I Rockets ritrovano il successo dopo quattro sconfitte in fila grazie a un grande Chris Paul. Quinta sconfitta consecutiva per gli Wizards, umiliati in casa dai Thunder. Pacers e Knicks vincono in trasferta, Grizzlies ancora una volta vincenti sul campo dei Jazz. Toronto supera Phoenix e si riporta al primo posto a Est
TUTTI GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE
Brooklyn Nets-Houston Rockets 111-119
Dopo un primo quarto finito in svantaggio di sette lunghezze subendo penetrazioni su penetrazioni, sembrava che per gli Houston Rockets lo spettro della quinta sconfitta consecutiva fosse tremendamente concreto. Con James Harden ancora fermo ai box, c’è stato bisogno degli straordinari da parte di uno dei migliori Chris Paul visti in maglia Rockets, guidando la squadra in campo (32 punti, 7 rimbalzi e 11 assist, 13 punti solo nel secondo quarto) e anche nei timeout, chiedendo a coach D’Antoni di poter parlare con i compagni senza l’intervento degli allenatori. Parole che devono aver fatto breccia nelle teste dei suoi e in particolare in quella di Carmelo Anthony, che sentendo aria di casa (pur non essendo a Manhattan), ha realizzato la sua miglior prestazione stagionale con 28 punti, 9/12 al tiro e 6 triple a segno. Unendo anche i 22+13 di Clint Capela e i 21 di Eric Gordon, ecco confezionata la vittoria che almeno per un attimo allontana lo spettro della crisi sulla testa dei Rockets, che già domani dovrebbero ritrovare l’MVP James Harden contro Chicago. Ai Nets non bastano i 29 punti di Caris LeVert e i 18 di Joe Harris dopo un primo quarto da 14/18 al tiro, complici la bellezza di 26 punti in area. “Nel terzo quarto hanno fatto il parziale, sono usciti più aggressivi e hanno alzato l’intensità in difesa” la spiegazione di coach Atkinson sul parziale di 11-0 che nel terzo quarto ha spezzato in due la gara.
Washington Wizards-Oklahoma City Thunder 111-134
Una squadra che invece non riesce a uscire dalla crisi è Washington, che dopo due giorni di riposo è stata umiliata in casa anche dagli OKC Thunder impegnati nella seconda serata di un back-to-back. Una gara senza storia, tanto che Russell Westbrook dopo aver confezionato una doppia doppia da 23 punti e 11 assist è rimasto seduto per tutto l’ultimo quarto, avendo già fatto il grosso del lavoro in una seconda frazione da 44-20 per gli ospiti. Insieme a lui ci sono i 22 punti di Jerami Grant, i 17 di Paul George, i 16 di Dennis Schröder e i 15 di Steven Adams, che hanno potuto fare quello che hanno voluto in un primo tempo da 79 punti (record di franchigia). Nel post-gara gli Wizards, a cui non è servito a nulla il debutto da 20 punti di Dwight Howard, come al solito hanno commentato a lungo le difficoltà: coach Brooks ha definito come “ridicolo” l’atteggiamento del secondo quarto; John Wall, autore di 19 punti e 9 assist, ha detto solo “Hanno fatto quello che hanno voluto: layup su layup, triple aperte su triple aperte”; Bradley Beal, il migliore dei suoi con 27 punti, ha provato a scuotere i compagni dicendo “Mi rifiuto di lasciar affondare la nave”. Dopo cinque sconfitte in fila e un record di 1-7 puntualizzato dai fischi dei tifosi di casa, conviene fare in fretta.
Chicago Bulls-Indiana Pacers 105-107
Ancora una vittoria in volata per i Pacers, che dopo quella in casa dei Knicks si prendono anche la vittoria sul campo dei Bulls. Merito del solito Victor Oladipo (25 punti e 14 rimbalzi) e del canestro di Darren Collison che ha spezzato la parità a 18 secondi dalla fine, conquistando la quinta vittoria consecutiva in trasferta. Assieme a loro ci sono i 18 punti con 6 stoppate di Myles Turner, utili per rimontare uno svantaggio che nel secondo quarto era arrivato anche a 18 lunghezze. Merito soprattutto di Antonio Blakeney, che si è alzato dalla panchina dei Bulls per segnare il suo massimo in carriera da 22 punti e trascinare i suoi fino al finale in volata, mancando però l’appuntamento con la storia perfetta (aveva realizzato un gioco da 4 punti a 30.5 secondi dalla fine per pareggiare la partita) sbagliando l’ultimo tiro per vincere la gara. Per i Bulls è la seconda sconfitta in volata dopo quella contro Denver all’ultimissimo secondo del supplementare e, perdendo contro Houston domani notte, uscirebbero da una mini-striscia di quattro partite in casa senza nessuna vittoria. Ciò nonostante, rimangono le buone indicazioni dei 20 punti di Zach LaVine e dei 19 di Justin Holiday.
Dallas Mavericks-New York Knicks 106-118
Brutta sconfitta interna per i Dallas Mavericks, che perdendo anche contro i New York Knicks portano a sei la loro striscia di partite perse in fila. Pur avendo dalla propria parte un candidato rookie dell’anno come Luka Doncic (18 punti, 9 rimbalzi e 6 assist con 8/15 al tiro e 4 palle perse), a fare la differenza sono stati due rookie molto meno pubblicizzati come Allonzo Trier e Mitchell Robinson. Il primo, sotto contratto con un “two-way contract”, nel secondo tempo ha realizzato 19 dei suoi 23 punti (ovviamente massimo in carriera) grazie a un eccellente 8/10 al tiro, mentre il secondo — partito di nuovo in quintetto al posto di Enes Kanter — ha dominato la sfida con DeAndre Jordan chiudendo la prima doppia doppia della sua carriera con 13 punti e 10 rimbalzi. Ai Mavs non sono serviti i 23 di Dennis Smith Jr., anche perché la difesa continua a fare acqua da tutte le parti concedendo il 55% al tiro a degli avversari, diciamo così, non proprio irresistibili nella metà campo offensiva (20° attacco NBA per offensive rating). “Arrivati a questo punto, dobbiamo essere arrabbiati e dobbiamo metterci sotto. Abbiamo due giorni di allenamenti: tocca farlo subito” ha sentenziato coach Carlisle.
Utah Jazz-Memphis Grizzlies 100-110
Se i Memphis Grizzlies giocassero tutte le partite contro gli Utah Jazz, probabilmente sarebbero una contender per il titolo. Per la seconda volta in questo inizio di stagione la squadra di coach Bickerstaff è riuscita a sbancare Salt Lake City, complici i 28 punti di Mike Conley (massimo stagionale) e i 17+10+7 di Marc Gasol, leader di un attacco da 51% al tiro. Si tratta della terza vittoria in fila per i sorprendenti Grizzlies, proprietari del quinto posto nella Western Conference in questo inizio di stagione e pronti ad allungare ancora la striscia di successi andando a Phoenix alla prossima gara in trasferta. Per i Jazz, invece, si tratta della terza sconfitta in fila in casa a cui si aggiunge la beffa dell’infortunio di Donovan Mitchell, rimasto fuori dalla contesa per una lesione al bicipite femorale destro. A coach Snyder non sono bastati i 22 punti di Ricky Rubio e i 18 di Jae Crowder per sostituirlo, rimanendo sempre ad almeno sette lunghezze di distanza dagli avversari per tutto il quarto periodo, complici i 19 punti dell’ex Shelvin Mack che non segnava così tanto proprio dagli anni passati nello Utah.
Phoenix Suns-Toronto Raptors 98-107
Dopo un inizio di stagione passato soprattutto in casa, i Toronto Raptors cominciano nel modo giusto una trasferta di quattro partite sulla costa Ovest che testerà le loro reali ambizioni. Per avere ragione dei Suns e riprendersi il primo posto a Est, però, è stato necessario un Kawhi Leonard da 19 punti e soprattutto un parziale di 14-2 nell’ultimo quarto, lasciando definitivamente indietro gli avversari grazie ai 30 punti della coppia Valanciunas-Ibaka e la doppia doppia da 11+12 assist di Kyle Lowry. In casa Phoenix, invece, nonostante la sconfitta si accoglie con un sorriso il ritorno di Devin Booker (18 punti con 8/20 al tiro) e la doppia doppia da 17+18 di Deandre Ayton, sempre più a suo agio con la velocità della NBA. Insieme a loro anche i 19 di Isaiah Canaan, anche se non sono bastati per difendere i quattro punti di vantaggio con cui avevano concluso il primo tempo, complice il 13-2 di parziale con cui gli ospiti hanno preso il controllo della gara senza lasciarlo più andare.