Il francese degli Hornets rienterà in campo stanotte contro Cleveland, mentre la stella dei Rockets proverà a essere in campo già giovedì contro Phoenix: le rotazioni di Charlotte e Houston stanno per cambiare. Succederà anche a San Antonio con Kawhi Leonard?
Dopo aver dovuto scrivere di tanti infortuni, finalmente possiamo passare alle buone notizie. Essendo ormai vicini al giro di boa del primo mese di stagione, alcuni giocatori che non sono ancora potuti scendere in campo sono vicini al rientro: uno di questi è Nicolas Batum, il cui ritorno in quintetto per gli Charlotte Hornets è atteso per stanotte contro i Cleveland Cavaliers. “Ieri ha lavorato molto e oggi si sente bene: a meno di una grossa ricaduta, sarà in campo” le parole di coach Steve Clifford, che ha bisogno dell’ex Portland per stabilizzare la rotazione della sua squadra. Gli Hornets infatti sono reduci da una tremenda trasferta da quattro sconfitte consecutive, e se perdere sul campo di Spurs e Celtics è accettabile, portarne a casa almeno una tra T’Wolves e Knicks era auspicabile per non finire due gare sotto il 50% di vittorie con un record di 5-7. “Se il coach e lo staff sono d’accordo, domani tornerò in campo” ha detto il francese, che ha saltato le prime dodici partite per un infortunio ai legamenti del gomito più consueto nel baseball piuttosto che nella pallacanestro. Charlotte avrà bisogno in fretta della miglior versione possibile del 28enne, che nella scorsa stagione ha fatto registrare le migliori medie della carriera con 15 punti e 6 assist di media: la squadra di Clifford è infatti ancora alla ricerca di un’identità forte sui due lati del campo, visto che il Net Rating di -0.1 li pone esattamente al 15° posto su 30 nella NBA. Fino a questo momento hanno funzionato meglio in difesa (11° posto per rating difensivo) rispetto all’attacco (21°), dove la mancanza di creatori di gioco oltre a Kemba Walker ha reso molto facile spegnere la fase offensiva degli Hornets, che si mantiene a livelli eccellenti per quanto riguarda le palle perse (solo il 13.7%, dato migliore della NBA) ma crolla a livelli abissali quando esce Walker (da 110.1 a 84.7, la differenza tra il giorno e la notte).
Come cambia la rotazione degli Hornets con Batum
Il veterano ricoprirà quindi proprio quel ruolo di “secondo portatore di palla” in grado di prendersi carico della panchina, togliendo un po’ di peso dalle spalle del rookie Malik Monk. Il prodotto di Kentucky non è ancora a suo agio con la palla in mano visto che sta tirando con il 44% di percentuale effettiva dal campo, non esattamente un dato esaltante per un giocatore che ha il terzo Usage Rate della squadra (con lui sul parquet si segnano solamente 93.4 punti su 100 possessi). Il ritorno di Batum riporterà anche Jeremy Lamb nel suo ruolo di sesto uomo in uscita dalla panchina: pur avendo giocato bene da titolare (16.7 punti, 5 rimbalzi e 3.2 assist con il 45.7% da tre), agli Hornets farà comodo averlo di nuovo come realizzatore insieme ai vari Monk, Dwayne Bacon, Cody Zeller e Frank Kaminsky, anche se il suo minutaggio inevitabilmente ne risentirà.
Anche Chris Paul vicino al rientro
Si riavvicina anche il momento in cui Chris Paul tornerà a vestire la maglia degli Houston Rockets. Dopo aver disputato solo una partita con gli uomini di coach D’Antoni – peraltro vinta sul campo dei Golden State Warriors, pur senza finirla sul parquet –, “CP3” potrebbe tornare in quintetto già nei prossimi giorni o al massimo settimana prossima. “Non vogliamo forzarlo: se non sarà giovedì [contro Phoenix], vedremo come si sentirà sabato [contro Memphis]” ha dichiarato l’Allenatore dell’Anno in carica, che non vede l’ora di poter riorganizzare la squadra per come era stata pensata quest’estate. Senza Paul i Rockets sono infatti tornati alla strutturazione dello scorso anno, quella con James Harden a gestire la stragrande maggioranza dei possessi (più precisamente il 35.6%, il dato più alto di tutta l’NBA) e il resto del roster a giocare secondo le sue inclinazioni, specialmente piazzandosi oltre l’arco (44 triple tentate a partita, cinque in più rispetto al dato dello scorso anno che era già record per la storia NBA). Una formula che funziona benissimo in regular season – prima della sconfitta di stanotte con Toronto i Rockets avevano il miglior record della Western Conference insieme a Golden State – ma che ha dei limiti nei playoff, motivo per il quale il rientro di Paul diventa fondamentale: ci sono meccanismi e automatismi da trovare tra due giocatori abituati ad avere a lungo il pallone in mano.
E Kawhi Leonard? Popovich è enigmatico come sempre
Potrebbe non essere lontano anche il rientro di Kawhi Leonard con i San Antonio Spurs, anche se ovviamente è impossibile avere notizie chiare sulla sua situazione. Al momento tutto quello che rimane è cercare di decifrare le parole di Gregg Popovich: quando gli è stato chiesto se vede la luce in fondo al tunnel, l’allenatore degli Spurs ha risposto affermativamente, concedendo che Kawhi tornerà “sooner than later”, più in fretta di quanto pensabile. Subito dopo, però, ha aggiunto enigmaticamente: “Certo che ho detto una cosa parecchio nebulosa: non appena l’ho pronunciata ho pensato ‘Ma cosa diavolo significa?’”. La cortina di fumo attorno a Leonard non è ancora scesa, ma ragionevolmente entro 10 giorni dovremmo rivedere in campo il numero 2 degli Spurs.