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NBA 2018-2019, i risultati della notte di preseason: Denver vince ancora, successi per Houston e Utah

NBA

I Lakers perdono contro i Nuggets, i Raptors si fanno rimontare e vanno ko contro Utah. Harden e Paul guidano i Rockets al comodo successo contro Memphis nel giorno dell'esordio di Carmelo Anthony, successi per Charlotte e Cleveland

TUTTI GLI HIGHLIGHT DELLA PRESEASON NBA

LEBRON SI PRENDE LOS ANGELES (E IL POSTO DI KOBE)

DENVER VINCE ANCORA, SUCCESSI PER HOUSTON E UTAH

Los Angeles Lakers-Denver Nuggets 111-113

Oltre alla più volte raccontata partita di LeBron, in campo allo Staples Center sono scesi anche tutti gli altri Lakers e soprattutto i Denver Nuggets; ancora una volata vincitori al termine di una sfida più complicata della scorsa per la squadra del Colorado. Tenere James nel primo tempo è apparsa un’operazione più complicata, nonostante Denver sia poi riuscita a far pagare ai padroni di casa le tante qualità e sfaccettature di un roster che punta ai playoff (in casa Lakers invece per il momento la post-season è argomento bandito, almeno davanti ai giornalisti). Alla sirena finale sono 20 punti per Nikola Jokic e soprattutto 23 con 11/11 dal campo per Mason Plumlee; emblema delle grandi difficoltà in casa Lakers nel proteggere il ferro e opporre un corpo (o quantomeno resistenza) contro i lunghi avversari. JaVale McGee si riscatta in parte nell’altra metà campo, chiudendo con 15 punti e otto rimbalzi in 19 minuti che si aggiungono ai 14 di Josh Hart e gli 11 con sette assist di Rajon Rondo. Indicazioni di cui coach Walton terrà conto in parte, consapevole di dover fare un lungo lavoro di integrazione del roster (a partire da Lonzo Ball, ai box anche questa volta).

Utah Jazz-Toronto Raptors 105-90

Kawhi Leonard è apparso sempre più a suo agio sul parquet e questa è la miglior notizia per i Raptors, ben al di là di una sconfitta arrivata al termine di un terribile secondo tempo. L’ex giocatore degli Spurs è rimasto sul parquet per 18 minuti, chiudendo con 17 punti e cinque rimbalzi. Toronto invece in campo ha mantenuto la concentrazione soltanto per 24 minuti, volando in un secondo quarto da 33-18 di parziale, prima di crollare del tutto nella ripresa. A tenere a galla i Jazz nel momento di massima difficoltà ci ha pensato Joe Ingles, segnando dieci punti in 32 secondi e lanciando virtualmente la rimonta dei padroni di casa. Alla sirena finale sono 24 punti per l’australiano, miglior realizzatore del match e uno dei quattro titolari in doppia cifra in casa Jazz: ci sono 13 punti con dieci rimbalzi per Gobert, 15 di Rubio e 12 di Mitchell. L’esperimento in quintetto per i canadesi invece è stato Kyle Collinsworth, con Serge Ibaka e Pascal Siakam che entrano a gara in corso e chiudono in doppia cifra.

Houston Rockets-Memphis Grizzlies 131-115

Ottimo debutto per gli Houston Rockets 3.0 di Mike D’Antoni, incapaci come molti in questa fase iniziale di stagione di trovare ritmo nella prima metà di gara. Una partita nervosa, costellata da ben 41 falli e tre tecnici già prima dell’intervallo. La curiosità però era tutta per Carmelo Anthony e il suo esordio con i texani, bagnato dopo pochi istanti nel modo più emblematico possibile. La prima conclusione del match (Anthony infatti è partito in quintetto, un’indicazione?) e quindi della stagione dei Rockets porta la sua firma: una tripla contestata che l’ex giocatore di Thunder e Knicks manda malamente sul ferro. Un presagio prontamente smentito, anche grazie alle meravigliose imbeccate di Chris Paul e James Harden; autori rispettivamente di 22 punti, nove assist e cinque recuperi (sì, CP3 ha iniziato con le marce alte) il primo; 20 punti, sei assist e ben otto palle perse il secondo. Per Anthony invece 13 punti in 23 minuti, con 3/6 dall’arco e un long-two messo a segno dopo la solita finta. Un canestro che dovrà dimenticare in fretta, come ammesso da lui stesso verso la panchina subito dopo la realizzazione. “Colpa mia”, dice sorridendo guardando D’Antoni. È soltanto l’antipasto, ma sembra chiaro sin da ora che ne vedremo delle belle.

Boston Celtics-Cleveland Cavaliers 95-102

LeBron James era dall’altra parte degli Stati Uniti a spiare i suoi ex compagni da un televisore di servizio, e chissà cosa ha pensato nel vedere i Cleveland Cavaliers vincere al TD Garden. È solamente preseason, ovviamente, ma se non altro coach Tyronn Lue ha cominciato a capire come può funzionare la versione senza Re dei suoi Cavs. Come facilmente immaginabile, il miglior marcatore degli ospiti è stato Kevin Love, autore di 17 punti in 17 minuti, seguito dalle doppie cifre del rookie Collin Sexton (15, il giocatore più utilizzato con 23 minuti sul parquet), Jordan Clarkson (12), David Nwaba (12), Cedi Osman (11) e Rodney Hood (10). Minutaggi controllati anche per i padroni di casa, con Kyrie Irving tenuto a riposo e sostituito in quintetto da Terry Rozier, uno dei tre giocatori a toccare i 20 minuti in campo. Gli altri due sono stati i migliori marcatori della partita, Marcus Smart con 15 punti in 26 minuti e Marcus Morris con 14 in 21. Solo 15 i minuti sul parquet di Gordon Hayward, autore di 7 punti nella sua seconda partenza in quintetto consecutiva con 2/6 dal campo.

Charlotte Hornets-Miami Heat 122-113

Non bastano sette giocatori in doppia cifra a Miami per avere la meglio degli Charlotte Hornets, dominanti nel terzo quarto (chiuso con un parziale da 30-19) e abili nel mettere a nudo le ricorrenti carenze della squadra della Florida. Whiteside e Olynyk fanno la voce grossa nei pressi del ferro, mentre a guidare i ragazzi del North Carolina è come al solito Kemba Walker, autore di 18 punti, sei rimbalzi e cinque assist (restando sul parquet per oltre 30 minuti). Ancora una volta positivo Miles Bridges in uscita dalla panchina, innesto a gara in corso come Tony Parker che sta iniziando a prendere confidenza con il nuovo ruolo e l’ambiente totalmente diverso dal passato.