L'MVP 2017 gioca solo il primo quarto ma trascina i Thunder alla vittoria contro i Pelicans, segnata dai 25 punti di Paul George. Niente debutto per LeBron James, e Cleveland perde. A riposo ancora anche Marco Belinelli, nella sconfitta di Atlanta a Detroit
Oklahoma City Thunder-New Orleans Pelicans 102-91
L’esordio stagionale di Russell Westbrook (gioca solo il primo quarto, chiude con 9 punti e 4 assist in 10 minuti) alza il sipario sulla prima dei nuovi Big Three di Oklahoma City, che sembrano ricevere una bella spinta dall’ingresso in quintetto del loro leader n°0. “Contro la sua velocità non c’è game plan che tenga, non ti puoi preparare”, dice un divertito Paul George, autore di 25 punti in 27 minuti. “Averlo in campo è senza dubbio un lusso per noi, perché facilità il compito sia a me che a Carmelo”. Anthony, l’ultima aggiunta ai Big Three di OKC, ha chiuso con 9 punti in 17 minuti, tutti nel primo tempo, chiuso dai Thunder avanti di 9, margine poi allungatosi a 11 a fine gara. Per gli ospiti, in doppia cifra sia Anthony Davis (14 con 7 rimbalzi) che DeMarcus Cousins (13) ma i Pelicans perdono la seconda amichevole su due gare disputate.
Philadelphia 76ers-Boston Celtics 102-110
Nonostante la brutta serata al tiro (40.2% di squadra) Boston ha la meglio su una versione dei Sixers ancora rimaneggiata, senza Embiid, Fultz e Saric. Nei Celtics si mette in luce soprattutto Kyrie Irving, autore di 21 punti in 25 minuti, ma buone indicazioni arrivano anche dai due giovanissimi talenti Jaylen Brown (10) e Jayson Tatum (9), entrambi partiti in quintetto in uno starting five con Horford unico lungo. Incoraggiante per coach Stevens anche la prestazione al tiro di Marcus Smart (4/6 con 2/2 da tre punti), associata alla solita rabbia agonistica. A Philadelphia riflettori puntati su Simmons, che chiude con 5 assist ma anche 5 perse (e 9 punti), mentre come spesso accade in prestagione a mettersi in luce è chi ha più bisogno di farsi vedere, come Jarryd Bayless (miglior marcatore con 15 punti) o Jahil Okafor (11), che i Sixers non nascondono di voler cedere.
Cleveland Cavs-Indiana Pacers 102-106
I Cavs, ancora senza LeBron James, si lasciano scappare una vittoria che sembrava cosa fatta ancora a sei minuti dalla sirena, bruciando un vantaggio di 10 punti costruito grazie alle ottime prestazioni di Dwyane Wade (20 punti con 10/14 dal campo), Jae Crowder (17 con 6/9) e Derrick Rose (15 e +18 di plus/minus), in un quintetto completato da Kevin Love e J.R. Smith. Indiana ha buone indicazioni da due facce nuove, quelle di Domantas Sabonis (17 punti e 7 rimbalzi in soli 19 minuti, con 6/8 al tiro) e del rookie T.J. Leaf (tutti nel quarto quarto i suoi 18 punti, con anche 6 rimbalzi), entrambi dalla panchina, mentre è ancora fredda la mano di Bojan Bogdanovic (0/4 dall’arco e solo 3 punti in 17 minuti).
Chicago Bulls-Milwaukee Bucks 114-101
La vittoria di Chicago si spiega mettendo l’attenzione sulle percentuali al tiro della squadra di coach Hoiberg, che chiude con il 51.8% dal campo e il 50% (17/34) da tre punti. Tra i migliori al tiro c’è Kris Dunn, 11 punti con 5/7 dal campo in soli 14 minuti, ma la sua buona prestazione è interrotta sul più bello da un infortunio al dito occorsogli nel tentativo di stoppare una schiacciata. Per lui almeno due settimane di stop e quindi debutto NBA con ogni probabilità rimandato. Milwaukee registra la terza sconfitta su tre in prestagione ma festeggia il ritorno (dopo il lutto per la morte del padre) di Giannis Antetokounmpo, subito molto positivo con 24 punti in 23 minuti e 7/10 dal campo. Preoccupa la difesa, però, che lascia ai Bulls troppi tiri facili e spiega in parte l’ottima serata di Justin Holiday (21 con 5 triple a segno per lui), Nikola Mirotic, Bobby Portis e Denzel Valentine, tutti a quota 15 alla sirena.
Washington Wizards-New York Knicks 104-100
A guardare oltre le semplici cifre, non è stata la miglior partita di John Wall, nonostante i 19 punti con 6 assist in 24 minuti (e un buonissimo 9/14 al tiro), perché la point guard degli Wizards ha collezionato anche ben 5 perse e neppure un viaggio in lunetta. La sua consueta energia però ha trascinato gli Wizards alla seconda vittoria su due in prestagione, superando anche la buona serata al tiro (soprattutto da tre) dei Knicks, a bersaglio con 10 triple sulle 23 tentate. Per Washington buoni segnali da Oubre Jr. dalla panchina, meno buoni quelli di Jason Smith inserito in quintetto al posto di Markieff Morris (0/5 per Smith in serata, 1/7 da tre nelle due gare fin qui disputate). Due dei nuovi arrivati – Kanter e Hardaway Jr. – sono i migliori per New York, il primo autore di 16 punti con 5 rimbalzi, il secondo a quota 15, mentre non è stato della partita Kristaps Porzingis.
San Antonio Spurs-Sacramento Kings 113-93
Gli Spurs partono male e si ritrovano sotto 24-15 dopo il primo quarto, ma Danny Green ritrova la mano da fuori (20 punti con 8/13 al tiro e 4 triple a segno) e la panchina ha in Patty Mills (15 punti con 6/11) e soprattutto Joffrey Lauvergne (non tanto il 2/2 dal campo ma i 10 rimbalzi e i 4 assist con cui contribuisce in ogni aspetto del gioco) i protagonisti di serata. San Antonio chiude oltre il 55% dal campo e con 15/31 da tre punti, vanificando così gli sforzi del quintetto di Sacramentol che manda in doppia cifra 4 giocatori (Labissiere, Cauley-Stein, Hield e il rookie De’Aaron Fox). Ancora in difficoltà per i Kings Justin Jackson, solo 2/9 dal campo in 24 minuti dopo lo 0/7 al tiro esibito all’esordio prestagionale.
Detroit Pistons-Atlanta Hawks 109-87
Marco Belinelli è tenuto a riposo da coach Budenholzer, e con lui anche Dennis Schroder e Kent Bazemore: ad approfittarne per mettersi in mostra è Malcolm Delaney, il migliore dei suoi alla fine con 15 punti (doppia cifra anche per il rookie John Collins, 10 punti con 6 rimbalzi in 20 minuti, e stesso bottino per Taurean Prince). Detroit confeziona un terzo quarto da 37 punti che dà la spallata decisiva alla partita, mandando 6 giocatori in doppia cifra, il migliore dei quali è Avery Bradley (18 con 8/14 al tiro per lui). Bene anche Henry Ellenson con 16 in 17 minuti dalla panchina, e 6/9 dal campo.
Utah Jazz-Phoenix Suns 112-101
La vittoria contro i Suns, con 19 punti a testa per Rodney Hood e Alec Burks, è rovinata dalla notizia dell’ennesimo infortunio a Dante Exum, che deve lasciare il campo per un infortunio alla spalla preoccupando non poco coach Snyder: “Ho dato un’occhiata veloce alla sua spalla e non prometteva niente di buono”, le parole dell’allenatore, che ora aspetta i risultati della risonanza magnetica. Con i 12 del leader Gobert, Utah domina a rimbalzo (53-39) e lascia poca speranza a Phoenix, che ha in Alex Len e Troy Daniels i migliori con 18 punti uscendo dalla panchina.