Kelly Oubre Jr., ispirato dalle parole di DeMar DeRozan e Kevin Love, ha voluto raccontare le sue difficoltà, le sue ansie e quanto sia complesso per un giocatore di 22 anni affrontare le pressioni e le aspettative che ricadono sulle spalle di un atleta sempre sotto i riflettori
DeMar DeRozan, Kevin Love e adesso anche Kelly Oubre Jr.: il mondo NBA negli ultimi giorni si sta interrogando e sta ponendo l’accento su problemi di salute comuni a molti. La depressione, le crisi di panico e più in generale le difficoltà mentali e psicologiche fanno parte del vissuto di tantissime persone. Uomini che spesso non riescono a fare i conti con le loro ansie, se ne vergognano o faticano a inquadrare il tornado che li sta travolgendo. E il numero 12 degli Washington Wizards, riprendendo proprio quanto detto prima da DeRozan e poi da Love, ha deciso di rendere pubblici anche i suoi problemi: “In tanti stanno iniziando a parlare di problemi mentali e legati agli stati d’animo vissuti in quanto uomini, prima ancora che giocatori. Sentirne discutere mi ha fatto capire che anche io ho dovuto affrontare tante cose nella mia vita, tanti problemi e situazioni come quella. Sì, qualcosa di assimilabile alla depressione. Non si nota perché negli anni ho imparato a indossare una maschera dopo che mio padre più volte mi ha ripetuto che non dovevo mostrare le mie debolezze. Nessuno se n’è mai accorto, ma dentro di me sono sensazioni che hanno scavato a fondo. Un inferno”. Un giocatore alle volte sopra le righe, in netta crescita a livello tecnico e determinante in uscita dalla panchina per gli Wizards. Così abbiamo imparato a conoscerlo, ma in realtà dietro la maschera si cela un mondo di preoccupazioni e ansie. A 22 anni non è semplice confrontarsi con le ambizioni e le pretese di milioni di tifosi. "Queste cose sono molto serie. In alcuni momenti avevo bisogno di isolarmi e cercare soltanto di respirare a fondo. Essere razionali è l’unica strada con cui puoi combattere l’ansia, la depressione e tutte le sensazioni di quel genere". Una corazza indossata lontano dai riflettori, quando a rimbombare nelle sue orecchie c’era soltanto la voce di suo padre. "Il mio punto di riferimento", come lo definisce il giocatore degli Wizards, ma allo stesso tempo una figura che non ha smesso di pretendere il massimo da lui. Pronto a rinfacciarli l’assenza sul parquet a causa dell’espulsione in gara-4 ai playoff contro i Celtics o a fargli una lavata di testa prima di rientrare negli spogliatoi dopo una pessima serata al tiro.
"In un tempo molto ridotto affrontiamo difficoltà che altri provano in una vita intera"
Oubre Jr. però non smette di ringraziare il suo genitore per le attenzioni incessanti, la vera ragione per cui è così vicino a firmare un contratto multimilionario che potrebbe cambiare la vita della sua famiglia per le prossime generazioni: "Lui è la persona che mi garantisce stabilità, la mia àncora. Alle volte mi basta vederlo per tranquillizzarmi. Ho affrontato situazioni ben più difficili e questi momenti di scoramento prima o poi andranno via. La mia salute mentale è qualcosa che preoccupa anche mio padre, che sa bene quanto possa essere folle in alcuni momenti e alle volte mi serve da monito. So che il suo più grande sogno è quello di vedermi realizzato". E le sue cifre quest’anno vanno proprio in quella direzione, pedina importantissima in uscita dalla panchina per una squadra che ha estremo bisogno di punti a gara in corso. Prestazioni per cui nell’estate 2019 poter battere cassa e chiedere un contratto importante, ennesimo scoglio in una vita accelerata come quella dei campioni dello sport. "Sono delle sensazioni che provano tutti gli essere umani, in maniera indistinta. Nel nostro mondo dobbiamo affrontare molte avversità, confrontarci con tanti problemi che vengono amplificati dal contesto. E nel ruolo in cui siamo non possiamo mostrare le nostre debolezze. Tutti quelli che osservano da fuori guardano a noi come fossimo supereroi, ma questo da sì che diventa difficile comprendere le nostre ansie. In realtà siamo delle persone normali. Affrontiamo in poco tempo quello che un uomo deve fronteggiare in una vita intera". Una breccia quella aperta da DeRozan e Love di cui i giocatori sentivano evidentemente la necessità. Il numero 0 dei Cavaliers ha anche messo a disposizione dei tifosi una mail a cui scrivere per raccontare la propria storia. Essere un esempio vuol dire anche questo, sentirsi liberi di manifestare le proprie fragilità.