Prima partita allo Staples Center per il n°23 gialloviola, circondato dai tifosi, dai giornalisti e da un entusiasmo fuori dal comune all'esordio nella sua nuova casa: quella in cui ha scelto di sedersi in spogliatoio dove fino a poco tempo fa si accomodava un’altra grande leggenda
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L’esordio a San Diego è già storia. Le prime foto in maglia Lakers, il primo assist, il canestro da tre punti, i consigli ai compagni durante i timeout. Ad attenderlo però c’era ancora il test casalingo per eccellenza: la prima gara allo Staples Center, con un’intera città ai suoi piedi pronta a rendergli omaggio e a godersi lo spettacolo. È preseason e LeBron si fa desiderare, passando buona parte del tempo dedicato al riscaldamento nel tunnel d’accesso al campo a guardare la partita dei “suoi” Cavaliers. Basta restare fermo davanti a uno schermo per attirare non meno di dieci telecamere attorno a sé. Al suo ingresso ufficiale sul parquet ad attenderlo invece c’è un vero e proprio muro di operatori fermi lungo la linea laterale, pronti a immortalare ogni sua mossa. Un’occasione unica, nonostante la seconda sfida amichevole in tre giorni contro Denver sia un rivedibile spettacolo di pallacanestro. La sua presenza basta e avanza, tanto da costringere l’esigente e distaccato pubblico di Los Angeles a fare un’eccezione alle sua abitudini. Le tribune dello Staples Center infatti si riempiono molto prima del solito, per godersi la prima grande superstar in giallo-viola dai tempi di Kobe Bryant. Già, il n°24: quello che si sedeva sempre al posto all’angolo lungo il lato corto in spogliatoio. Lo stesso scelto da LeBron, quasi a voler indicare un immaginario filo conduttore tra grandi campioni. Poi è finalmente arrivato il momento di scendere in campo. Il brusio ha iniziato a seguire ogni sua mossa sin dalla presentazione: “From Saint Vincent Saint Mary High School, LeBron Jamesssss”. Il passaggio dietro la schiena no-look per Rondo e il lob alzato per McGee che arriva tardi all’appuntamento con il pallone sono soltanto l'aperitivo. Un paio di highlights dei minuti iniziali di gara, prima di trovare il fondo della retina per la prima volta: coast-to-coast e penetrazione a sinistra fin troppo facile. Nessuno oppone resistenza e nel momento in cui il n°23 mette piede nella tua area, nove volte su dieci sai già come va a finire: palla appoggiata al tabellone e primi due punti allo Staples Center in maglia Lakers per James.
15 minuti sul parquet (tutti nel primo tempo) e una super schiacciata
Da lì in poi tutto diventa più semplice per James, in una sfida che già dal'inizio non sembrava rappresentare uno scoglio insormontabile. L’apertura a tutto campo dopo aver catturato il rimbalzo premia lo scatto di Josh Hart, che ha già imparato a lanciarsi in contropiede, dettando linee di passaggio impensabili per tanti, ma non per LeBron. Dopo l’assist, un bel jumper dalla media, senza ritmo e realizzato di puro talento e tatto, con l’uomo in marcatura che si dimentica di mettergli pressione. La giocata della serata, quella che più di tutte segna la sfida, arriva però un paio di minuti più tardi. Denver cerca un rapido canestro in contropiede al ferro senza fortuna, consentendo la transizione al n°23 che prende la corsia centrale, legge i movimenti della difesa Nuggets in sottonumero e prende il volo per la prima volta in carriera allo Staples con la maglia dei Lakers. Super schiacciata che manda in estasi il pubblico di casa, senza che nessuno dei giocatori ospiti abbia il coraggio di mettersi lungo la sua linea di penetrazione. Un gioco da ragazzi per James, l’apice di una partita chiusa dopo 15 minuti (tutti nel primo tempo) conditi con 13 punti e 5/6 dal campo. "Una grandissima atmosfera stasera - è il suo commento al termine del match - anche quella ci ha aiutato a giocare meglio rispetto alla scorsa gara. Una partita positiva". Canestri e giocate per riprendere confidenza con il parquet in attesa di test più importanti. Il cuore dei nuovi tifosi invece è già stato ampiamente conquistato.