Please select your default edition
Your default site has been set

NBA, Lakers, storie tese tra Randle e Thomas: "Normale per giocatori passionali"

NBA

Entrambi in scadenza di contratto, a caccia di minuti e di una conferma il prossimo 1 luglio: Randle e Thomas si sono confrontati in maniera accesa in panchina, divisi dai compagni prima che la situazione degenerasse. A fine partita però, amici come prima; almeno all’apparenza

Isaiah Thomas ha scelto un modo un po’ perverso di rendere particolare la sua prima partita da titolare con la maglia dei Lakers (chiusa con 20 punti e sette assist), andando al faccia a faccia e allo scontro quasi fisico con Julius Randle durante un timeout. I fatti: terzo quarto della sfida contro gli Warriors, i giallo-viola scivolano oltre la doppia cifra di svantaggio e in panchina si scaldano gli animi tra due delle personalità più focose in casa Lakers. I toni salgono tanto da richiedere l’intervento prima di Brook Lopez e poi di Lonzo Ball per separarli, seguito poi da un confronto a due per chiarire l'accaduto. Uno scontro tra compagni di squadra andato in onda in diretta TV che ha fatto rizzare le antenne a molti; non una novità in realtà per Thomas che già a Cleveland nei mesi scorsi aveva avuto da ridire con Kevin Love, riuscendo in poche settimane a farsi un bel po’ di nemici in Ohio. Per la point guard numero 3 non una grande pubblicità in vista della scadenza di contratto del prossimo 30 giugno, nonostante i commenti a fine gara cerchino in tutti i modi di smorzare la polemica: "Non visto bene cosa sia successo, né cosa si sono detti – racconta coach Walton -. Ho parlato con loro soltanto in un secondo momento e sono favorevole al confronto tra giocatori. Sono due ragazzi di larghe vedute che riusciranno a chiarirsi. In fondo è dall’inizio dell’anno che chiedo in allenamento a loro di parlare in difesa e se questo viene rubricato come uno sconto, vuol dire che siamo di fronte a giocatori passionali che si preoccupano del loro lavoro. Caratteristiche che pretendo ci siano nel nostro gruppo ogni giorno”. I diretti interessati hanno poi condiviso il parquet per una parte del quarto periodo, cercando più che altro di trovare la giusta chimica in campo, senza preoccuparsi di quanto accaduto in precedenza. Acqua passata già dopo pochi minuti: "Onestamente ritengo che sia una cosa positiva, ci aspettiamo molto uno dall’altro – racconta Randle -. È stato soltanto un problema di comunicazione. Tutti e due vogliamo vincere e pretendiamo il massimo dai compagni. Non c’è nessuna ragione per la quale dovrei fare la guerra a un ragazzo come Isaiah, nulla di personale. Ripeto, è una questione di campo: tutti e due vogliamo vincere e performare al meglio. È importante sottolinearlo perché in passato per questa squadra non era sempre stato così".

La tensione di entrambi venuta fuori già contro i Nuggets

Che i nervi fossero abbastanza tesi per entrambi era già chiaro da qualche giorno, come dimostrato da quanto accaduto nel finale della partita vinta contro i Nuggets. Randle infatti è andato faccia a faccia con Nikola Jokic (in quel caso in maniera molto più incattivita), mentre Thomas non ha risparmiato provocazioni al tanto odiato Jamal Murray, nemico numero 1 in casa giallo-viola dopo i ripetuti screzi di questa regular season. Nulla a che vedere con le scaramucce tra compagni viste oggi: “Semplicemente due giocatori competitivi che si ritrovano faccia a faccia, questo è tutto”, svicola così Thomas, cercando di stigmatizzare l’accaduto. “Siamo due dei leader dello spogliatoio, quelli che parlano di più. C’è stato un malinteso e ne abbiamo discusso, tutto lì. Cose che succedono in un gruppo vivo che vuole confrontarsi. Una pratica positiva in una squadra che vuole crescere”. Uno scontro sicuramente in parte dettato dal continuo confronto che i due si ritrovano a vivere in questo finale di stagione, chiamati a dimostrare di essere all'altezza di un rinnovo che difficilmente arriverà per entrambi. Randle dei due sembra molto più avanti (come abbiamo dettagliatamente raccontato in questo pezzo), mentre per Thomas il futuro è quasi certamente lontano da L.A.. Con buona pace dell'ex candidato MVP della passata stagione.