
Kawhi Leonard e LaMarcus Aldridge, certo, ma come ogni anno gli Spurs si presentano con un roster esperto e profondo, con qualche perla da scoprire nel corso della regular season. Ecco gli uomini a disposizione di Gregg Popovich - LA GUIDA COMPLETA AI SAN ANTONIO SPURS

Alle spalle di Kawhi Leonard e LaMarcus Aldridge, saranno ancora una volta i veterani a dover dare un grande contributo alla causa nero-argento. Le tre "G" - Gasol, Ginobili e Gay - rappresentano tre tipologie differenti di giocatori di ruolo, ma tutti estremamente importanti

DEJOUNTE MURRAY | Lanciato in campo abbastanza a sorpresa nella scorsa stagione, si è destreggiato tutto sommato bene per essere un rookie – mostrando una voglia di competere che di sicuro sarà piaciuta a coach Popovich. Con l’infortunio di Parker rischia di essere lui il titolare, anche se sarà Patty Mills a chiudere le partite in campo

DANNY GREEN | Epitome del giocatore “3&D”, nella scorsa stagione è tornato a tirare con il consueto 38% dall’arco – oltre alla difesa, specialmente in transizione, che lo rende uno dei migliori nel suo ruolo. Vittima prediletta dei “cazziatoni” di Gregg Popovich, alla soglia dei 30 anni rimane uno dei più affidabili del quintetto

KAWHI LEONARD | La passata stagione lo ha definitivamente posto tra i migliori 5 giocatori della lega, e anche quest’anno sarà nel ristretto novero dei candidati al premio di MVP. A differenza dei vari Durant, Curry, Harden, Paul, Westbrook o George, è l’unico a Ovest a non aver un giocatore di livello comparabile al suo fianco. Questo potrebbe aiutarlo a livello di cifre, ma lo porterà anche avanti nei playoff?

LAMARCUS ALDRIDGE | Per certi versi, la stagione degli Spurs ruota attorno a lui: pur modificando la strutturazione della squadra per accomodare le sue doti nel tiro dalla media distanza, il suo fit offensivo continua a sembrare sospetto – tanto da poterlo a discuterne nientemeno che con coach Popovich. Il feeling tra lui e l’ambiente non sembra essere dei migliori: una grande stagione può portarlo a rimanere anche nella prossima estate, quando sarà free agent?

PAU GASOL | Il sacrificio estivo uscendo dal contratto per dare spazio di manovra alla squadra (poi non sfruttato) è stato ripagato con un accordo più lungo, un triennale da 49 milioni con ultima stagione non garantita. Per almeno due anni, quindi, il catalano continuerà sulla scia della sua prima annata in neroargento, continuando a dispensare sapienza cestistica sia dentro che fuori dall’area

TONY PARKER | L’infortunio subito durante i playoff sembrava potesse tenerlo lontano dai campi fino a gennaio, invece pare che a novembre il francese sarà di nuovo abile e arruolabile. Non è più il portento di velocità e doti realizzative dei suoi anni migliori, ma la sua esperienza tornerà certamente utile a coach Pop

PATTY MILLS | Per tutta la scorsa stagione si temeva che potesse arrivare un’offerta monstre e portarlo via dall’Alamo, e forse anche per questo la dirigenza ha deciso di confermarlo praticamente allo scoccare della mezzanotte del mercato. Porta punti, doti di tiro e velocità dalla panchina, dove ormai ha sviluppato un’intesa telepatica con Manu Ginobili

DERRICK WHITE | Sbucato fuori dal nulla, nell’ultima stagione trasferendosi a Colorado è riuscito a mettersi in mostra fino a guadagnarsi una chiamata dai San Antonio Spurs, ovviamente accolta con grande rispetto e ammirazione dal resto della lega – che, come ogni anno, ha fatto scivolare un giocatore utile fino alla 29 del primo giro al Draft. Playmaker con stazza (193 centimetri), farà la spola con la squadra di G-League per fare esperienza

BRYN FORBES | Avete presente quei giocatori che nessuno conosce ma, chissà come, diventano utili in maglia neroargento? Ecco, il candidato di quest’anno è lui, che in preseason ha già scollinato quota 20 punti contro Denver

MANU GINOBILI | Nel suo caso si può ormai parlare di leggenda vivente, e tutti gli appassionati di pallacanestro dovrebbero rallegrarsi di poterlo vedere in campo per altre due stagioni. Anche a 40 anni suonati rimane uno dei passatori più elettrizzanti della NBA

BRANDON PAUL | In inglese li chiamano “diamond in the rough”, i diamanti allo stato grezzo. L’ex Illinois non sarà mai una superstar, ma dopo quattro anni in giro per il mondo tra G-League, Russia e Turchia, si è guadagnato una chance nel “laboratorio di giocatori di ruolo” migliore del mondo. Pur con caratteristiche diverse, rischia di diventare un nuovo Jonathon Simmons

KYLE ANDERSON | Soprannominato “Slowmo” per l’andatura sempre molto compassata, nei suoi tre anni in Texas non è riuscito a imporsi come qualcosa di più di un semplice giocatore di sistema, ma si adatta perfettamente allo spirito “pass-happy” della panchina guidata da Ginobili. Parte alle spalle di Leonard nel ruolo di 3

RUDY GAY | L’infortunio al tendine d’Achille e il nuovo sistema potrebbe finalmente portarlo a compiere la transizione da “3” a “4” che potrebbe fargli svoltare la carriera. Dovesse tenere il campo, potrebbe rappresentare l’arma tattica in grado di cambiare la strutturazione della squadra e cambiare su tutti i blocchi, imponendo la propria superiore stazza atletica. Se pensa di andare a San Antonio per giocare in isolamento, però, è destinato a un brusco risveglio

DAVIS BERTANS | Tiratore mortifero dall’arco, nella NBA paga la mancanza di atletismo ma viene utilizzato in maniera egregia da Popovich, che per lui ha ritagliato un ruolo “alla Matt Bonner” per punire gli avversari meno mobili. Anche 6 partite da titolare nella sua prima stagione in Texas

JOFFREY LAUVERGNE | Invece di rinnovare David Lee, un po’ a sorpresa gli Spurs hanno scommesso sul francese, che era finito ai margini della NBA dopo le fermate a Denver, Oklahoma City e Chicago. Ha una dimensione atletica migliore rispetto a Lee, al netto delle mancanze nella comprensione del gioco