Sette partite in meno di 24 ore (si parte martedì alle ore 17) per celebrare i Golden State Warriors campioni NBA. Prima quelli del 1975 targati Rick Barry, poi quelli attuali di Steph Curry, Kevin Durant e compagni. Ma c'è spazio anche per le imprese di Sleepy Floyd e Baron Davis
Dei Golden State Warriors squadra dominante della NBA attuale si sa quasi tutto, e i loro protagonisti — Steph Curry, Klay Thompson, Draymond Green, Andre Iguodala, poi Kevin Durant — sono superstar conosciute e idolatrate a qualsiasi latitudine. Ma quando nel 2015 la squadra allenata da Steve Kerr arriva al primo dei tre titoli vinti negli ultimi quattro anni lo fa a 40 anni di distanza esatta dall’ultimo titolo vinto dagli Warriors, l’unico ottenuto sulla Baia (dopo il trasloco da Philadelphia). Di quella prima edizione californiana dei campioni NBA, nel 1975, la 24 ore offerta a cavallo tra martedì e mercoledì da Sky Sport NBA (canale 206) offre due gare da non perdere: la settima e decisiva partita delle finali di conference contro i Chicago Bulls, vinta grazie ai 23 punti di Jamaal Wilkes e 22 di Rick Barry per accedere in finale (ore 17.00) e poi gara-3 della sfida per l’anello contro gli Washington Bullets, quando lo stesso Barry esplode per 38 punti (ore 19.00). Alle 21.00, in prima serata, è il momento invece di gustarsi l’unica vittoria degli Warriors nella serie di semifinale di conference del 1987 contro i Los Angeles Lakers di Magic e Kareem: un’occasione unica per ammirare uno Sleepy Floyd da 51 punti, 10 assist e 4 recuperi in gara-4, una delle singole prestazioni più incredibili nella storia di Golden State. Esattamente 20 anni dopo, sono i playoff del 2007, un’altra gara-4 da ricordare, quella degli Warriors testa di serie n°8 contro i Dallas Mavericks n°1 nella lega: è la squadra del “We Believe” capitanata da Baron Davis, che contro Nowitzki e soci ne mette 33 con 12/17 al tiro, trascinando i suoi sul 3-1 di una serie poi vinta a sorpresa 4-2. Dopo cinque anni lontani dai playoff, nel 2013 Golden State torna a qualificarsi per la postseason e in gara-6 al primo turno contro i Denver Nuggets di Andre Iguodala (…) si guadagna l’accesso alle semifinali di conference grazie ai 22 di un Steph Curry al suo esordio nei playoff (l’appuntamento è per l’una di notte).
La rivalità contro Cleveland e LeBron James
La figura di Curry fa da ponte tra gli Warriors del passato e quelli del presente, ma anche tra la giornata di martedì e quella di mercoledì. Alle 5.00 del mattino prima e poi alle 7.00 è possibile rivedere infatti due gare delle serie vinte da Golden State contro Cleveland nel 2015 prima (gara-6, quella decisiva per il 4-2 finale, con 25 punti a testa di Curry e Iguodala oltre alla tripla doppia di Draymond Green) e poi nell’ultima stagione (gara-3 delle finali 2018, la prima vittoria esterna a Cleveland, marchiata a fuoco dai 43 punti con canestro decisivo di Kevin Durant). Sono gli Warriors che conosciamo bene e che si preparano a difendere da campioni in carica il terzo titolo in quattro anni conquistato lo scorso giugno, con un DeMarcus Cousins in più ma anche con tanta pressione addosso e un bersaglio grossissimo disegnato sulle proprie maglie. Dal 16 ottobre si lanceranno all’inseguimento del threepeat, un’impresa mai più riuscita dai tempi dei Lakers di Kobe e Shaq a inizio millennio.