordo con i Rockets, che ufficialmente parte il 1 ottobre 2020: il brasiliano, invece, è nato il 13 settembre e questi 18 giorni di differenza sono il motivo per cui l’accordo iniziale è saltata. Houston ha immediatamente offerto al giocatore un triennale a 10.9 milioni di dollari, il massimo possibile per – offerta però rifiutata dal giocatore e dal suo agente, che ora sono tornati ad ascoltare le proposte sia dei Rockets che di altre squadre. 

Dopo Yao Ming arriva Zhou

Houston, però, non ha ancora finito di guardarsi intorno. Daryl Morey e i suoi sembrano sulle tracce di Iman Shumpert, la guardia di Cleveland titolare degli ultimi due anni di contratto a 21.5 milioni di dollari complessivi. Perso Beverley, i Rockets ne apprezzano soprattutto le qualità difensive e per lui garantisce coach Mike D’Antoni, che lo ha già allenato a New York e gradirebbe averlo nuovamente ai suoi ordini. Si scommette anche – con rischi relativamente bassi, al massimo per lui un ruolo da terzo centro a roster – sul cinese Zhou, 218 centimetri di agilità e tiro da fuori (è pur sempre la squadra di D’Antoni…), se bastano i 55 tiri tentati dall’arco (realizzati con il 36.4%) come dato statistico indicativo. Scelto con la n°43 al Draft 2016, Zhou nello stesso anno ha vinto il titolo cinese con i Flying Tigers di Xinjiang venendo anche votato miglior difensore del campionato, grazie alle sue doti di rimbalzista e stoppatore. Si unirà al gruppo a partire dalla prossima stagione e se si vuol credere alle parole di Kevin Durant, che lo ha affrontato in maglia Team USA contro la Cina alle Olimpiadi del 2016 – “Quel ragazzo non è niente male” – Morey e i suoi potrebbero aver fatto un altro discreto colpo. Di sicuro dal punto di vista commerciale, mantenendo vivo un mercato che ai tempi di Yao Ming aveva reso i Rockets la squadra preferita in Oriente, con la benedizione anche del commissioner NBA, che fino a pochi mesi fa ripeteva: “Per me è frustrante che non ci siano giocatori cinesi nella lega…”. Detto, fatto – arriva Zhou. Ora resta da capire che tipo di impatto possa avere.