Pazzesco quarto quarto di Kevin Durant, che segna 14 punti consecutivi e chiude a quota 37, con anche 11 rimbalzi e 4 stoppate. In assenza di Curry – fuori già dopo due minuti per una distorsione alla caviglia – al resto ci pensa Draymond Green con la 22^ tripla doppia della sua carriera. Settima vittoria in fila Warriors
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Golden State Warriors-San Antonio Spurs 110-107
Anche in una serata in cui i Golden State Warriors devono rinunciare a Steph Curry (la cui caviglia si gira male al termine di una penetrazione costringendolo a lasciare la gara dopo soli 2:23 del primo quarto), Kevin Durant e Draymond Green dimostrano di poter comunque portare a termine il lavoro, anche contro una squadra sicuramente in difficoltà come i San Antonio Spurs (che perdono la nona gara delle ultime 12 disputate) ma sempre difficile da battere. La prestazione dell’MVP delle ultime finali nel quarto quarto – iniziato dagli Warriors a -9, dopo aver subìto un parziale di 9-0 negli ultimi 65 secondi del terzo quarto, per il massimo vantaggio di serata Spurs – è leggendaria. Steve Kerr gli mette la palla in mano quasi a ogni possesso e Durant risponde segnando 14 punti consecutivi per la sua squadra, dal 95-91 San Antonio fino alla parità sul 105-105. A portare davanti Golden State ci pensa un rimbalzo offensivo e un canestro di Draymond Green, con cui il n°23 dei padroni di casa sigla la sua 22^ tripla doppia di carriera (chiuderà con 11 punti, 12 rimbalzi e 10 assist), risultato sempre coinciso con altrettante vittorie della sua squadra. Solo Magic Johnson può vantare una striscia di triple doppie abbinate a vittorie finali più lunga di quella dell’ala degli Warriors, a quota 24. È proprio però un inutile fallo di Green su un disperato tiro da tre punti di LaMarcus Aldridge nel finale di partita a regalare attimi di suspense supplementari alla gara: l’ala degli Spurs va in lunetta per tre liberi ma ne realizza solo due, lasciando gli ospiti a due punti di distacco. Durant in lunetta però fa solo 1/2 e con 2.3 secondi sul cronometro coach Popovich può disegnare un ultimo schema per la tripla del possibile pareggio. Che sulla sirena si prende, completamente smarcato, Bryn Forbes, la cui conclusione è però corta sul primo ferro. Golden State centra così la settima vittoria in fila e la decima nelle ultime undici, restando a una sola sconfitta di distanza dagli Houston Rockets, leader della Western Conference e titolari del miglior record NBA.
Nessuno come Kevin Durant
Kevin Durant chiude una gara da MVP con 37 punti e 14/27 al tiro (4/7 da tre), 11 rimbalzi, 4 assist e 4 stoppate ma i padroni di casa hanno anche 13 punti a testa da Klay Thompson (con 5/16 al tiro ma un ottimo +19 di plus/minus, miglior dato di squadra) e JaVale McGee e 12 da Nick Young dalla panchina. Shaun Livingston, chiamato a giocare più minuti dopo l’uscita di Curry, non va troppo lontano da una tripla doppia, chiudendo con 9 punti, 7 assist e 7 rimbalzi. Per gli Spurs invece, senza Pau Gasol per l’infortunio alla spalla riportato contro Memphis, non serve a nulla la grande prestazione di LaMarcus Aldridge, autore di 30 punti con 17 rimbalzi e 11/20 al tiro. Doppia doppia anche per Kyle Anderson, che aggiunge 11 rimbalzi a 12 punti, e gara molto positiva anche per Dejounte Murray, che chiude con 14, 6 assist e 5 rimbalzi, ma la squadra di coach Popovich tira solo 6/22 da tre punti e non riesce ad approfittare delle tante assenze in casa Warriors (oltre all’infortunio di Curry, fuori anche Andre Iguodala, David West e Jordan Bell). San Antonio si mantiene per il momento al quinto posto della Western Conference ma conta soltanto una sconfitta in meno (e una vittoria in meno) di Minnesota e Oklahoma City, che la inseguono da vicino.