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NBA: Markelle Fultz, ma come tiri? La scelta del n°1 al Draft fa discutere

NBA

Durante i 47 minuti di preseason trascorsi sul parquet, non è passata inosservata la scelta del prodotto di Washington State di cambiare meccanica di tiro dalla lunetta: una decisione rischiosa, per alcuni “folle”, ma forse non del tutto voluta

A Philadelphia non vedono l’ora di iniziare. Dopo anni d’attesa e di semina, sembra finalmente essere giunto il momento della raccolta. Quello in cui vincere, dopo anni in cui i 76ers hanno polverizzato ogni tipo di record negativo di sconfitte a disposizione. Per provare a farlo la dirigenza ha deciso di puntare su una classe di talenti tanto giovani quanto fragili: Embiid, Simmons e Fultz sono pronti a prendersi la scena, sperando di garantire continuità di presenza in campo, prima ancora che di costanza di rendimento. E se per il rinnovo di Embiid si sono prese delle precauzioni particolari a livello contrattuale, dalla prima scelta assoluta dell’ultima Draft tutti si aspettano sin da subito un maturo e consapevole livello d’esecuzione. Il problema alla spalla destra del prodotto di Washington State, che nelle ultime settimane è diventato più acuto, ha però portato in dote con sé una pessima novità: la sua meccanica di tiro dalla lunetta (e non solo) risulta profondamente cambiata, diventata molto più farraginosa e incespicante, oltre che anti-estetica e meno efficace. Insomma, un disastro. Le parole rilasciate da un anonimo addetto ai lavori a Bleacher Report sono eloquenti: “Onestamente, non saprei da dove cominciare. È una cosa fuori dal mondo: non riesco a capire chi può avergli dato un consiglio del genere. Al college era un tiratore da 65% ai liberi; aveva bisogno soltanto di un ritocco. Questa nuova meccanica è una follia e soltanto poche settimane fa aveva un approccio totalmente diverso. Perché cambiare tutto in peggio?”. Nel tweet di Mike Schmitz, che rallenta volutamente un’esecuzione dalla lunetta dello scorso anno e una della scorsa settimana, si vede in maniera chiara la differenza: il suo tiro è diventato molto più ragionato, oltre che staccato dal corpo e inevitabilmente più impreciso.

“Il problema resta il dolore alla spalla”

Modificare la meccanica di tiro per un giocatore che fa del jumper la sua arma migliore in attacco è un rischio enorme, soprattutto alla vigilia del momento più delicato della propria carriera. In realtà, a vedere le immagini dei 47 minuti di preseason trascorsi in campo, si nota meno questa variazione durante le fasi attive di gioco (nel tweet in basso di Christopher Kline sembrano esserci comunque alcune esitazioni, che portano a spezzare il tiro). In questi primi sprazzi di gioco mostrati sul parquet, Fultz non ha ancora segnato un tiro in palleggio-arresto-tiro e ha tentato soltanto tre triple. Una mancanza di fiducia dettata certamente dai problemi alla spalla; quello che resta la questione da risolvere per stessa ammissione di coach Brown: “Ha lavorato tanto in estate e adattato il suo gioco al dolore alla spalla; adesso però dobbiamo far sì che ritrovi il prima possibile il suo tiro e torni a ricordare quale fosse la meccanica che utilizzava prima: più compatta, mettendo il braccio più aderente al corpo, avendo un rilascio totalmente diverso e tenendo la palla più vicina”. Lo stesso Fultz ha poi sottolineato come quello delle ultime uscite fosse soltanto un esperimento; l’obiettivo infatti è quello di tornare a essere il realizzatore che era a Washington State. Le domande però restano: perché prendere una decisione nel momento cruciale della propria carriera? Perché provvedere così in ritardo a una variazione del genere? “Penso che la spalla gli dia molto più fastidio di quanto non abbia raccontato”, è l’ipotesi avanzata dal coach di Philadelphia. Passato quello si spera torni al vecchio stile. I suoi canestri infatti serviranno: oltre alla meccanica, bisognerà anche tornare a vincere.