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NBA, i risultati della notte: Durant trascina Golden State, Toronto non si ferma e fa 6 su 6

NBA

Super Durant segna 25 punti nel quarto periodo, 41 in totale e guida i campioni NBA al successo al Madison Square Garden. Restano imbattute Toronto, Milwaukee e New Orleans, tutte e tre vincenti nella notte. Washington perde a Sacramento, tutto facile per Charlotte

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New York Knicks-Golden State Warriors 100-128

Il commento più centrato della serata arriva da un beat-writer di New York che scrive: “Se questo è quello che Kevin Durant è in grado di fare al Madison Square Garden, fanno bene i tifosi dei Knicks a disperarsi e a cercare in tutti i modi di convincerlo a venire a giocare nella Grande Mela”. Il n°35 degli Warriors infatti replica ai 51 di Curry di due giorni fa, mettendone a referto 41 contro i Knicks, di cui 25 arrivano soltanto nell’ultimo periodo – decisivi nel dare la spinta finale ai campioni NBA che vincono così senza troppo affanno. Gli Warriors chiudono la quarta frazione con un parziale da 47-16: un +28 che eguaglia il record NBA per punti guadagnati nell'ultimo quarto da una squadra sotto nel punteggio a 12 minuti dal termine. Fuori dal palazzetto invece campeggiava il cartellone affisso per provare a convincere Durant a cambiare squadra il prossimo giugno, ma il diretto interessato racconta a fine partita di essersi concentrato solo ed esclusivamente sul parquet, godendosi una quarta frazione da 10/13 al tiro: “Mi sentivo come quando stai andando da qualche parte in auto e magicamente ogni semaforo che trovi per strada è sempre verde”. “È stato spettacolare”, aggiunge Steve Kerr, che non nasconde la soddisfazione anche per uno Steph Curry da 29 punti e 6/11 dall’arco (almeno cinque triple realizzate in ognuna delle sei gare in questo inizio di stagione) e per una due giorni a New York “inedita” per questo gruppo, che domenica dovrà affrontare i Brooklyn Nets e che per la prima volta negli ultimi anni sfiderà le due newyorchesi all’interno dello stesso viaggio a Est. Unica nota stonata l’espulsione di DeMarcus Cousins, ancora lontano dall’essere a disposizione per tornare sul parquet, ma sempre molto vocale e provocatorio a bordocampo: uno scontro verbale di troppo con Enes Kanter infatti gli è costato l’allontanamento dalla panchina degli Warriors, dopo essersi beccato un fallo tecnico. In casa Knicks invece l’elenco dei problemi sarebbe davvero troppo lungo da fare (24 punti di Tim Hardaway Jr. e poco altro), in una stagione in cui dopo due settimane diventa già molto difficile trovare un senso.

Toronto Raptors-Dallas Mavericks 116-107

Le risorse dei Raptors, almeno in questo inizio di stagione, sembrano essere infinite, pronti a un rimpallo di responsabilità che ogni gara riesce a esaltare un giocatore diverso. E soprattutto ben felici di godersi il 6-0 di record in questo avvio, la miglior partenza nella storia della franchigia. È Kyle Lowry il volto copertina del successo contro Dallas, autore di 20 punti e 12 assist ben mixati tra la partenza molto promettente dei canadesi e la conclusione di gara, in cui c’è stato bisogno di rimboccarsi di nuovo le maniche per portare a casa il successo. Toronto infatti vola comodamente oltre la doppia cifra di vantaggio in meno di un quarto, ma a metà terzo periodo concede un 20-6 di parziale dai Mavericks che ne approfittano e si ritrovano nuovamente in corsa. Merito di Luka Doncic, miglior realizzatore dei texani con i suoi 22 punti, conditi con cinque rimbalzi, quattro assist e quattro triple. Funziona la point guard slovena, meno tutto il resto, nonostante il rientro di Harrison Barnes fosse una delle notizie più attese da Dallas, alla disperata ricerca di una nuova dimensione offensiva (per l’ex Warriors 14 punti e 5/17 dal campo). Il fatto che i cinque assist di DeAndre Jordan segnino il massimo raggiunto nella sfida dagli ospiti, racconta molto bene le difficoltà di gestione dell’attacco in casa Mavs. Gli stessi messi a referto dall’altra parte da Kawhi Leonard, che aggiunge anche 21 punti e nove rimbalzi, alla guida di una squadra che non sembra avere di fermarsi.

New Orleans Pelicans-Brooklyn Nets 117-115

Allungano la propria imbattibilità anche i Pelicans, andati molto vicini alla prima sconfitta stagionale contro i Nets, protagonisti per oltre quaranta minuti a New Orleans. La gara però si decide nel finale e Brooklyn riesce nell’impresa di sbagliare tutte le decisioni cruciali negli ultimi dieci secondi: nel provare a perdere tempo facendo rapidamente girare il pallone sul perimetro infatti, D’Angelo Russell sbaglia il passaggio sul +1 e regalando così l’ultimo possesso agli avversari che non se lo fanno ripetere due volte e trovano i due punti decisivi con Jrue Holiday (26 totali). Canestro del sorpasso e timeout Nets, che cercano di trovare la soluzione a due secondi dal termine. Mentre coach Atkinson chiama i suoi a raccolta, Solomon Hill si avvicina alla panchina avversaria con fare quasi canzonatorio e ricevendo in cambio una bella spinta da Ed Davis sotto gli occhi degli arbitri. Quello che serviva per tirare un libero in più, portarsi sul +2, rubare ancora il pallone dalla rimessa e portare a casa il quarto successo consecutivo in questo inizio perfetto di stagione. Alla sirena finale tutto il quintetto dei Pelicans chiude in doppia cifra, con 18 punti, 14 rimbalzi, cinque stoppate (tra cui anche la n°1000 in carriera, primo giocatore di New Orleans a riuscire nell’impresa) e molto altro del solito Anthony Davis, motivato come non mai a non farsi sfuggire il premio da MVP.

Minnesota Timberwolves-Milwaukee Bucks 95-125

“Davvero bastava iniziare a tirare tanto dalla lunga distanza?”, si staranno domandando a Milwaukee, sminuendo così il fantastico lavoro fatto in queste prime settimane da coach Mike Budenholzer, protagonista con i suoi Bucks della miglior partenza nella storia della franchigia. Cinque vittorie su cinque, l’ultima arrivata contro un avversario in piena crisi (di nervi e tecnica) come i Timberwolves, ancora senza Andrew Wiggins e con un Jimmy Butler a mezzo servizio a causa della febbre. Svanita la spinta nervosa garantita dal rientro in gruppo del n°23, Minnesota si sta lentamente sciogliendo come neve al sole, soprattutto a causa di una difesa che non garantisce neanche il minimo sindacale a livello di protezione del ferro. Ne viene fuori così una partita che non è mai una sfida, ma soltanto una passerella per i Bucks che mettono a referto 19 triple di squadra, lasciano in panchina Giannis Antetokounmpo dopo 23 minuti d’utilizzo senza più sollecitarlo (15 punti, 12 rimbalzi e sei assist), dando ampio spazio a chi ne troverà meno in futuro. Per adesso invece, soprattutto contro questa Minnesota, basta davvero poco per avere la meglio.

Charlotte Hornets-Chicago Bulls 135-106

Anno di contratto spesso è sinonimo di “diamo il tutto per tutto per convincere la Lega di poter essere un giocatore che merita il massimo contrattuale (o quantomeno un bel po’ di dollari)”. È questa la missione di Kemba Walker, che va ben oltre il semplice scopo di far vincere più gare possibile agli Charlotte Hornets. Coach James Borrego lo ha incaricato di guidare la squadra non solo a livello tecnico, ma anche nel renderla quella che tira di più dall’arco nell’intera Lega: un percorso ancora lungo, visti i “soli” 32 tentativi di squadra, cinque dei quali mandati a segno proprio da Walker, autore di 30 punti nella vittoria mai in discussione contro Chicago. I Bulls infatti ne beccano 45 nel solo secondo quarto, confermando la totale mancanza d’attitudine nella protezione del ferro e incassando la terza sconfitta in altrettante gare in trasferta. Zach LaVine abbbassa le sue medie stratosferiche, mettendo a referto 20 punti e preservando lo sforzo vista l’impossibilità di competere nel secondo tempo. C’è tempo quindi per Tony Parker di firmare la sua miglior prestazione a livello realizzativo: 18 punti, 7/11 dal campo e soprattutto la prima tripla in carriera in NBA senza la maglia degli Spurs. Per raggiungere l’obiettivo generale infatti serviranno anche i suoi bersagli dalla lunga distanza.

Sacramento Kings-Washington Wizards 116-112

Buddy Hield realizza 22 punti con tre tiri liberi decisivi negli ultimi 20 secondi per sigillare il successo dei Kings contro gli Wizards, sconfitti in quattro delle prime cinque gare di questa complicata stagione. Bjelica eguaglia il suo massimo in carriera per numero di triple a referto (ben sei, in una sfida da 26 punti totali), che permettono a Sacramento di aprire il campo contro un avversario convinto di vincere in California. Ma la Washington di questo avvio conferma tutte le sue difficoltà, nonostante i 26 punti e otto assist di John Wall e i 21 di Bradley Beal. Bene anche Kelly Oubre Jr., autore di 22 punti e 9 rimbalzi in 29 minuti in uscita dalla panchina. Un grande impatto che non è bastato in un finale in cui Washington perde tre palloni negli ultimi 24 secondi. Sarebbe bastato un possesso per provare a vincere, ma i capitolini hanno perso anche questa chance.