Senza Tim Duncan, Manu Ginobili e Tony Parker non sono più gli Spurs che conosceva il giocatore italiano (con cui ha vinto il titolo NBA nel 2014): "Ma ripartiamo da Gregg Popovich e Ettore Messina: sono convinto che possiamo far bene"
Dopo essere volato negli Stati Uniti, essere rientrato in Italia, passato dalla sua Bologna a dare un personale in bocca al lupo ai suoi compagni di nazionale impegnati al Paladozza contro la Polonia, Marco Belinelli ha fatto una rapida apparizione a Milano per l’apertura di Nike Milano, il più grande negozio Nike di tutta Italia (1.342 metri quadrati distribuiti su tre livelli). Qui, insieme ad Andrea Pirlo, ha incontrato i suoi tifosi e, ai microfoni di Sky Sport, ha trovato il tempo per raccontare le sue sensazioni alla vigilia di un training camp speciale, quello del suo ritorno a San Antonio (dove nel 2014 ha vinto il titolo NBA) in una versione degli Spurs però molto diversa, senza i “Big Three” che hanno segnato gli ultimi due decenni di storia della franchigia texana. Si tratta dell’anno zero per gli Spurs? “È una squadra diversa, sicuramente –ammette Belinelli – e specialmente per me entrare nello spogliatoio e non vedere più Manu [Ginobili], Duncan e Tony [Parker] sarà davvero particolare. Oggi siamo una squadra differente, più giovane, ma siamo pur sempre i San Antonio Spurs: c’è Gregg Popovich in panchina, c’è Ettore Messina al suo fianco, credo ci siano le basi per fare comunque molto bene e proveremo a farlo da subito”. Ovviamente il giocatore – che aveva lasciato l’Italia solo poche settimane fa, indispettito da qualche parola del Ct della nazionale Meo Sacchetti (da sempre critico verso le defezioni dei giocatori NBA, Belinelli e Gallinari) – è tornato anche sull’argomento azzurri: “Non è importante ora tornare a parlare di queste presunte polemiche, dobbiamo pensare soltanto a qualificarci: ci sarà modo di confrontarci e di chiarirsi”, ha detto, preferendo invece fare i complimenti ai suoi compagni di nazionale, vincenti con un certo agio contro la Polonia: “Ho guardato la partita, hanno giocato tutti bene e c’è stato un grande Della Valle, ma tutta la squadra ha dimostrato di avere carattere vincendo una partita davvero importante. Spero davvero di poter disputare questo Mondiale, spero che la squadra riesca a qualificarsi, sarebbe un risultato importante: da giocatore vorrei tanto vincere qualcosa con la maglia azzurra”. Visto che con quella degli Spurs gli è già riuscito, un successo in nazionale coronerebbe una carriera davvero stupenda.