Allo Staples Center di Los Angeles è andato in scena il 67° All-Star Game della NBA: la squadra capitanata da LeBron James ha rimontato e vinto in un finale finalmente emozionante e competitivo, chiudendola sul 148 a 145 con un possesso difensivo di alto livello. 29 punti, 10 rimbalzi e 8 assist per James, votato come MVP della sfida per la terza volta in carriera.
Alla fine è andata nella migliore maniera possibile: un finale di gara tirato, grandi giocate da una parte e dall’altra e perfino un possesso difensivo di altissimo livello per chiudere degnamente un All-Star Game promosso a pieni voti. Nella 67^ partita delle stelle, disputata nella splendida cornice dello Staples Center di Los Angeles, si è visto davvero di tutto e a vincere la prima edizione con le squadre decise dai capitani è stato il Team LeBron per 148 a 145, con capitan James giustamente votato come MVP dopo una prestazione da 29 punti, 10 rimbalzi e 8 assist mettendo la firma su tutte le giocate decisive nel finale. Suo il canestro del pareggio a quota 144 a un minuto e mezzo dalla fine; sua la difesa su Joel Embiid provocando una palla persa non ravvisata dagli arbitri (ci sono state perfino delle proteste, per far capire quanto è stata competitiva la questione, nonostante l’incontro con i fischietti…); suo il canestro del definitivo sorpasso a 34.5 dalla fine; suo l’assist per Russell Westbrook per il +3 a 10.7 secondi. Sua, in collaborazione con Kevin Durant, il possesso difensivo per vincerla definitivamente, chiudendo ogni spiraglio a Steph Curry che non è nemmeno riuscito a tentare una delle sue caratteristiche triple per forzare il supplementare, scaricando in emergenza su DeMar DeRozan che però non è riuscito a tirare in tempo. La guardia dei Toronto Raptors è stato il miglior marcatore di Team Stephen con 21 punti insieme a Damian Lillard, guidando altri sei giocatori in doppia cifra (Embiid 19, Antetokounmpo 16, Towns e Thompson 15, Harden 12 con 5/19 al tiro e Curry 11 con 4/14), con il solo Jimmy Butler rimasto seduto per tutta la gara per motivi fisici. Dall’altra parte sono stati invece otto i giocatori in doppia cifra oltre a James, con Durant “silente” autore di 19 punti e via via tutti gli altri (George 16, Beal e Drummond 14, Irving 13 con 9 assist, Davis 12, Walker 11 così come Westbrook che ha aggiunto 8 rimbalzi e 8 assist). Una gara divertente al netto di un punteggio complessivo più basso rispetto agli ultimi anni (293 punti combinati, il più basso dal 2013 e ben 81 in meno rispetto a dodici mesi fa), giocata da alti ritmi con il tiro da tre che l’ha fatta da padrone (19/58 per Team LeBron, 17/65 per Team Steph) ma in cui non sono mancate le giocate spettacolari al ferro da una parte e dall’altra, con la squadra di Curry avanti per quasi tutta la partita ma incapace di fermare James e compagni nel finale. Appuntamento all’anno prossimo a Charlotte, con nuovi capitani ma — si spera — lo stesso atteggiamento visto in questa edizione.
Il racconto e i video più spettacolari della partita
Le lunghe introduzioni di Kevin Hart e l’inno nazionale cantato (e stonato) da Fergie fanno cominciare la 67^ partita delle stelle con un po’ di ritardo rispetto al programma, e quando si comincia le squadre sono ragionevolmente lente a carburare. A sbloccare il punteggio è Joel Embiid che manda a segno i primi cinque punti della partita, mentre l’MVP in carica Anthony Davis risponde per il Team LeBron mostrando di essere sceso in campo con la maglia numero 0 dello sfortunato compagno DeMarcus Cousins, presente in stampelle dopo la rottura del tendine d’Achille ("Se ne fai altri 50 e vinci l'MVP poi il premio lo dai a me" il commento di Boogie prima della gara).
Il contesto competitivo dell’All-Star Game rimane quello che è, ma se non altro si vedono dei tiri contestati, delle deviazioni e dei recuperi rientrando in difesa e addirittura dei falli, con LeBron James che prova a dettare l’atteggiamento da tenere per compagni e avversari andando perfino a fermare il primo tentativo di alley-oop di serata. Non sempre ha successo, visto che di “difese allegre” se ne vedono in quantità, ma i punteggi rimangono più bassi rispetto ai ritmi assurdi tenuti nell’ultima edizione: Team Stephen fallisce un paio di occasioni per andare sul +10, ma con Karl-Anthony Towns già a quota 11 nel solo primo quarto va al primo riposo sul 42-31. Giannis Antetokounmpo, nel frattempo, si esibisce in una spettacolare stoppata su Kemba Walker — e la decisione della terna arbitrale che va contro di lui giudicandola irregolare non toglie nulla al gesto atletico clamoroso.
Il vantaggio della squadra di Curry aumenta anche fino al +15 in apertura di secondo quarto, ma il rientro sul parquet dei titolari e di capitan LeBron permettono ai giocatori in bianco di rimontare e poi di sorpassare, con James che diventa il miglior realizzatore della sfida a quota 15 chiudendo un alley-oop alzato da Russell Westbrook.
Tre triple in fila di Joel Embiid, Steph Curry (che finalmente si sblocca dopo uno 0/6 al tiro per aprire la gara) e Klay Thompson riportano però il vantaggio nelle mani di Team Steph che torna brevemente avanti in doppia cifra, ma un po’ di distrazioni in chiusura di tempo e un paio di fiammate di Paul George (10 punti, unico in doppia cifra insieme a James) permettono ai suoi di finire i primi 24 minuti sotto solamente di due punti sul 78-76. Sono invece quattro i giocatori in doppia cifra di Team Stephen: Joel Embiid con 10, Giannis Antetokounmpo con 11, Karl-Anthony Towns con 13 e Klay Thompson con 15 tutti da tre punti, con un 5/9 che si inserisce nell’11/41 di squadra (12/35 invece per Team LeBron).
Secondo tempo: le squadre iniziano a difendere
Il secondo tempo si apre con il sorpasso di Team LeBron firmato da Kevin Durant con una tripla delle sue, mentre Steph Curry rimane in panchina ma si fa comunque notare prima mangiandosi platealmente dei pop-corn osservando la sua squadra in campo e poi rimanendo di stucco davanti a una magia di sinistro di LeBron James in controtempo.
La squadra di Curry riprende velocemente il controllo nel punteggio ma la partita rimane sui binari dell’equilibrio, arrivando all’ultimo quarto con quello che tutti speravano: un vantaggio di soli 3 punti in favore della squadra di Steph, che va all’ultimo riposo lungo sul 112-109 proprio grazie a una tripla del capitano che lo fa diventare il settimo giocatore in doppia cifra dei suoi (l'unico a non scendere in campo è Jimmy Butler, tenuto a riposo in panchina).
L'emozionante ultimo quarto
Team Stephen prova l’allungo in apertura di ultimo quarto arrivando anche sul +14 con una tripla di Damian Lillard, miglior marcatore della gara a quota 21 provando a mettere le mani sul premio di MVP.
Solamente il rientro dei titolari insieme a Paul George permette il rientro a -5 tanto atteso per gli ultimi minuti di gara, complici anche un assist di Irving per James e due di Durant per Westbrook (c’eravamo tanto amati…). Si arriva agli ultimi 2:14 in equilibrio e la competitività finalmente emerge: Team Steph se la gioca con Curry, Harden, DeRozan, Antetokounmpo ed Embiid, mentre Team LeBron schiera un quintetto senza lunghi di ruolo con Irving, Westbrook, Durant, George e capitan James, lasciando in panchina Anthony Davis. Embiid va a prendersi due punti vicino a canestro attaccando James, ma LeBron risponde da tre per il pareggio a quota 144 a poco più di un minuto dalla fine.
Team Stephen va ancora da Embiid in post basso contro James, ma un raddoppio puntuale di Durant porta alla palla persa del centro camerunense, anche se il possesso va a suo vantaggio visto che l’Instant Replay non riesce a determinare se l’ultimo tocco sia suo o di KD. Anche il susseguente tiro di Harden (5/19 al tiro alla fine) però non va a segno, così come sbaglia a sua volta George isolato contro Embiid dall’altra parte. Lo stesso giocatore dei Thunder commette un fallo a metà campo mandando in lunetta DeRozan a 40 secondi dalla fine, il quale però segna solo il secondo dei due liberi a disposizione. Al rientro dal timeout James conclude in area una sequenza orchestrata splendidamente da Westbrook e Irving, firmando il sorpasso sul 146 a 145. Dall’altra parte Harden sbaglia una tripla e DeRozan, dopo aver recuperato il rimbalzo lungo, commette una palla persa senza riuscire a servire il taglio di Antetokounmpo lanciato a tutta velocità verso il ferro. Sulla rimessa successiva Team LeBron va di nuovo a segno sull’asse James-Westbrook, che a 10.7 secondi dalla fine firma il +3.
L’ultimo possesso vede la squadra di James difendere sul serio grazie al capitano e a Durant, che lavorando in combinazione negano il tiro sia a Steph Curry che a DeMar DeRozan portando a casa il successo.
Capitan LeBron viene votato come MVP del 67° All-Star Game, decisivo nel finale tanto in attacco quanto in difesa in un’edizione divertente e finalmente competitiva della partita delle stelle. È il terzo titolo di miglior giocatore della gara delle stelle della sua carriera grazie a 29 punti, 10 rimbalzi e 8 assist con 12/17 al tiro e 4/8 da tre, l’epilogo più giusto per questa prima edizione con i capitani a decidere le due squadre. L'anno prossimo si replica con nuovi leader delle squadre (Curry e James non potranno essere nominati per due anni in seguito), ma si spera che il nuovo formato porti i protagonisti in campo a giocarsela sempre in questa maniera: è lo spot migliore per la pallacanestro NBA.