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NBA, Kevin Durant ci mette la faccia: "La NBA deve riportare il basket a Seattle"

NBA

Mille emozioni a Seattle per il ritorno della NBA in città dopo dieci anni di distanza. Kevin Durant ha sorpreso tutti indossando la maglia di Shawn Kemp e facendo impazzire il pubblico che fu suo, schierandosi poi in prima fila per il ritorno della franchigia: "La NBA non può ignorare la cultura dei Sonics"

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Non c’era neanche bisogno di aprire bocca: bastava l’immagine di Kevin Durant con indosso la maglia di Shawn Kemp per dire tutto di una serata che la città di Seattle aspettava da dieci lunghissimi anni. L’MVP delle ultime due Finals è l’ultimo rimasuglio tangibile di una franchigia che non c’è più, ma che per una sera è tornata a celebrare le sue leggende, buona parte delle quali presenti a bordo campo – da Gary Payton a coach Lenny Wilkens e Detlef Schrempf, passando per Bill Russell (che è stato allenatore della squadra) fino agli idoli di casa Jamal Crawford e Brandon Roy – per testimoniare una serata storica. E ad aprire la festa non poteva che essere Durant al centro del campo con il microfono in mano per salutare il pubblico che lo ha visto debuttare nella lega e che è impazzito quando lo ha visto uscire con la jersey di Kemp. "Per prima cosa, un applauso alle Seattle Storm per aver vinto il titolo WNBA" ha detto KD rendendo omaggio alle campionesse del basket femminile, rappresentate da Sue Bird e Breanna Stewart. "A nome mio, della NBA, della mia organizzazione e dei miei compagni, vorremmo ringraziare tutti per essere venuti qui stasera a sostenerci. So che sono stati dieci anni duri: l’NBA torna a Seattle per una sera, ma speriamo che presto possa tornare per sempre. Divertitevi, statemi bene e grazie per l’affetto".

Durant: "Ero nervosissimo, l’idea della maglia di Kemp è nata nelle ultime settimane"

Dopo la partita – vinta facilmente dagli Warriors con 26 punti di Kevin Durant – il numero 35 ha raccontato i suoi ultimi giorni e come gli è nata l’idea di indossare la maglia di Kemp: "Quando mi sono svegliato dal mio sonnellino pre-partita ero nervosissimo. Non mi sono mai sentito così prima di una partita, specialmente una di preseason, ma sapere tutto quello che ha portato a questa serata ha reso tutto pazzesco. È stato bellissimo andare in campo e sentire tutto l’affetto da parte dei tifosi. Non sono grande fan delle sorprese, ma nelle ultime settimane ho pensato che sarebbe stato bello onorare le leggende del passato. Mi immaginavo che ai tifosi potesse piacere, come poi è successo: sono contento che tutto sia stato apprezzato. È stato mozzafiato". Una scelta che è piaciuta particolarmente anche al suo allenatore Steve Kerr: "È stato meraviglioso, mi ha fatto venire la pelle d’oca. La gente è impazzita, è stato fantastico. Io avrei scelto ‘Downtown’ Freddie Brown, ma solo perché sono più vecchio… È stata una serata molto divertente".

KD: "Tutti sanno cosa è giusto fare: riportare la NBA a Seattle"

Il tema principale della trasferta a Seattle è stato inevitabilmente l’atteso ritorno dei Supersonics in città, una possibilità – purtroppo piuttosto lontana, visto che la NBA non intende espandere il numero delle squadre per diverso tempo e nessuna franchigia è vicina a un trasferimento – che tutti si auspicano possa succedere il più in fretta possibile. "Il messaggio è stato mandato forte e chiaro negli ultimi 11 anni: basta vedere il supporto che i Sonics hanno in giro per il paese e per il mondo" ha detto Durant. "Tantissime persone conoscono la cultura dei Sonics ed è una cosa che la NBA non può ignorare. Questa serata è stata la ciliegina sulla torta per dire ‘Ehi, ci meritiamo una serata qui’. Continueremo a ripeterlo fino a quando non succederà. Tutti sanno che deve succedere, perciò speriamo che la NBA faccia quello che è giusto fare" ha concluso KD, che è sceso in campo con delle scarpe con i colori della franchigia con cui ha debuttato. Una scelta stilistica ripresa anche da coach Kerr, che prima della gara si è presentato con una maglia verde dei Sonics: "Ho sempre amato il brand della squadra e questa città, la tifoseria ha reso la Key Arena un posto incredibile dove giocare. Spero che possa tornare a esserci una squadra molto presto: è il mio modo per supportare la causa".