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NBA, Houston batte Golden State 122-121, annullato il canestro della vittoria a Durant

NBA

Golden State sembra dominare a lungo la sfida contro Houston ma un quarto quarto da 34-20 dei texani riapre la gara che si decide solo agli ultimi possessi. Quando l'instant replay annulla il canestro di KD Houston rovina la festa della consegna degli anelli ai campioni NBA in carica.

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È di James Harden il primo canestro della partita e della stagione dei Rockets (quello di Chris Paul arriva dopo 4 minuti di gioco) ma sulla Baia l’avvio di gara appartiene a un Klay Thompson dalla mano torrida (4/4 da tre per iniziare) e agli Warriors, che in cinque minuti mettono a referto 22 punti e costringono Mike D’Antoni al primo time-out già sotto di 13. Che la macchina offensiva dei campioni in carica funzioni alla perfezione è testimoniato dal fatto che tutti i primi 12 canestri degli Warriors sono frutto di altrettanti assist. Ma nelle squadre allenate da coach D’Antoni è normale che i parziali possono andare e venire, e i canestri di Harden e una tripla di Ryan Anderson firmano un break di 15-2 Houston che riporta la gara in perfetta parità (24-24). A imitare meglio di tutti Klay Thompson dall’arco è il suo nuovo compagno Nick Young, che manda a bersaglio le prime tre triple in maglia Warriors della sua stagione, riportando i padroni di casa sul +7, prima che sia ancora Harden (11 punti e 3 assist per lui) a mettere la firma sui minuti finali del primo quarto, che si chiude sul 35-34 per Golden State. Il secondo quarto si apre con la quarta tripla a segno (su quattro tentativi) di Young, all’interno di un 8/11 da tre che rende i californiani virtualmente imbattibili e che trova ulteriore spinta in un parziale di 10-0, che li manda avanti 45-34. Il vantaggio si gonfia fino al +16 perché all’esordio in maglia Warriors “Swaggy P” è scatenato: Young chiude infatti il primo tempo con 20 punti, un solo errore al tiro e 5/6 da tre punti. Se all’intervallo il tabellone dice 71-62 Golden State, l’inizio del secondo tempo vede svegliarsi Steph Curry (limitato però da tre falli, uno in meno di quelli collezionati da un nervoso Chris Paul): il n°30 manda a referto i primi sei punti della ripresa e il vantaggio dei padroni di casa si allunga sul 77-62. A venire in soccorso di Houston è ovviamente una delle armi preferite dai texani, il tiro da tre punti: due triple di Ryan Anderson e una di Harden segnano un 9-0 di parziale che riavvicina gli ospiti, fino al 82-75. A ogni azione di Houston, però, corrisponde una reazione di Golden State, e questa volta a mettersi in mostra è Kevin Durant, con un mix di stoppate difensive (almeno due, su Capela e Anderson) e 10 punti nel solo terzo quarto. All’ultima pausa, Golden State si presenta già oltre i 100 punti (101-88 prima degli ultimi dodici minuti) con KD a quota 20 e Draymond Green in versione passatore, con 13 dei 29 assist di squadra (su 35 canestri). Il miglior difensore NBA 2017, però, sull’ultima penetrazione del quarto si procura una leggera distorsione al ginocchio sinistro, che lo costringe ai box per il resto della gara (che chiude a un punto dalla tripla doppia, con 9, 11 rimbalzi e 13 assist).  

Finale punto a punto

L’infortunio a Green regala inconsapevolmente una spinta in più a Houston, che apre con un break di 11-3 l’ultima frazione (con 7 punti di Luc Mbah a Moute). La squadra di Paul & Harden rientra totalmente in partita riducendo fino a 3 punti uno scarto che era stato anche di 17. Quattro canestri in fila di uno scatenato Steph Curry – uno in acrobazia appoggiato al vetro, uno da tre punti e due al ferro – sono vitali per mantenere Golden State davanti ma Houston non è rientrata in gara per arrendersi facilmente. Il finale infatti è punto a punto e regala mille emozioni dopo che la tripla di Trevor Ariza manda la gara sul 119-118 Warriors e due liberi di P.J. Tucker segnano il primo vantaggio dei texani dal 2-0 di inizia gara. Steph Curry si prende il tiro della potenziale vittoria a pochi secondi dalla fine e sul rimbalzo offensivo Kevin Durant si ritrova il pallone in mano: l’MVP delle ultime finali lo controlla, fa un palleggio per acquisire ritmo e lascia andare il tiro che si insacca sulla sirena, ma il replay dimostra come con lo zero sul cronometro la palla sia ancora sui polpastrelli del n°35. Il canestro viene annullato e il risultato finale resta quindi sul 122-121 per gli ospiti, protagonisti di un quarto quarto da 34-20 e guidati dai 27 punti con 10 assist del solito James Harden (sono 11 gli assist anche di Chris Paul, che però tira 2/9 dal campo per soli 4 punti). D’Antoni utilizza solo otto giocatori ma dalla panchina ottiene 54 punti, 24 dei quali arrivano dalle mani di Eric Gordon, mentre Nick Young (a quota 23) chiude come miglior marcatore dei suoi, seguito dai 22 di Steph Curry e dai 20 di Durant. Per la seconda volta gli Warriors esordiscono con una sconfitta nella serata della consegna degli anelli, dopo il ko interno del 2015 contro San Antonio.