Parole controcorrente da parte di una delle leggende più luminose della storia losangelina, convinto che l'accordo tra Lakers e James non sia frutto del lavoro della dirigenza, ma soltanto la risposta naturale alle necessità di entrambe le parti
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È il colpo dell’estate e tutti, ormai da 10 giorni, non fanno altro che celebrarne la riuscita, dando merito ai Lakers e alla sua dirigenza. Portare a casa LeBron James è un colpo che fa curriculum; lo sanno bene Magic Johnson e Rob Pelinka, i protagonisti della trattativa con il n°23, che si godono onori e riconoscimenti (quasi) unanimi. A rompere in parte il coro infatti ci ha pensato Jerry West, una delle leggende più luminose della storia dei Lakers, intervistato per Sport Illustrated da Jack McCallum e imbeccato proprio sull’argomento James. Impossibile non farlo in un momento in cui non si parla d’altro e per una volta la domanda non è andata a vuoto. West infatti è stato tutt’altro che scontato nel replicare: “Con tutto il rispetto per i Lakers, che hanno fatto in modo che tutto andasse per il meglio senza intoppi, ma conoscendo come vanno queste cose so che quella di James non è stata una firma difficile da ottenere. LeBron voleva trasferirsi a Los Angeles e indossare la maglia dei Lakers, punto. Ha una famiglia alla quale pensare, possiede già una casa in città. Si preoccupa del figlio che vuole frequenti una delle high school di Los Angeles. Diventerà una delle celebrità della città, ma questo è uno di quei posti nel mondo in cui, almeno una volta, puoi sentirti perso”. Parole che trovano in parte conferma in quanto raccontato nelle scorse ore dallo stesso Magic, che ha detto di essersi presentato all’appuntamento con James con un’ora di anticipo, aspettando in macchina fuori dalla casa di LeBron prima di suonare il campanello. In quell’occasione non c’è stato bisogno di magnificare in alcun modo il passato glorioso dei Lakers: “Non c’era bisogno che ascoltasse un racconto di quel tipo: conosceva già tutto della squadra, forse meglio di quanto potessi spiegarglielo io. Mi ha parlato nel dettaglio del nostro roster, era informato nel dettaglio riguardo tutti i nostri giocatori, ben conscio dei punti di forza e di quelli deboli della squadra”. Come confermato anche da Rich Paul, l’agente del n°23, non appena è arrivata la firma: “La free agency di James è ribaltata rispetto a quella degli altri giocatori: è lui a scegliere la squadra, non le franchigie a convincerlo”. Già, Jerry West anche questa volta sembra averci visto lungo.