Il benvenuto dato dall'attaccante svedese dei Galaxy al nuovo leader dei Lakers è in linea col personaggio: e il parallelo tra due giocatori "larger than life" vede Ibra e "King" James più simili che diversi
Quando era arrivato a Los Angeles lui, lo scorso aprile, lo aveva fatto nel suo stile: acquistando un’intera pagina del Los Angeles Times per scriverci solamente poche parole: “Cara Los Angeles, prego”. Firmato: Zlatan Ibrahmovic, nuovo giocatore degli L.A. Galaxy. Oggi, alla notizia della firma di LeBron James con i Lakers, l’attaccante svedese si limita a un semplice tweet, dal contenuto però non è meno roboante: “Ora L.A. a un Dio e un Re”, scrive, assegnandosi il ruolo divino e lasciando il titolo regale al suo nuovo vicino di casa. Una dichiarazione in linea col personaggio, che pochi giorni dopo il suo arrivo in California era già su tutte le prime pagine per la doppietta con goal super spettacolare all’esordio (trascinando i Galaxy alla vittoria in rimonta per 4-3 nel derby contro gli L.A. FC) e per le scoppiettanti dichiarazioni rilasciate ospite al Jimmy Kimmel Live: “Avevo messo gli occhi su Los Angeles da un po’, volevo fare un regalo alla città e ho pensato: potrei essere io, il regalo…”, piuttosto che “mi ero immaginato un terremoto al mio arrivo in California: quel goal lo è stato e ha segnato il mio ingresso in città”. Come Ibrahimovic anche LeBron James avrà i soliti problemi delle superstar (inconvenienti peraltro ben conosciuti dal n°23 dei Cavs, sotto i riflettori nazionali da quando ha 16 anni): “Non riesco a camminare per strada, ma in fondo è colpa mia: se non fossi così forte non succederebbe”, aveva detto. La nuova coppia di fuoriclasse della città degli angeli è poi accomunata da quella che la star dei Galaxy chiama “un’altissima fiducia in se stessa, una forza mentale che è a prova di pallottole”, la stessa sviluppata negli anni da “King” James che forse, stando a sentire le parole di Ibrahimovic, deve ringraziare che lo svedese abbia scelto il calcio e non la pallacanestro (i centimetri non gli mancano): “Sarei stato un fenomeno in qualsiasi disciplina avessi scelto, mi dispiace per i tifosi degli altri sport di aver preferito il calcio”. Calcio che Ibrahimovic definisce lo sport più popolare al mondo, motivo per cui lui – il calciatore più popolare di tutti, a suo avviso – è gioco forza il migliore dei migliori: un titolo che però, da oggi, dovrà contendersi con l’ex n°23 dei Cavs, che sicuramente arriva in città con un palmares che non impallidisce certo di fronte a quello di Ibra: se l’ex attaccante di Ajax, Juventus, Inter, Barcellona, Milan, Paris St. Germain, Manchester United vanta 2 scudetti in Olando, 4 in Italia (più uno revocato con la Juve), altri 4 in Francia, 1 in Spagna oltre alla vittoria in Europa League con lo United, James risponde con tre titoli NBA e altrettanti premi di MVP delle finali, 4 titoli di MVP NBA, tre dell’All-Star Game, il titolo di rookie dell’anno, due medaglie d’oro olimpiche oltre a una serie infinita di record individuali. Un dio e un re: ci sarà spazio abbastanza nella città degli angeli per due personaggi del genere?