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NBA: "Dallas ai playoff con Luka Doncic e DeAndre Jordan", parola di Mark Cuban

NBA

Il proprietario dei Dallas Mavericks racconta i retroscena della scelta del giovane talento sloveno ("Era il nostro primo obiettivo") e della firma dell'ex Clippers, che nel 2015 rifiutò la corte dei Mavericks e scelse di restare a Los Angeles

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Con ogni probabilità la prossima sarà l’ultima stagione NBA (la ventunesima, tutte con i Dallas Mavericks) di Dirk Nowitzki e Mark Cuban ha un’idea chiara in testa: “Voglio che sia una stagione vincente, voglio che i miei Mavs siano in corsa per i playoff: ce la possiamo fare”. Per questo il vulcanico proprietario di Dallas intende affidarsi a due nuovi arrivati il cui impatto è da tutti attesissimo: un veterano come DeAndre Jordan sotto canestro e una matricola al debutto americano come Luka Doncic, fresco di trionfi nazionali e internazionali con il Real Madrid. “Avevamo pensato anche a DeMarcus Cousins – ammette Cuban – ma il suo infortunio e il fatto che probabilmente non potrà essere in campo da subito hanno giocato un ruolo importante nella scelta di preferirgli DeAndre [Jordan]. Non volevamo mettergli fretta, nel recupero da un infortunio delicato come quello al tendine d’Achille. Pensiamo che Jordan ci dia le chance migliori di vincere, sia il prossimo anno che anche in futuro”. Prima di arrivare all’accordo con l’ex centro dei Clippers, però, Cuban e coach Rick Carlisle hanno dovuto dimenticare il clamoroso voltafaccia del giocatore andato in scena nell’estate del 2015, quando Jordan sembrava aver dato la sua parola per accettare il quadriennale al massimo contrattuale dei Mavs prima di ripensarci e rifirmare con i Clippers. Uomo pragmatico per eccellenza, il proprietario di Dallas giura che la ruggine passata non sia stata mai un problema nell’accogliere Jordan in squadra: “Serbo rancore per quattro persone – e con tre di queste sto parlando di cose risalenti alle scuole elementari, se non addirittura a prima. A me interessa solo vincere, e di quella squadra che dovette incassare il no di DeAndre oggi sono rimasti solo Dirk [Nowitzki] e J.J. [Barea]. Tutti in squadra mi hanno incoraggiato a firmarlo, e quando io l’ho sentito al telefono lui stesso si è premurato di chiedermi se il passato era passato. La mia risposta è stata semplice: ‘Andiamo a vincere’. ‘Andiamo in guerra assieme’, mi ha risposto lui. Per me era fatta”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche coach Carlisle: “Qualsiasi squadra che vuole migliorare non può che essere felice di accogliere un giocatore come DeAndre. Ci dà ottima presenza al ferro, sia in attacco che in difesa”, l’analisi dell’allenatore, che del passato quasi non vuole parlare: “Non ce n’è bisogno. A volte le cose succedono altre no, a volte ci vuole un po’ di tempo, altre ci sono ostacoli da superare. È quello che abbiamo fatto noi”.

Cuban: “Volevamo Doncic a ogni costo”

Con l’arrivo di DeAndre Jordan Cuban è convinto che i Dallas Mavericks – dopo aver vinto solo 24 gare nell’ultima stagione – possano puntare a posto ai playoff: “A Ovest è davvero difficile ma noi pensiamo di potercela fare, e poi vedere cosa succede una volta che ci qualifichiamo per la postseason: sarà il contract year di DeAndre, penso sia determinato a fare del suo meglio”. Contract year dovuto al fatto che l’accordo con i Mavs è infatti annuale (22.9 milioni l’importo, 1.2 meno di quanto avrebbe guadagnato stando ai Clippers, ma la tassazione texana compensa per la perdita), una scelta spiegata così dallo stesso Cuban: “Noi volevamo conoscere meglio lui, vedere come si inseriva nel nostro gruppo, e lo stesso vale per lui. Se le cose funzioneranno, non ci sarà nessun problema a continuare il nostro rapporto”. A farlo funzionare dovrà pensarci anche Luka Doncic, che insieme a Dennis Smith Jr. si ritroverà spesso e volentieri il pallone in mano, e sarà chiamato a coinvolgere il suo lungo ex All-Star. Per il talento sloveno le parole di Mark Cuban sono di grandissima stima: “Era di gran lunga il nostro obiettivo numero uno al Draft”, racconta, spiegando la decisione di scambiare la scelta n°5 più una scelta futura per mettere le mani sullo sloveno, scelto al n°3 da Atlanta. “La logica è semplice: quando pensi che un giocatore possa cambiare i tuoi destini non ti interessa conoscere chi è quello che potrebbe venir dopo al Draft. Vuoi quel giocatore e basta”. E i Mavericks volevano Doncic a tutti i costi, tutt’altro che spaventati da chi mette l’accento sullo scarso atletismo del giovane talento ex Real Madrid: “Le voci le ho sentite, ma non gli do peso: Luka non ha mai realmente lavorato con un trainer di livello NBA e sono sicuro che lavorare con Jeremy [Holsopple, l’uomo a capo delle performance atletiche dei Mavs] lo farà migliorare. È già forte ora e non farà che crescere”, l’opinione di Cuban. “Non voglio mettere troppa pressione sulle spalle di un ragazzino – conclude il proprietario di Dallas – ma siamo davvero felici di averlo con noi”. E da Doncic, Smith Jr., Jordan e l’eterno Nowitzki ripartono le ambizioni vincenti dei vecchi/nuovi Mavericks.