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NBA, i risultati della notte: disastro Miami contro Brooklyn. Torna Wall, sorride Washington

NBA

Gli Wizards ritrovano John Wall dopo due mesi (15 punti e 14 assist), vincono contro gli Hornets e conquistano i playoff. Gli Heat invece rimandano la festa, battuti in casa all’overtime dai Nets per la terza volta in stagione. Tutto facile per gli Warriors a Sacramento, i Pistons vincono al Madison Square Garden

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Washington Wizards-Charlotte Hornets 107-93

Per una volta una serata perfetta in casa Wizards, vincenti senza troppe difficoltà contro una squadra priva di motivazioni e soprattutto felici di poter riabbracciare John Wall dopo oltre due mesi d’assenza: “La Ferrari sta abbastanza bene – commenta ironico coach Brooks, in riferimento al ritorno sul parquet del suo All-Star – ha generato un bel po’ di tiri con spazio per i compagni; questo è il suo marchio di fabbrica, quello che gli riesce meglio”. A distanza di 65 giorni dall’ultima gara e due mesi dopo l’operazione al ginocchio, il primo tiro di Wall è una tripla aperta. Non il suo pane quotidiano, ma anche quella alla fine ha trovato il fondo della retina: “Vedere andare dentro quella conclusione mi ha sbloccato. Ho capito che tutto era cominciato daccapo”. Alla sirena sono 15 punti (con 6/17 al tiro) e soprattutto 14 assist per il numero 2, più volte messo in discussione durante la sua assenza a causa del suo temperamento diviso. Questa volta invece ci sono palloni per tutti: Bradley Beal chiude con 22 punti e sei triple; le stesse realizzate da un Otto Porter da 26 punti. Mike Scott invece ne aggiunge 15 a gara in corso, in una partita chiusa dagli Wizards con 18/39 dall’arco (record di franchigia eguagliato), oltre il 46%. A pesare sul match il 37-23 di parziale del terzo quarto firmato dai capitolini, che con questa vittoria conquistano l’aritmetica certezza di andare alla post-season, consolidano il sesto posto a Est. Ossia quello che li costringerà all’incrocio con i Cavaliers già al primo turno playoff. Ma neanche questa notizia è riuscita a rovinare la serata a Washington, almeno.

Miami Heat-Brooklyn Nets 109-110 OT

Il finale di partita aveva preparato uno scenario perfetto per concludere in bellezza: Caris Lavert che segna il canestro dell’ennesimo controsorpasso a meno di 30 secondi dal termine del tempo supplementare, mentre dall’altra parte Miami non può che affidarsi ancora una volta a Dwyane Wade. Il tentativo del numero 3 (a detta sua dopo aver subìto fallo) non trova però il fondo della retina, e gli Heat si arrendono così per la terza volta in stagione ai Nets. “Credo che Dwyane abbia fatto una grande azione”, commenta Spoelstra a fine gara, convinto del fatto che nel Last 2 Minutes report arbitrale verrà riportato che il fallo andava fischiato. Poco importa però, visto che l’importane era vincere ed è arrivata una sconfitta. “Goran ha avuto un’ottima conclusione aperta per vincere la sfida al termine dei regolamentari; non possiamo biasimare molto su quello che abbiamo costruito”. Alla sirena sono però ben sette i giocatori in doppia cifra in casa Nets, guidati dai 20 di Hollis-Jefferson. Un po’ troppi contro una squadra da lottery per un gruppo in lotta per un posto ai playoff. “Tanti buoni tiri non sono andati dentro: è stata una serata storta”, il commento condiviso nello spogliatoio della Florida, che interrompe la striscia di otto successi in fila in casa e perde l’opportunità di festeggiare l’aritmetica certezza di tornare ai playoff dopo la beffa di 12 mesi fa. “Accetto questa sconfitta – chiosa Wade -, abbiamo giocato duro, abbiamo giocato insieme. Poche cose non sono andate per il verso giusto, ma se devo perdere, preferisco farlo in questo modo”.

New York Knicks-Detroit Pistons 109-115

New York e Detroit hanno poco da dirci, trascinate avanti in questo finale di stagione soltanto dalla routine e pronte all’ennesima rivoluzione in arrivo durante la off-season. Jeff Hornacek e Stan Van Gundy sono due dei coach che molto probabilmente perderanno la loro panchina non appena la regular season avrà chiuso i battenti, incapaci di trovare soluzioni che funzionassero durante l’arco della stagione. Vincono i Pistons anche senza Blake Griffin fermato da un problema al ginocchio, affidandosi a un quintetto che chiude tutto in doppia cifra e guidato da un Andre Drummond ancora una volta straripante con i suoi 22 punti e 17 rimbalzi (e con -6 di plus/minus). A fare la differenza nei parziali decisivi della sfida infatti è la panchina, con Eric Moreland, il rookie Luke Kennard e  soprattutto Ish Smith, ritornato a fare ciò che gli riesce meglio: il guastatore che entra a gara in corso. Dall’altra parte sono 32 punti con 14/21 al tiro e tre triple per Michael Beasley, a cui si aggiungono i 18 a testa di Tim Hardaway Jr. (che esce dal campo senza salutare il padre, assistente dei Pistons) e Trey Burke, che aggiunge anche 15 assist al suo bottino personale. Cifre che potranno tornare comode per arrotondare le medie stagionali, ma non per evitare la quinta sconfitta nelle ultime sei, la 14esima nelle ultime 17, la 21esima nelle ultime 25, ecce cc.

Sacramento Kings-Golden State Warriors 96-112

Tutto facile per gli Warriors a Sacramento, in un match in cui i campioni NBA hanno finalmente ritrovato anche Klay Thompson, pienamente recuperato dopo la frattura al dito. Godlen State resta profondamente scossa da quanto accaduto a Patrick McCaw nel terzo quarto, ricaduto male sulla schiena e uscito in barella tra atroci sofferenze e subito portato in ospedale. La partita a quel punto perde inevitabilmente di senso, anche se gli Warriors avevano già fatto abbastanza per farla propria. Alla sirena finale sono 27 punti, 10 rimbalzi e cinque assist per Kevin Durant (in 31 minuti con +20 di plus/minus), a cui si aggiungono i 25 realizzati da Thompson, che si prende ben 19 conclusioni vista anche l'assenza del lungodegente Steph Curry. Draymond Green invece gioca la sua solita partita da tuttofare, chiudendo con 8 punti, 9 rimbalzi e 7 assist, decisivi nel 36-20 di parziale del terzo quarto che spacca in due la partita. Da lì in poi i campioni NBA pensano solo alle condizioni di McCaw, come sottolineato anche a fine gara, mentre i Kings - già pieni zeppi di problemi - non vedono l'ora che questa complessa regular season giunga al termine.