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NBA, a ispirare i Los Angeles Lakers ci pensa Kendrick Lamar

NBA

L'artista losangeleno, vincitore dell'ultimo premio Pulitzer per il suo album DAMN, ha spiegato ai Lakers i segreti del suo successo alla vigilia della gara contro gli Houston Rockets. Chissà se riuscirà a ispirare LeBron James e soci prima del debutto allo Staples Center (diretta Sky Sport NBA dalle 4.30)

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Si racconta spesso di come i rapper siano dei giocatori di pallacanestro mancati e di come anche il contrario sia da considerarsi vero. La commistione tra sport e musica è sempre stato fortissimo, specialmente nel mondo della pallacanestro NBA e in quella dell’hip hop. Per questo non deve sorprendere che i Los Angeles Lakers abbiano pensato di coinvolgere quello che in questo momento è con ogni probabilità l’artista rap più famoso del mondo, il losangeleno doc Kendrick Lamar. L’idea è nata dal General Manager Rob Pelinka, che già lo scorso anno aveva lanciato la “Genius Series”, una serie di incontri della squadra con personalità di spicco dei rispettivi ambiti per motivare e ispirare i giocatori. E se nella scorsa stagione era toccato all’attore Dwayne Johnson (meglio conosciuto come "The Rock"), all’imprenditore Elon Musk e alla campionessa olimpica Allyson Felix condividere i loro segreti con i gialloviola, ad aprire le “lezioni” di quest’anno è stato il vincitore dell’ultimo Pulitzer per la musica grazie al successo dell’album DAMN. "Sono fortunato e onorato di poter stare nella stessa stanza con alcuni dei più grandi nei rispettivi campi" ha dichiarato LeBron James, che solo pochi giorni fa era salito sul palco insieme a Drake e Travis Scott. "Ho avuto l’opportunità di parlare con Barack Obama nello Studio Ovale, sono salito su un palco con lui. A volte mi guardo e penso che è straordinario per un ragazzo di Akron poter essere vicino a persone che saranno conosciute per sempre anche quando non ci saranno più. È una cosa molto bella".

I segreti di Lamar svelati da Josh Hart

Kendrick Lamar è stato chiamato a parlare con i Lakers del suo percorso di sacrificio, preparazione e di come riesce a liberarsi della negatività prima di salire sul palco, una serie di concetti che hanno lasciato il segno soprattutto sulla guardia Josh Hart. "È divertente perché a volte ti ritrovi a parlare con persone al top delle loro carriere e trovi un sacco di paralleli con la tua vita" ha detto il giocatore del secondo anno. "Ad esempio Lamar, quando si prepara per uno show, si libera di tutta la negatività: non va ai party, non si fa distrarre da nessuno, cerca solo di essere il più concentrato possibile per fare in modo che il suo messaggio venga recepito dalle persone che hanno pagato per vederlo". In effetti i paralleli con il modo in cui si dovrebbe preparare un atleta professionista per scendere in campo, e chissà che non possa essere di ispirazione ai Lakers prima del loro debutto casalingo, atteso per stanotte contro gli Houston Rockets dopo la sconfitta alla prima sul campo di Portland. "Quando lui lavora a un album, già sei mesi inizia a entrare nell’atteggiamento mentale per capire dove vuole portare il dialogo, per provocare una reazione in chi lo ascolta. Ovviamente noi non ci chiudiamo in uno studio di registrazione a mettere giù delle barre, anche se alcuni di noi ne sarebbero in grado. Ma l'atteggiamento mentale in cui dobbiamo calarci è lo stesso: rimanere nel nostro ruolo e sacrificarci per il bene superiore della squadra. Anche lui stesso ha ammesso di non essere diventato tra i migliori dell’industria musicale da solo, ma grazie ai sacrifici fatti dalle persone che lo circondano. È una cosa che possiamo apportare anche al nostro lavoro".