I Bucks hanno rinunciato alla possibilità di pareggiare ogni offerta fatta da altre squadre, rendendo il n°12 a tutti gli effetti un free agent. Il passaggio ai Bulls diventa dunque sempre più probabile: in arrivo un accordo di due anni per una cifra che si aggira attorno ai 40 milioni
Un famoso agente di giocatori NBA, prima dell’inizio della free agency, aveva raccontato in un interessante articolo di Alex Kennedy le dinamiche nascoste e le considerazioni fatte dai free agent e dal loro staff durante i caldi giorni di inizio luglio, in cui scegliere cosa fare della propria carriera. L’idea di molti (giustamente) è quella del “firma il prima possibile”: chi riesce a strappare un contratto nelle prime 72 ore infatti di solito fa un affare perché per le squadre è difficile fare previsioni su quanti dollari resteranno a disposizione dopo qualche giorno. Superati i 10/12 giorni invece, lo scenario è esattamente opposto: bisogna fare di necessità virtù e raccattare quanto è rimasto sul piatto. A Jabari Parker però le cose non sembrano essere andate poi così male: a lungo in discussione con i Bucks, dove a causa degli infortuni non ha mai trovato la continuità e il rendimento sperato, a sbloccare la sua situazione sono arrivati i Bulls, che hanno ufficialmente presentato un’offerta. Parker però è diventato un restricted free agent il 1 luglio, quindi Milwaukee aveva il potere contrattuale di pareggiare qualsiasi offerta. Le prime indiscrezioni parlavano di una cifra proposta da Chicago che si aggirava attorno ai 40 milioni in due anni: una somma che, se pareggiata dai Bucks, avrebbe mandato il loro cap al di sopra della soglia di guardia (quella in sostanza in cui si iniziano a pagare tasse, per intenderci); condizione che a Milwaukee non vogliono prendere in considerazione. Nelle scorse ore poi, come ulteriore conferma dell’ormai imminente partenza del n°12 dal Wisconsin, è filtrata la notizia che i Bucks hanno rinunciato alla qualyfing offer presente nel suo contratto da rookie, rendendolo un free agent e dunque libero di scegliersi la prossima squadra nella quale giocare. Vista la stima e l'interesse mostrato dai Bulls (e soprattutto il contratto offerto), sembra ormai chiaro che la sua futura casa sarà in Illinois. Lui, Kris Dunn, Zach LaVine, Lauri Markkanen, Wendell Carter Jr. e Bobby Portis sono i giovani dai quali ripartire: la certezza al momento è che ci sarà molto lavoro da fare.