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NBA, Luke Walton già sotto pressione: Magic Johnson chiede vittorie immediate

NBA

Dopo le due sconfitte contro San Antonio e Minnesota il presidente dei Los Angeles Lakers ha tenuto a rapporto l'allenatore, chiedendogli di invertire immediatamente la rotta. L'allenatore, però, professa fiducia: "Sappiamo cosa dobbiamo fare e che ci vorrà del tempo per riuscirci"

BIRD, MAGIC E LE WORLD SERIES TRA BOSTON E L.A.

Quando Luke Walton ha accettato di allenare i Los Angeles Lakers, sapeva che la pressione su di lui sarebbe stata alta in qualsiasi circostanza – e a maggior ragione sarebbe aumentata in maniera esponenziale dopo l’arrivo di LeBron James. Quello che forse non si aspettava è che la pressione non sarebbe arrivata solamente dall’esterno, ma anche dall’interno della franchigia. Secondo quanto riportato da ESPN, il presidente dei Lakers Magic Johnson ha rimproverato il suo allenatore per lo scarso inizio di stagione della squadra, imputandogli soprattutto la frenetica gestione dei quintetti e la mancanza di un sistema offensivo. L’incontro tra i due è avvenuto giovedì scorso a seguito delle due sconfitte in trasferta contro San Antonio e Minnesota, due dirette rivali per la corsa ai playoff, e in molti all’interno dello staff di Walton hanno tirato un sospiro di sollievo quando la rimonta da -19 dei Dallas Mavericks si è spenta sul tiro libero vincente di James. Lo sfogo di Johnson, la cui gestione all’interno della franchigia è stata definita come “facilmente irascibile” e contrassegnata da una linea molto dura (del tipo “fai il tuo lavoro o troverò qualcun altro”), era stato molto più conciliante a settembre, quando aveva sottolineato come una partenza a rilento fosse prevedibile per un nuovo gruppo, specialmente quelli con James alla guida, citando gli esempi di Miami e Cleveland. E lo stesso LeBron ha sostenuto pubblicamente e privatamente il suo nuovo allenatore, sottolineando come stia ancora cercando la combinazione di quintetti giusta per stabilizzare la rotazione.

I quintetti di Walton, alla ricerca della combinazione giusta

Nelle prime otto partite di stagione, infatti, Walton ha fatto ruotare ben 104 quintetti diversi, secondo solamente ai 140 degli Atlanta Hawks in piena ricostruzione. Le sospensioni di Rajon Rondo e Brandon Ingram hanno influito pesantemente su quel numero, ma è soprattutto la complicata costruzione del roster – diviso tra giovani che hanno bisogno di tempo per crescere e veterani con un solo anno contratto attorno a James – ad aver portato Walton a una gestione a volte frenetica dei cinque in campo. Per il momento il quintetto base formato da Ball, Ingram, James, Kuzma e McGee sembra essere la scelta giusta (+19.6 di Net Rating in 31 minuti), ma ci sono ancora delle alchimie ancora da trovare. Ad esempio: i minuti passati assieme da Rondo e Ball sono stati disastrosi (-22.6), così come quelli passati insieme con Lance Stephenson (-24.8); al contrario, nei minuti passati insieme da James e McGee i Lakers hanno mostrato un incoraggiante 98.3 di rating difensivo in 177 minuti, la miglior combinazione anche per Net Rating tra quelle che hanno giocato almeno 100 minuti. Campioni statistici ancora troppo piccoli per prendere decisioni definitive, ma sintomo che il cartello dei “lavori in corso” è ancora ben piantato allo Staples Center. Ciò nonostante, il rating offensivo (112.3, 8° in NBA) e difensivo (112.4, 21°) della squadra è in linea con quanto ci si poteva aspettare a inizio stagione, specialmente per una squadra con delle gravi mancanze nel front court (chi è il centro di riserva dietro McGee?) sulle quali, però, il coach non ha nessuna colpa.

La posizione di Walton: “Sapevamo che sarebbe successo”

Anche un miglioramento del record e delle prestazioni dei Lakers, però, non cambia il fatto che Walton è stata una scelta delle precedente dirigenza, quella guidata da Jim Buss e Mitch Kupchak, piuttosto che del nuovo corso di Magic Johnson e Rob Pelinka. Una realtà dei fatti di cui Walton è certamente al corrente, pur avendo dalla propria parte la fiducia della proprietaria Jeanie Buss. “Penso di avere un grande rapporto con il management” ha detto ieri davanti ai cronisti, senza temere un possibile licenziamento (“Vengo qui tutti i giorni per fare il mio lavoro” è stata la risposta a precisa domanda). Il coach dei Lakers non ha smentito le parole dure utilizzate da Magic, anche se si è rifiutato di scendere nei dettagli di ciò che si sono detti. “Come abbiamo ripetuto fin dall’inizio, saremo pazienti: sappiamo dove stiamo andando, sappiamo come arrivarci e che ci vuole del tempo per lavorarci bene. In questo momento i ragazzi si stanno impegnando molto: abbiamo avuto un po’ di problemi con le sospensioni, ma le nostre avversarie erano forti e ce la siamo giocata per vincere molte di quelle partite”. Come a dire: sapevamo cosa aspettarci, la situazione è sotto controllo. E non solamente per quanto riguarda il campo. “Il mio messaggio ai giocatori è stato: questo è ciò di cui avevamo parlato, sapevamo che sarebbe successo” ha continuato Walton. “Ogni volta che perdiamo qualche partita, ci saranno articoli e distrazioni là fuori. Dipende da noi scegliere se aggrapparci a quelle o se rimanere concentrati su quello che possiamo fare meglio”.

Il (sottile) supporto di LeBron James

Un messaggio che sembra aver mandato anche LeBron James su Twitter, il suo social network preferito quando si tratta di lanciare messaggi al resto del mondo, come ben sanno a Cleveland (specialmente a tarda sera). “Non farti prendere da ciò che ti circonda. Controlla quello che puoi controllare e distruggi ciò che ti si pone davanti. Le opportunità arriveranno” è stato il tweet di Paul Rivera, co-creatore di The Shop, ripreso dal Re con un “#FACTS” che sa di supporto per Walton, visto anche il “like” ricevuto da Jeanie Buss. Almeno fino alla prossima crisi.