Voci dagli Stati Uniti riportano che la guardia sarebbe disposta a rinunciare a decine di milioni di dollari pur di continuare a giocare ai Golden State Warriors. Il suo sacrifico economico sarebbe fondamentale per mantenere intatto il nucleo con Steph Curry, Kevin Durant e Draymond Green
Non è certo un mistero che Klay Thompson sia un giocatore “diverso” rispetto a tutti gli altri nella NBA: il suo carattere mite, la sua personalità “rilassata” e la passione per il bulldog Rocco come tratto distintivo del suo personaggio sono tutti tratti che descrivono perfettamente la sua unicità rispetto alle altre superstar della lega. Per questo sorprende solo fino a un certo punto che sia disponibile a fare un grosso sconto ai Golden State Warriors pur di rimanere in squadra e probabilmente finire la sua carriera nella Baia. Come riportato da The Athletic, l’entourage del giocatore e la franchigia californiana hanno già aperto le trattative per estendere il contratto, legando Thompson agli Warriors fino al 2023. Questa è una notizia estremamente significativa per la dirigenza guidata dal GM Bob Myers perché Thompson rinuncerebbe a decine di milioni di dollari, permettendo alla franchigia di risparmiarne altrettanti sulla luxury tax riuscendo a tenere intatto questo gruppo così vincente. Una decisione che sarebbe in linea con il suo personaggio e su quanto dichiarato nel corso di questi anni, visto che Thompson ha sempre detto che per lui sarebbe stato difficile vedersi con un’altra squadra e, soprattutto, in un’altra città ricominciando da capo. “Se la scelta è tra 150 milioni in un posto che non conosce e 110 milioni per rimanere in un luogo che ama, non è così difficile per lui scegliere” dicono quelli vicini a lui. Il ragionamento è che alla fine Thompson è comunque sistemato finanziariamente per il resto dei suoi giorni e soprattutto, giocando per una squadra visibile come gli Warriors, i suoi altri contratti extra – lo sponsor tecnico cinese Anta e altri accordi di endorsement come quelli con Chocolate Milk e Body Armor – sono più vantaggiosi rispetto a quelli che avrebbe giocando da prima stella per un’altra squadra. E questo gli Warriors lo sanno benissimo, ricavandone un risparmio che potrebbe essere cruciale per continuare a vincere in futuro.
A quanto rinuncerebbe Thompson estendendo (e non rinnovando) il suo contratto?
Con questa decisione Thompson rinuncerebbe come minimo a 30 milioni di dollari su un accordo di cinque anni, ma ci sono voci che l’estensione potrebbe essere anche inferiore al massimo salariale. A differenza dei rinnovi contrattuali (ciò una firma arrivata dopo la scadenza dell’accordo), le estensioni di contratto nella NBA possono essere concordate fino a un anno prima dalla scadenza (che nel caso di Thompson è prevista per il 2019) e si basano sull'ultimo anno dell'accordo in essere, aumentandolo fino a un massimo del 120% nel primo anno e poi dell'8% in quelli successivi. Il figlio di Mychal già nell’estate del 2014 aveva accettato di estendere il suo accordo per 69 milioni di dollari in quattro anni invece che i 73 che avrebbe potuto ottenere con il cap aumentato. Proprio l’esplosione del salary cap degli ultimi anni – passato da circa 70 a 100 milioni di dollari – permetterebbe a Thompson di guadagnare decisamente di più se si presentasse da free agent sul mercato nella prossima estate: le stime di The Athletic parlano di un massimo di 188 milioni in 5 anni rifirmando (e non estendendo) con gli Warriors oppure 139 milioni in 4 anni da un’altra squadra con abbastanza spazio salariale come i Philadelphia 76ers (se non avranno raggiunto uno dei pezzi grossi di questa estate) oppure i Los Angeles Lakers, la sua squadra di casa. Estendendo il suo accordo sulla base dei 18.9 milioni che guadagnerà il prossimo anno, invece, Thompson potrebbe guadagnare al massimo 102 milioni in quattro anni, portando il suo totale nel quinquennio a 121 milioni – decisamente meno rispetto a una qualsiasi delle due strade possibili nell’estate del 2019.
Quanto risparmiano gli Warriors estendendo il contratto?
Bisogna però considerare che quell’accordo da 188 milioni in 5 anni potrebbe non essere messo sul tavolo dagli Warriors, che hanno già due “super max” in Steph Curry e nel prossimo futuro in Kevin Durant. Offrendolo anche a Thompson – e considerando che Draymond Green è in scadenza nel 2020 – si ritroverebbero davanti a dei costi insostenibili per tenere insieme questa squadra (considerando gli stipendi e la luxury tax), venendo di fatto costretti a sacrificare almeno uno (se non due) dei loro “Big Four”. E proprio questo è lo scenario che Thompson vorrebbe evitare, anche perché rispetto a Curry e Durant è quello più “sacrificabile” e rispetto a Green è meno determinante per la personalità e l’anima difensiva della squadra, pur essendone una parte importantissima. Se Thompson decidesse di accettare un’estensione addirittura inferiore rispetto al massimo possibile – voci dicono che potrebbe firmare un contratto a 23 milioni di media nei quattro anni, portando il totale a circa 92 milioni invece dei 102 possibili –, farebbe un ulteriore sconto a Golden State, che potrebbe affrontare con maggiore calma il rinnovo di Durant che sarà certamente vicino al massimo salariale, dato che “KD” non sembra più disponibile a fare sconti in futuro dopo quello dello scorso anno. Tutto è ovviamente ancora in divenire, visto che non è nemmeno detto che le due parti troveranno un accordo. Ma se i Golden State Warriors continueranno a essere i Golden State Warriors ancora a lungo, molto passerà da questo gigantesco sacrificio economico di Klay Thompson.