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NBA 2018-2019, tutto quello che c'è da sapere sulla Pacific Division

NBA

Una division super interessante, che ospita i campioni NBA in carica, tre candidati al titolo di MVP NBA, la primissima scelta assoluta e il nostro Danilo Gallinari in cerca di rivincite. Ah, è arrivato anche un certo LeBron James...

NBA PREVIEW: ATLANTIC | SOUTHEAST | CENTRAL | NORTHWEST | SOUTHWEST 

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Non è la division più forte della NBA (impossibile, annoverando due tra le squadre più deboli dell’intera lega, Suns e Kings) ma di sicuro la Pacific ha addosso gli occhi di molti: per capire se i Golden State Warriors saranno in grado di centrare il primo threepeat dai tempi dei Lakers di Kobe&Shaq a inizio millennio, per essere testimoni (una volta di più) dell’impatto di LeBron James in una nuova squadra, per sperare in un’annata lontana dagli infortuni per Danilo Gallinari oltre che per verificare il talento della primissima scelta assoluta al Draft 2018 Deandre Ayton nella NBA. L’anno scorso la division ha prodotto una sola squadra da playoff (ma anche l’unica che ha vinto il titolo…) mentre quest’anno sono tre – a Golden State si aggiungono le due di Los Angeles – che puntano alla postseason. Phoenix e Sacramento lavorano per il futuro, con la squadra dell’Arizona sicuramente più avanti sulla strada della rispettabilità (grazie alla presenza di una tra le giovani superstar più interessanti della NBA in Devin Booker oltre che a veterani come Trevor Ariza, arrivato ai Suns in estate). Dalla Pacific potrebbero anche emergere i principali candidati alla corsa al titolo di MVP, perché Steph Curry, Kevin Durant e LeBron James ci sono già tutti riusciti in passato (due volte Curry, una KD, quattro LeBron) ma mantengono ugualmente legittime ambizioni di rimettere le mani sul Podoloff.

La novità: DEMARCUS COUSINS

L’ex centro di Sacramento e New Orleans – che ha scelto i campioni in carica a un prezzo di sconto, 5.3 milioni di dollari per un accordo annuale – è la novità più importante non solo per il suo valore e per quello della squadra in cui è chiamato a inserirsi appena smaltiti i postumi del suo infortunio ai legamenti, ma perché il suo arrivo sulla Baia aggiunge una dimensione davvero nuova ai Golden State Warriors. È quello che affascina e intriga coach Kerr, che ha finalmente una presenza in post a cui affidarsi, non tanto (o non necessariamente) come terminale offensivo vicino a canestro ma come centro-boa capace di attirare raddoppi avversari e scaricare sul perimetro a una batteria di tiratori sicuramente senza eguali nella lega. Reinventare il gioco degli Warriors è la sfida più grande per Kerr e per il coaching staff di Golden State, ma anche lo stimolo che potrebbe tenere “vivi” i campioni in carica sempre alla ricerca di nuove motivazioni.

La superstar: LEBRON JAMES

E chi, altrimenti? Il giocatore più chiacchierato dell'estate ha scelto Los Angeles per il capitolo forse conclusivo della sua carriera. Non è in discussione il suo rendimento personale (ci mancherebbe) ma la curiosità è tutta per capire la capacità di far maturare i giovani al suo fianco (un nucleo più che interessante che comprende Ball, Kuzma e Ingram, ma anche Hart) e quella di tenere a bada il livello di testosterone dei nuovi arrivati (Rondo, Stephenson, McGee e Beasley). Se c'è qualcuno che può riuscirci, questo è LeBron James, il giocatore più forte ma anche ingombrante che Luke Walton è chiamato a gestire, favorendone l'inserimento in un nuovo contesto. L'idea di coach Walton sembra quella di far correre i nuovi Lakers, e LeBron ha già dato il suo ok: "Posso giocare a qualsiasi ritmo, con qualsiasi stile, insieme a qualsiasi giocatore". Come dargli torto. 

La sorpresa: DANILO GALLINARI

Non certo per chi, qui in Italia, lo conosce bene. Ma per tanta gente ancora (forse troppa) in America, Gallinari resta un talento anche sopraffino di cui però si è solo intravisto il vero valore. Non a torto, peraltro, perché lo storico medico dell’ala italiana parla di un giocatore troppo e troppo a lungo costretto lontano dai parquet (non occorre andare troppo lontano nei ricordi ma fermarsi alla scorsa stagione, dove Gallo ha disputato una sola partita su 4 disponibili). Per questo – dovesse restare sano per tutto l’anno, condicio sine qua non di questa sua nomination – il n°8 dei Clippers sarebbe ancora capace alla sua decima stagione nella lega di sorprendere tanti osservatori e tifosi americani, che fino a oggi hanno solo potuto immaginare tutto il suo talento associato a 210 centimetri abbondanti. Ora, incrociando le dita, quel sogno può diventare realtà e le ambizioni dei Clippers passano soprattutto dalla stagione di Gallinari.

Il rookie: DEANDRE AYTON

La preseason conta poco, si sa, ma qualche indicazione comunque la fornisce e le prime prestazioni del lungo ex Arizona sono sicuramente confortanti: ha dimostrato di avere mani educate, sia dal campo (mai sotto il 53% nelle prime quattro gare disputate) che dalla lunetta, caratteristica molto importante per un lungo (18/23), di saper tanto segnare (due volte sopra i 20) che andare a rimbalzo (altre due in doppia cifra). Ayton si muove bene, è già oggi – complice anche l’assenza di Devin Booker – uno dei punti di riferimento dell’attacco dei Suns e anche in difesa ha dimostrato di saper reggere la competizione. La regular season darà i primi responsi, ma a Phoenix sono sicuramente ottimisti.

Il ranking:

1.       Golden State Warriors
2.      Los Angeles Lakers
3.      L.A. Clippers
4.      Phoenix Suns
5.      Sacramento Kings