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NBA: "José Calderon ha un patrimonio di 2.2 miliardi", i Cavs sono convinti (ma non è vero)

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La point guard spagnola di Cleveland si è ritrovata al centro di un gigantesco equivoco: un noto sito che valuta la ricchezza dei personaggi famosi, associava alla sua famiglia un patrimonio di 2.2 miliardi. Un errore dovuto a un caso di omonimia, anche se i suoi compagni e colleghi hanno iniziato a crederci

In uno spogliatoio NBA le gerarchie sono chiare, non solo come scelte e responsabilità da assumere sul parquet, ma anche quando a fine mese si passa a ritirare lo stipendio. Nel calcio e in generale nello sport in Italia è difficile avere un’idea chiara del guadagno di un compagno di squadra, mentre in NBA basta consultare uno delle centinaia di siti che certosinamente riportano tutte le voci del salary cap delle squadre. Ti guardi negli occhi e sai quanti centesimi di dollari in più mette in tasca il tuo vicino d’armadietto. Per questo nello spogliatoio dei Cavaliers (come magistralmente raccontato su ESPN da Dave McMenamin) è stato un fulmine a ciel sereno la notizia che José Calderon, veterano con stipendio minimo da 1.47 milioni di dollari, fosse in realtà un miliardario. Possessore di un patrimonio di circa 2.2 miliardi per l’esattezza, frutto del lavoro paterno di imbottigliatore di Coca Cola che in Messico ha messo in piedi un vero e proprio impero. Una scoperta fatta su Google da Channing Frye – ai Cavaliers fino allo scorso febbraio - attraverso il sito CelebrityNetWorth, che oltre all’articolo che raccontava dei 415mila dollari incassati dalla point guard spagnola nel passaggio di sole due ore agli Warriors dell’anno passato, allegava anche l’articolo con il patrimonio di José Calderon Rojas. Una notizia che si è diffusa a macchia d’olio tra i giocatori dei Cavaliers: “Tutti per giorni non hanno parlato d’altro – racconta Cedi Osman -, chiunque commentava la notizia. Ogni giocata di José terminava sempre con un ‘bel lavoro José il miliardario… è una gran fortuna avere tutti quei soldi’”. Il problema però è che la notizia non era vera, ma soltanto un errore fatto dal programma di computazione del sito che aveva sovrapposto i patrimoni del giocatore di Cleveland con quelli di un miliardario messicano a causa dell’omonimia tra i due: “No, non è vero – racconta il diretto interessato -. Mi piacerebbe poter dire di sì, spero di poterlo essere un giorno, ma non sono miliardario”. I ricconi sono messicani d’origine, lui spagnolo. “Non ho familiari in America, ma la parte più assurda è che tutto il resto della descrizione su Google coincideva con me alla perfezione. Avevano messo il nome di mia moglie, i miei tre figli e tutti i posti in cui ho giocato a basket. Tutto vero, tranne il patrimonio”. Una bella differenza, una di quelle tra le quali ballano giusto un paio di miliardi di dollari.

I conti da pagare in casa Cavs e le voci che corrono in giro nella lega

Kevin Love però, citando Winston Churchill ricorda sorridendo: “Nel tempo che una bugia ha fatto il giro del mondo, la verità si sta ancora infilando i pantaloni”. E così in tutta la NBA si diffonde la convinzione del fatto che Calderon sia un miliardario: “Giocavamo contro in Knicks, stavo entrando in campo e si sono avvicinati Courtney Lee e Jarrett Jack, con il primo che ha detto: ‘Hey J.J., chiediglielo! Devi chiederglielo!’. E io a quel punto: ‘Che succede J.J.? Dimmi tutto’. ‘È vero quello che si dice in giro, tutti ne parlano. È vero che sei miliardario, che hai 2.2 miliardi. È vero’. Anche in quel caso ho dovuto ripetere: ‘No, è un errore’”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche i Raptors, che nella loro chat di squadra commentavano gli investimenti economici di Calderon (proprietario di una fattoria di maiali in Spagna): “Potrebbe averli fatti vendendo il bacon”, era il commento tra il serio e l’ironico di Kyle Lowry. Un’incomprensione diventata oggetto di scherzi continui in casa Cavs, con i giocatori che non sono stati lì troppo tempo a porsi il problema della veridicità di quella notizia: “È stato uno dei tormentoni della nostra stagione – sottolinea James -, non sapevamo se fosse realmente vero, ma Channing continua a costringerlo a pagarci la cena. Ogni volta che arrivava il conto ripeteva: ‘Portalo al miliardario’, eravamo convinti”. Discorsi simili a quelli fatti sul fondo della panchina di Cleveland, dove durante una gara di playoff la point guard spagnola era in piedi nei pressi del campo assieme a Larry Nance Jr. e il già citato Cedi Osman: “Se metti un piede in campo ti becchi una bella multa”, commentava il rookie d’origine turca. “E a quel punto dicevo a Larry ‘Spingi José, fagli mettere un piede sul parquet’, e lui mi rispondeva ‘Guarda che è miliardario, a lui una multa del genere fa il solletico’.

E il profilo del patrimonio di Calderon diventa il più cliccato

Brian Warner, proprietario del sito che fa le stime dei patrimoni delle celebrità, spiega come fosse facile attendersi un errore del genere: “Purtroppo non è un sistema molto intelligente, fa soltanto da raccoglitore con l’unica discriminante legata al nome, senza fare distinzione tra un giocatore NBA e un miliardario messicano”. Un errore che ha scatenato le curiosità di molti, visto che lo stesso sito ha ricevuto una montagna di segnalazioni e di email che sottolineavano l’assurdità di quel calcolo. Da quando è diventato di dominio comune la storia del miliardario Calderon, la pagina a lui dedicata è diventata una delle più lette e cercate sul sito”. Un equivoco che ha portato molti a porsi una domanda esistenziale di non poco conto: ma se fossi miliardario e non avessi bisogno dei (tanti) soldi che si guadagnano in NBA, continuerei a lavorare in palestra e a fare questa vita? “Se tu ami il Gioco, continui a prescindere dai soldi, lo fai per nutrire la tua passione”, racconta Jeff Green, sulla stessa lunghezza d’onda di LeBron James, che come patrimonio al momento ha messo da parte più di 400 milioni di dollari. Tanti, ma meno del fantomatico padre di Calderon, che per l’ennesimo scherzo del destino non ha mai bevuto Coca Cola in vita sua. O almeno così dice: toccherà fidarsi o magari anche questa è una storia figlia di un equivoco?