La tripla doppia numero 90 in carriera di Russell Westbrook guida OKC alla 10^ vittoria nelle ultime 13 gare. Boston torna al successo battendo Chicago, Toronto supera Philadelphia nonostante il ritorno di Embiid e Indiana vince con Brooklyn al supplementare con 38 punti di Oladipo. Portland, New Orleans e Minnesota superano Lakers, Heat e Suns a domicilio. Pau Gasol si regala una tripla doppia contro Sacramento. Tutti i risultati e gli highlights
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Utah Jazz - Oklahoma City Thunder 89-103
IL TABELLINO
Non ditelo troppo forte, ma forse i Thunder hanno davvero trovato il giusto equilibrio tra tutte le loro parti. Pur essendo alla seconda partita di un back-to-back in trasferta, la squadra di Billy Donovan è riuscita a controllare dall’inizio alla fine seguendo uno spartito lineare: difesa aggressiva, controllo delle percentuali avversarie, leadership offensiva da parte dei Big Three. In questo modo OKC è riuscita a raccogliere la quarta vittoria consecutiva, la decima nelle ultime tredici partite disputate, con Russell Westbrook che ha chiuso con 27 punti, 10 rimbalzi e 10 assist per l’undicesima tripla doppia in stagione (e la numero 90 in carriera), seguito da un Paul George a quota 26 con il massimo stagionale di 6 recuperi e da un Carmelo Anthony non precisissimo al tiro (6/18), ma comunque in grado di chiudere con 16 punti e 4/10 da tre, segno che si sta adattando al nuovo ruolo di tiratore sugli scarichi. OKC ha sempre controllato la gara dopo il 4-3 iniziale dei Jazz, soffocando i padroni di casa e costringendoli a una pessima serata offensiva specialmente da tre punti, dove Utah ha tirato solo col 23% (6/26). Solo un giocatore si è salvato, il rookie Donovan Mitchell: i suoi 29 punti con 12/16 al tiro gli sono valsi i complimenti da parte di Westbrook e George dopo la gara, con le due superstar a incitarlo a continuare su questa strada. Il futuro è suo, ma il presente appartiene ancora a questi Thunder che si stanno finalmente trovando.
Boston Celtics - Chicago Bulls 117-92
IL TABELLINO
Dura giusto un tempo la resistenza dei Bulls sul campo dei Celtics: un terzo quarto tramortente da 38-18 permette infatti ai padroni di casa di avere la meglio sugli ospiti e di interrompere la striscia di due sconfitte in fila raccolte contro Miami e New York. Due come quelle raccolte da Chicago nelle ultime due gare contro le migliori squadre della Conference dopo una sorprendente striscia di sette successi in fila: colpa di un 39% al tiro che non ci si può permettere contro una squadra del livello dei Celtics, pur mandando cinque giocatori in doppia cifra guidati dai 17 di Bobby Portis. In casa Boston, invece, il protagonista è sempre Kyrie Irving che di punti ne segna 25 a cui aggiunge 7 assist per guidare un quintetto tutto in doppia cifra, con 20 punti del rientrante Jaylen Brown e 13 con 7 rimbalzi e 5 assist del rookie Jayson Tatum.
Toronto Raptors - Philadelphia 76ers 102-86
IL TABELLINO
Complice la sconfitta di Golden State, la squadra più calda della NBA si trova a Toronto: grazie al successo su Philadelphia sono diventate sei le vittorie consecutive dei canadesi, la striscia aperta più lunga della lega. Una situazione del tutto opposta rispetto a quella dei Sixers, a cui non è bastato neanche il rientro di Joel Embiid (14 punti e 8 rimbalzi in 23 minuti, pur non essendo al massimo della condizione) per evitare la quinta sconfitta in fila e la nona nelle ultime dieci. Si può parlare anche di “maledizione Toronto” per quanto riguarda Philly, che contro i canadesi ha perso 18 delle ultime 19 partite disputate – tra cui le ultime due a pochi giorni di distanza l’una dall’altra. Il protagonista è di nuovo DeMar DeRozan, che dopo aver firmato il suo massimo in carriera a quota 45 ne mette altri 29, di cui 16 nel terzo quarto in cui i padroni di casa hanno scavato un solco incolmabile di 18 punti. Si tratta del 12° successo interno su 13 gare per i canadesi, che nel mese di dicembre hanno lo stesso record dei Golden State Warriors (10-1).
Complice la sconfitta di Golden State, la squadra più calda della NBA si trova a Toronto: grazie al successo su Philadelphia sono diventate sei le vittorie consecutive dei canadesi, la striscia aperta più lunga della lega. Una situazione del tutto opposta rispetto a quella dei Sixers, a cui non è bastato neanche il rientro di Joel Embiid (14 punti e 8 rimbalzi in 23 minuti, pur non essendo al massimo della condizione) per evitare la quinta sconfitta in fila e la nona nelle ultime dieci. Si può parlare anche di “maledizione Toronto” per quanto riguarda Philly, che contro i canadesi ha perso 18 delle ultime 19 partite disputate – tra cui le ultime due a pochi giorni di distanza l’una dall’altra. Il protagonista è di nuovo DeMar DeRozan, che dopo aver firmato il suo massimo in carriera a quota 45 ne mette altri 29, di cui 16 nel terzo quarto in cui i padroni di casa hanno scavato un solco incolmabile di 18 punti. Si tratta del 12° successo interno su 13 gare per i canadesi, che nel mese di dicembre hanno lo stesso record dei Golden State Warriors (10-1).
Indiana Pacers - Brooklyn Nets 123-119 OT
IL TABELLINO
La gara più divertente della notte si gioca a Indianapolis, dove serve un supplementare per decidere la vincente tra Pacers e Nets. Alla fine la spuntano i padroni di casa trascinati da Victor Oladipo, di nuovo decisivo con 38 punti e un perfetto 10/10 ai liberi, di cui gli ultimi quattro fondamentali per il +4 con cui la squadra di Nate McMillan è riuscita ad avere la meglio su quella di Kenny Atkinson. E dire che Brooklyn aveva giocato un grandissimo primo tempo, volando anche sul +19 e chiudendolo all’intervallo con un vantaggio di 13 lunghezze. Un parziale di 11-0 ha però permesso ai Pacers si rimettersi in gara, dando vita a un divertente ultimo quarto in cui Oladipo e Spencer Dinwiddie (al suo massimo in carriera pareggiato da 26 punti) si sono scambiati giocate su giocate, con il secondo freddo dalla lunetta a 19 secondi dalla fine dei regolamentari per forzare il supplementare. Alla fine ha però prevalso la squadra col maggiore talento, complice un Myles Turner da 23 punti, 9 rimbalzi e 6 stoppate (il migliore della lega con 2.5 di media) e un Bojan Bogdanovic da 17 a cui i vari DeMarre Carroll (20) e Rondae Hollis-Jefferson (18) non sono riusciti a rispondere.
Los Angeles Lakers - Portland Trail Blazers 92-95
IL TABELLINO
Un’altra gara decisa solamente nel finale si è giocata a Los Angeles, dove i Blazers sono riusciti a interrompere una striscia di tre sconfitte in fila grazie al contributo inatteso della panchina. Complice l’assenza dell’infortunato Damian Lillard – presente con uno stravagante completo a petto nudo, prontissimo per un sabato sera di fuoco a L.A. – e un quintetto base non precississimo (34%, affossato dal 2/11 di Jusuf Nurkic che ha anche subito un colpo al volto), sono state le riserve a fare la differenza grazie ai 22 punti di Maurice Harkless. L’ex ala piccola titolare ha giocato di meno in questa stagione, ma si è fatto trovare al posto giusto nel momento giusto per convertire un gioco da tre punti da rimbalzo in attacco, trasformando uno svantaggio di un punto in un vantaggio di 2. La tripla del pareggio presa da Kentavious Caldwell-Pope negli ultimi secondi di gara ha solo scheggiato il ferro, rendendo inutile uno sforzo di squadra dei Lakers che – pur dovendo fare a meno dell’affaticato Brandon Ingram – hanno mandato sei giocatori in doppia cifra guidati dai 18 di Jordan Clarkson e Kyle Kuzma (impreciso con 6/19 al tiro). Per i gialloviola i Blazers sono una maledizione: questa è infatti la 14^ sconfitta consecutiva contro la squadra di Terry Stotts.
Miami Heat - New Orleans Pelicans 94-109
IL TABELLINO
Jrue Holiday e DeMarcus Cousins sono invece riusciti a spezzare la maledizione di Miami, dove in 21 partite (14 per il primo e 7 per il secondo) nessuno dei due era mai riuscito a vincere. Per farcela è stato decisivo un parziale di 17-2 nel terzo quarto grazie al quale i Pelicans hanno preso in mano la partita senza mai voltarsi indietro, chiudendo non a caso con un comodo +15. Non sono state però le stelle a dominare, quanto piuttosto il movimento di palla e la difesa: grazie al primo New Orleans ha mandato sei giocatori in doppia cifra assistendo 27 dei 39 canestri segnati, con Ian Clark caldissimo dalla panchina (19 punti con 5/7 da tre) e la coppia Davis-Cousins a “soli” 33 punti in coppia con 18 tiri; la difesa invece è riuscita a tenere gli Heat – che contro Dallas avevano vissuto la miglior serata al tiro della storia della franchigia – a 4/16 da tre nel secondo tempo, con solo Tyler Johnson (20 punti) a superare i 13 segnati da Dragic e Ellington.
Minnesota Timberwolves - Phoenix Suns 115-106
IL TABELLINO
Arrivate a un certo punto, Minnesota e Phoenix saranno anche un po’ stanche di vedersi. Il quarto incontro tra le due squadre nel giro di poco più di due mesi segna l’ultimo episodio di questa mini-serie in cui i T’Wolves sono riusciti a pareggiare sul 2-2, vendicando la sconfitta subita in casa giusto una settimana fa. Il protagonista del successo sui Suns è in cima ai pensieri di Tom Thibodeau: “Jimmy Butler non ci avrebbe permesso di perdere questa partita. Non si può veramente esprimere quanto sia importante: ha cambiato ogni cosa per noi”. I suoi 32 punti sono stati fondamentali per evitare che i giovani T’Wolves lasciassero andare un’altra partita dopo essere stati avanti di 22 ed essersi fatti rimontare fino al -2 dai 24 punti di T.J. Warren e i 18 di Troy Daniels (tutti arrivati con un 6/12 da tre). Nel momento del bisogno, però, Minnesota ha costruito una risposta da 12-0 e da lì in poi non si è più guardata indietro, mandando altri cinque giocatori in doppia cifra guidati dai 17 di Andrew Wiggins e i 16+14 di Karl-Anthony Towns.
San Antonio Spurs - Sacramento Kings 108-99
IL TABELLINO
È LaMarcus Aldridge con 29 punti e 10 rimbalzi il migliore degli Spurs che battono per la 11^ volta di fila i Sacramento Kings, ma a fare notizia è la decima tripla doppia in carriera (la prima negli ultimi due anni) di Pau Gasol, che chiude con 14 punti, 11 rimbalzi e 10 assist nonostante fosse in dubbio prima del via per un risentimento all’inguine. In parità dopo il primo quarto, San Antonio allunga nel secondo (29-16 il parziale) ma subisce 8 punti consecutivi dei Kings in apertura di ripresa. Ci pensano allora ancora Aldridge con 8 punti e Manu Ginobili con 6 dei suoi 15 a ristabilire le distanze nel terzo quarto, prima che a chiudere definitivamente l’incontro arrivi l’ex di serata Rudy Gay, che segna tutti i suoi 7 punti in apertura di quarto quarto, portando il vantaggio degli ospiti sul +14. Ancora senza Kawhi Leonard (tenuto a riposo) e Danny Green (inguine), gli Spurs dominano comunque la sfida delle panchine, surclassando quella dei Kings 43-22. Sacramento ha 24 punti da Buddy Hield e 22 con 11 rimbalzi da Willie Cauley-Stein, cui si aggiungono anche i 15 di Bogdan Bogdanovic, inutili però a garantire ai padroni di casa la terza vittoria in fila, dopo i due successi esterni contro Brooklyn e Philadelphia.
Charlotte Hornets - Milwaukee Bucks 111-106
IL TABELLINO
Sopra di due all’intervallo, Milwaukee torna in campo e piazza un parziale di 19-2 che sembra risolvere la partita, e garantirgli il secondo successo in due giorni contro gli Charlotte Hornets. Ma Dwight Howard e compagni non ci stanno e la loro reazione è tale che con 3:46 da giocare i padroni di casa sono di nuovo davanti. Merito di una panchina eccezionale (che vince 50-28 il duello contro quella dei Bucks) guidata dai 14 punti di Treveon Graham (suo massimo in carriera) e di Frank Kaminsky, e di un Howard in grande spolvero, che chiude con 21 punti e 16 rimbalzi, la doppia doppia n°18 in stagiona ma soprattutto la n°684 in carriera (leader tra tutti i giocatori attualmente in attività). A chiudere la rimonta e dare la vittoria agli Hornets arrivano poi nel finale 4 liberi consecutivi a segno da parte di Kemba Walker, che tira male (solo 4/11) ma chiude con 19 punti. Milwaukee paga l’assenza del proprio leader Giannis Antetokounmpo, tenuto a riposo precauzionalmente per via di un dolore al ginocchio: non bastano allora i 31 punti di un ottimo Khris Middleton e i 16 a testa di John Henson ed Eric Bledsoe: i Bucks soffrono a rimbalzo (43-35 il conto a favore degli Hornets) e devono quindi arrendersi incassando così la quarta sconfitta nelle ultime sei gare.
Washington Wizards - Orlando Magic 130-103
IL TABELLINO
Dopo due delle peggiori partite della stagione, gli Wizards si rialzano toccando il massimo stagionale da 130 punti (equamente divisi tra titolari e riserve) e dominando una gara che già all’intervallo era del tutto morta e sepolta, con i padroni di casa in vantaggio per 72 a 48 grazie a sette giocatori in doppia cifra guidati dai 18 di Mike Scott. Chissà quando però si rialzeranno gli Orlando Magic, per i quali non sembra esserci mai fine al peggio: non solo hanno perso l’ottava partita consecutiva (e 19^ nelle ultime 22), ma si è pure infortunato Nikola Vucevic, che si è fratturato l’indice della mano sinistra dopo soli 5 minuti di partita e rimarrà fuori per 6/8 settimane. Considerando che coach Vogel deve già fare a meno di Fournier, Gordon e Ross, rimane solamente Elfrid Payton a cui aggrapparsi, sorridendo almeno un po’ per il suo massimo in carriera da 30 punti e per la conclusione della striscia di 15 quarti consecutivi senza mai essere avanti nel punteggio. Chi non