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NBA: J.R. Smith e il fallo duro su Horford, la sorella attacca: "Vai a fanc**o"

NBA

Storie tese sul finire di partita tra Boston e Cleveland, con J.R. Smith e Marcus Smart faccia a faccia dopo che il giocatore dei Cavaliers ha spinto da dietro in volo Al Horford. Un gesto vile, che ha fatto imbestialire il TD Garden e soprattutto la sorella del n°42 dei Celtics

Fine quarto periodo, partita ormai definitivamente in ghiaccio. Boston a caccia del colpo di grazia, con Marcus Smart che alza al ferro l’alley-oop per Al Horford che salta per chiudere l’arcobaleno nel canestro. J.R. Smith, frustrato da una partita da 0/7 al tiro e 0 punti raccolti, non ci pensa due volte - e quando mai ha pensato troppo J.R.? - e spinge il n°42 dei Celtics mentre è in volo. Un colpo proibito, che fortunatamente non ha conseguenze sul lungo di Boston, ma scatena la rabbia di Smart che non corre in soccorso del compagno, ma a far valere le sue ragioni contro l’avversario. Urla, qualche spintone e poi gli arbitri che li allontanano, fischiando un fallo flagrant contro Smith, oltre al doppio tecnico. “Non possiamo permettere che succeda una cosa del genere – racconta Smart a fine gara -, non è la prima volta che J.R. fa una giocata squallida e sporca come questa, soprattutto quando gioca contro di noi. Conosciamo bene il suo atteggiamento. Vuole a tutti i costi fare il bullo, ma non potevo starmene fermo. Non si lascia un giocatore libero di fare quello che gli pare, altrimenti continuerà così fino a quando qualcuno non si alza a farglielo presente. Se vedo un mio compagno a terra, devo fargli capire che non è un lusso che può permettersi contro di noi. Scendiamo in campo per giocare a basket e mi sento legato alle sorti di tutti i miei compagni. Al è stato colpito in una situazione particolare: era in aria e non poteva proteggersi dal colpo, né tantomeno prevedere una caduta rovinosa. Una spinta con due mani mentre era in volo, una giocata sporca”. Il pubblico del TD Garden a quel punto ha iniziato a urlare di tutto contro Smith, nonostante Horford sia uscito illeso dalla caduto e in grado di far pagare dazio alla difesa dei Cavs. Il diretto interessato poi, con la solita schiettezza, pur scusandosi non nega di averlo fatto di proposito: “È stata una chiamata corretta da parte degli arbitri, l’ho spinto platealmente ed è stato un provvedimento giusto. Non è stato un comportamento vile, volevo solo essere certo che non segnasse i due punti [che poi sono arrivati dalla lunetta, ndr]. È stato un fallo duro, ma “buono”. Ho capito e accetto il flagrant che mi è stato fischiato”. Idea diversa da quella che Anna Horford, la sorella di Al, si è fatta rispetto all’accaduto e che ha palesato sui social: “F**k you J.R.”, il suo cinguettio. Nove lettere in totale e un chiaro dono della sintesi.