Un avvio stagionale ancora senza vittorie, il licenziamento di coach Tyronn Lue e ora anche la notizia che il loro miglior marcatore e rimbalzista potrebbe restare lontano dai parquet per oltre un mese per via di un infortunio al piede sinistro
L’avvio di stagione dei Cleveland Cavs continua ad apparire un autentico incubo: sei partite, sei sconfitte, il licenziamento di coach Tyronn Lue, la promozione ad interim di Larry Drew (che però vorrebbe garanzie a lungo termine che Dan Gilbert non sembra intenzionato a dargli) e ora la possibilità che il giocatore franchigia, Kevin Love – fresco di rinnovo contrattuale da 120 milioni di dollari per 4 anni – possa restare lontano dai parquet NBA per più di un mese per via di un dolore al piede sinistro. Alla base di questa decisione – che franchigia e giocatore stanno prendendo di comune accordo sulla base delle consultazioni con lo staff medico – non c’è un nuovo infortunio riportato in avvio di stagione quanto invece il perpetrarsi di una condizione che il 5 volte All-Star sta sopportando già dalle amichevoli prestagionali. Love è stato tenuto fuori dal roster dei Cavs nelle ultime due gare perse e ora la sua assenza potrebbe diventare ufficiale per oltre un mese, gettando una lunga ombra sull’intera stagione di Cleveland, già delicata dopo l’addio estivo di LeBron James. Alla base della decisione però si potrebbe leggere anche il disegno della società di accelerare il più possibile la transizione verso i nuovi Cavs, alla base anche di qualche dissidio con Tyronn Lue, forse determinante nel suo licenziamento. Sembra infatti che la coppia Gilbert-Altman non voglia rischiare il proprio giocatore più prezioso anche alla luce di una stagione che dopo sole 6 partite sembra quasi già compromessa. Una decisione forse troppo istintiva, visto che arriva dopo neppure due settimane di campionato, ma che farebbe il paio con le pressione effettuate su Lue per tenere in campo più a lungo i giovani a roster a discapito di qualche veterano come Kyle Korver e J.R. Smith. Sembra insomma che a Cleveland abbiano già capito che sia meglio guardare al futuro (e al Draft 2019) piuttosto che alle miserie del presente e allora fare a meno per oltre un mese dei 19 punti con 13.5 rimbalzi dell’ala ex-UCLA (titolare di percentuali al tiro sospette – il 32% dal campo, il 29% da tre – forse specchio del fastidio fisico) potrebbe non essere una decisione così difficile da prendere.