Il n°36 dei Celtics è ancora a caccia di un nuovo contratto per la prossima stagione, ma l'offerta che sogna di ricevere dai biancoverdi tarda ad arrivare: senza quella potrebbe accettare la qualyfing offer del suo contratto da rookie e rimandare il problema di 12 mesi
Prima di tutto, la notizia: i Sacramento Kings, rimasti al palo dopo il rilancio dei Bulls che hanno confermato con un quadriennale da 78 milioni Zach LaVine, stanno pensando di fare un’offerta per Marcus Smart (e in alternativa anche a Rodney Hood, ancora free agent e senza una squadra); scelta non tanto e non solo tecnica, quanto per dare una scossa a uno spogliatoio che necessita di un figura carismatica come la point guard dei Celtics. Non ci sono conferme riguardo le cifre e la durata del contratto (variabili che potrebbero fare la differenza), ma l’unica certezza è l’intenzione di Smart di provare fino all’ultimo a restare ancorato ai bianco-verdi, dopo essere diventato uno dei giocatori più rappresentativi dello spogliatoio di Boston. Intercettato nelle scorse ore, la point guard ha preferito glissare sulle illazioni di chi lo immagina milionario e in California: “Posso controllare soltanto quello che è alla mia portata”. Essere ottimista per un’eventuale offerta in arrivo da altre squadre? “Non lo so”. La sua presenza a bordocampo durante la Summer League è chiaramente un segnale legato anche al suo eventuale rinnovo (o cambio d’aria) che tarda ad arrivare, ma Smart riesce in qualche modo a dissimulare la preoccupazione per la sua complicata situazione contrattuale, che si fa più intricata di ora in ora. Secondo quanto raccontato da The Athletic, in assenza di offerte “accettabili”, Smart potrebbe optare per la qualifyng offer da 6.1 milioni del suo contratto, rimandando così il problema di 12 mesi e sperando di conquistare ben altra fiducia e considerazione nella prossima stagione. Il vero problema però è che i Celtics il prossimo anno avranno ben altre grane contrattuali e potrebbero avere molti meno spiragli dentro cui inserire Smart. "Il cuore non ha prezzo", aveva detto il n°36 di Boston all'inizio di questa trattativa che in realtà deve ancora partire. E che potrebbe vederlo fare le valigie verso tutt'altra direzione.