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NBA, Ben Simmons batte Donovan Mitchell: è la stella dei Sixers il rookie dell'anno

NBA

La matricola di Philadelphia ha superato Mitchell e Jayson Tatum aggiudicandosi il premio dedicato al miglior debuttante NBA ma il suo sguardo è già al futuro: "Con un po' di tempo e una star in arrivo dalla free agency possiamo puntare in alto", dice

“Non un rookie. Il rookie”. Al solito i creativi di Nike sanno come sintetizzare tutto in uno slogan, e così è stato anche per celebrare la vittoria del premio di matricola dell’anno NBA di Ben Simmons, il giovanissimo talento dei Philadelphia 76ers che nella finale a tre si è imposto su Donovan Mitchell degli Utah Jazz e Jayson Tatum dei Boston Celtics. In 81 gare di stagione regolare Simmons ha chiuso con 15.8 punti, 8.2 assist e 8.1 rimbalzi, il primo giocatore dai tempi di Magic Johnson ad andare sopra i 18-8-8 al suo esordio nella lega, facendo registrare anche la bellezza di 12 triple doppie. Un esordio che un infortunio ha ritardato di un’intera stagione, visto che il prodotto di Montverde Academy ha trascorso tutta l’annata 2016-17, dopo essere stato scelto dai Sixers, in infermeria. Proprio per questo motivo il suo avversario più acceso, la matricola degli Utah Jazz Donovan Mitchell, è arrivato alla cerimonia degli Awards in grande stile, su un van nero con un’enorme scritta “Rookie?” sulla fiancata. Il punto interrogativo riprendeva una vecchia polemica tra lui e Ben Simmons, nel considerare cioè il giocatore dei Sixers davvero una matricola dopo aver speso tutto la sua prima stagione NBA comunque all’interno dell’organizzazione di Philadelphia. “Non voglio tornare su queste polemiche – ha detto Simmons ritirando il premio – penso che il mio successo non tolga nulla alle eccellenti stagioni di Donovan [Mitchell] e Jayson [Tatum]. Credo che il livello della nostra competizione sia stato straordinario: amo giocare contro i migliori per cui vedere giocatori del loro livello e sapere che saranno una competizione costante per il resto della mia carriera mi gasa tantissimo”. Fatti i consueti ringraziamenti a “famiglia e amici – non sarei qui senza di voi – ai miei compagni di squadra, a un grande allenatore e alla città di Philadelphia”, il n°25 dei Sixers ha confessato che il ricordo più bello di questo suo primo trionfale anno da giocatore NBA “resta il fatto di aver potuto concludere il campionato in campo”, chiaro riferimento alle sofferenze passate che lo hanno costretto ai box per un’intera stagione: “Ho potuto realizzare il sogno che avevo da bambino: giocare nella NBA”, ha detto.

Le ambizioni di Simmons e dei giovani Sixers

Vinto il primo grande trofeo della sua carriera, Simmons però non ha certo intenzione di fermarsi: dopo essere diventato solo l’ottavo giocatore (il primo dai tempi di Tim Duncan) a incassare il premio di rookie dell’anno in virtù di una stagione con almeno 50 vittorie (52-30 il record di Philadelphia, la cui corsa ai playoff si è conclusa soltanto contro Boston al secondo turno) le sue ambizioni per il futuro sono di tutto rispetto: “Quest’anno è stata solo la prima stagione in cui abbiamo potuto giocare assieme, per cui abbiamo ancora davanti una lunga strada da percorrere”, ha dichiarato. “Cosa ci manca oggi? Credo solo un po’ di tempo. L’esperienza è un fattore importantissimo, siamo un gruppo giovanissimo ma i nostri successi hanno già attirato l’attenzione di grandi star e di importanti free agent”, ha fatto notare Simmons. “Magari l’arrivo di un grande nome da cui poter imparare potrebbe aiutarci a fare l’ultimo salto di qualità, perché anche se abbiamo ottimi veterani già in squadra forse ci manca quella star a cui ispirarci”. Un messaggio, neppure troppo velato, al suo grande amico LeBron James, che nei prossimi giorni dovrebbe decidere il suo futuro. Magari, perché no, a Philadelphia, al fianco della matricola dell’anno NBA per la stagione 2017-18 Ben Simmons e del nostro Marco Belinelli, che su Twitter non ha mancato di complimentarsi col suo giovane compagno.