Settimi (i Bucks) e ottava (gli Heat) a Est, sia Milwaukee che Miami perdono contro Magic e Kings occasioni importanti per migliorare la propria posizione in vista dei playoff. Pur senza Curry, Thompson e Green, Golden State batte i Lakers con 26 punti di Kevin Durant
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Sacramento Kings-Miami Heat 123-119 OT
Miami è sotto di 16 all’inizio del quarto quarto, insegue ancora sul 104-91 ma poi si affida a un Goran Dragic scatenato per rientrare in partita. La point guard slovena segna 11 punti consecutivi (finirà con il suo massimo stagionale a quota 33) per guidare la disperata rimonta degli Heat, che piazzano un parziale di 19-2 che li porta sul 110-106 a pochi secondi dalla fine. Una tripla di Buddy Hield e una persa di Miami rovinano però la rimonta e quando De’Aaron Fox si inventa il canestro della parità da rimessa proprio sulla sirena per decidere la sfida del Golden 1 Center ci vogliono cinque minuti supplementari. Che vedono la firma di un veteranissimo, Zach Randolph: suoi i primi tre punti dell’overtime e sua anche una stoppata decisiva a 79 secondi dalla fine su Justise Winslow. Miami – ottava a Est, con Milwaukee nel mirino al settimo posto – perde così una gara che aveva quasi riacciuffato, arrendendosi ai 22 con 9 rimbalzi dell’eterno Randolph, ai 20 con 9/14 al tiro della gioventù di Fox e ai 24 dalla panchina di un ottimo Buddy Hield. Vanificato il season high di Dragic, Miami – che sul parquet dei Kings non poteva contare né su Dwyane Wade né su Hassan Whiteside, entrambi infortunati – ha 22 punti con 6 triple da Wayne Ellington e un James Johnson non lontano dalla tripla doppia (18 punti, 10 rimbalzi, 7 assist), ma cede una gara importante in ottica playoff che potrebbe rimpiangere a fine stagione.
Orlando Magic-Milwaukee Bucks 126-117
Dopo la figuraccia rimediata sul parquet di San Antonio (-36), gli Orlando Magic avevano qualcosa da farsi perdonare. Brutta notizia per i Milwaukee Bucks, delle due squadre sicuramente quella per cui la vittoria aveva un’importanza maggiore. Con 20 punti combinati di Jonathon Simmons e D.J. Augustin Orlando chiude il primo quarto con un parziale di 27-7 e va avanti di 16. I Bucks riescono a rientrare fino a ottenere il primo vantaggio con meno di cinque minuti da giocare nel terzo quarto, quando però arriva un altro parziale dei Magic che stavolta si rivela decisivo: il 14-0 che mande le due squadre all’ultimo mini-riposo porta i padroni di casa sul +9 e da lì la squadra di coach Vogel resta in controllo per tutto il quarto periodo. Una brutta battuta d’arresto – l’ennesima – per Milwaukee, che perde così la settima gara nelle ultime dieci e spreca l’occasione di allungare su Miami, consolidando il proprio settimo posto a Est. Non basta la solita prestazione mostruosa di Giannis Antetokounmpo, autore di 38 punti, 10 rimbalzi, 7 assist e 3 recuperi, e neppure i 22 di Khris Middleton e i 20 di Eric Bledsoe: Orlando – sempre senza Aaron Gordon – ha una serata magica sia da parte di Jonathon Simmons, che chiude con 35 punti e 7 triple a segno, che di D.J. Augustin, autore di 32. Alle loro prestazioni si somma quella di un Nikola Vucevic vicino alla tripla doppia con 22 punti, 9 assist e 9 rimbalzi, cifre che fanno disperare l’allenatore di Milwaukee Joe Prunty, che chiama lo sforzo della sua squadra “orribile”.
Golden State Warriors-Los Angeles Lakers 117-106
Pur senza Steph Curry, Draymond Green, David West, e ora anche Klay Thompson, alle prese con la frattura al suo pollice destro, Golden State trova un modo di sconfiggere i Lakers sul proprio campo, affidandosi ai punti di Kevin Durant (26 con 10/19 al tiro ma solo 1/6 dalla lunga distanza) e a un quintetto davvero inedito, che insieme al n°35 vede schierato Quinn Cook, Nick Young, Kevon Looney e Zaza Pachulia, alla sua prima partenza nei primi cinque dopo l’All-Star Game, onorata da una gara da 10 punti, 12 rimbalzi e 5 assist. In perfetta parità all’intervallo, la gara prende la direzione dei padroni di casa con il parziale di 21-7 in apertura di terzo quarto, frutto di un quasi perfetto 7/8 dal campo ed effettuato senza neppure un punto da parte di Kevin Durant. È di 62-51 il parziale della seconda metà di gara per gli Warriors, alla settima vittoria in fila alla Oracle Arena contro i Lakers, che non vincono a Oakland dal 22 dicembre 2012. Coach Kerr trova 18 punti da Nick Young e 15 dalla panchina da parte di Omri Casspi, mentre ai gialloviola – in assenza di Kyle Kuzma, fuori con una caviglia dolorante – non basta l’ennesima ottima prestazione di Julius Randle a quota 22 con 10 rimbalzi, i 20 di Brook Lopez e di Isaiah Thomas con 5 triple e 7 assist e un Lonzo Ball da 11 assist, 5 rimbalzi, 3 recuperi ma solo 1/8 da tre punti (e 8 punti). Golden State torna alla vittoria dopo i due ko contro Blazers e Timberwolves e non smette di sperare in un improbabile aggancio agli Houston Rockets in vetta alla Western Conference.