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NBA, LeBron James segna 44 punti, supera Wilt Chamberlain e diventa il 5° marcatore di sempre

NBA

La mostruosa prestazione del n°23 gialloviola (13/19 al tiro, 5/6 da tre punti, 10 rimbalzi e 9 assist) manda quasi in secondo piano la vittoria dei Lakers su Portland, la quarta in fila (e la sesta nelle ultime sette disputate) per i gialoviola. Unica nota negativa, la frattura alla mano per Rajon Rondo

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Los Angeles Lakers-Portland Trail Blazers 126-117

Nel time out che arriva a meno di due minuti dalla fine, lo speaker dei Lakers chiede l’attenzione del pubblico di Los Angeles e registra “un’altra storica serata qui allo Staples Center”: è così, perché LeBron James, completando un gioco da tre punti con un libero a segno, ha appena superato i 31.419 punti di Wilt Chamberlain diventando il quinto miglior marcatore di sempre nella storia della NBA. Lo fa in una serata che non è perfetta solamente perché alla fine gli manca un assist per mandare a libri la sua seconda tripla doppia in maglia gialloviola, in una serata di totale onnipotenza cestistica conclusa con 44 punti, 10 rimbalzi, 9 assist, un ottimo 13/19 dal campo e un ancora migliore 5/6 da tre punti. Ha tutte le ragioni, quindi, quando suona la sirena  – con la vittoria dei suoi Lakers 126-117 – di inseguire il suo compagno Josh Hart e farsi consegnare il pallone della partita, che va di diritto tra la memorabilia da conservare e, un domani chissà, esporre in un museo personale. Nella gara contro i Blazers la differenza la fanno un secondo quarto in cui i padroni di casa riescono a tenere gli avversari a soli 22 punti (segnandone 33 e chiudendo così il primo tempo sopra di 4), le 15 triple a segno di squadra (record stagionale per L.A.) e i 26 punti ottenuti in contropiede, specchio della nuova volontà dei Lakers di correre e alzare il ritmo appena possibile. Oltre alla mostruosa prova di James i gialloviola mandano in doppia cifra altri quattro giocatori, a partire da un JaVale McGee da 20 punti con 9/12 al tiro, con Brandon Ingram a quota 17, Kentavious Caldwell-Pope a 13 dalla panchina e Lonzo Ball a 11 con 3/5 da tre punti. Unica nota negativa, la frattura alla mano destra (quella con cui tira) riportata da Rajon Rondo che potrebbe tenere la point guard dei Lakers fuori per 2-4 settimane. Portland ha il merito di mantenersi più o meno in gara fino alla fine, ma dopo il terzo quarto non riesce mai del tutto a impensierire i Lakers, nonostante i 31 punti con 11 assist e 8 rimbalzi di un ottimo Damian Lillard, i 21 con 14 rimbalzi di Jusuf Nurkic, i 23 di C.J. McCollum e i 18 di Al Farouq-Aminu, ovvero quattro quinti del quintetto base ampiamente in doppia cifra. Risponde peggio, però, la panchina di coach Terry Stotts, che manda a tabellone solo 18 punti complessivi, contro i 27 segnati dalla second unit gialloviola.

Nella storia tra i più grandi (e a caccia di Jordan)

I riflettori dello Staples Center però sono (giustamente) tutti per LeBron James, che con i 44 rifilati a Portland ora vede davanti a sé nella lista dei migliori marcatori di tutti i tempi soltanto Kareem Abdul-Jabbar, Karl Malone, Kobe Bryant e Michael Jordan (con l’eccezione di MJ, tutti giocatori che hanno vestito anche la maglia dei Lakers). Proprio il 23 di Chicago è il giocatore immediatamente davanti a James: i 32.292 punti mandati a referto in carriera da Jordan gli danno ancora un cuscino di circa 900 punti sul n°23 dei Lakers, che a una media simile a quella attuale potrebbe impiegare 35/40 gare per superarlo. “Ho sempre dato tutto quello che avevo nella mia carriera. Dio mi ha dato un talento speciale e ho sempre provato a sfruttarlo al massimo. Devo ringraziare i miei allenatori e i mei compagni lungo questi 16 anni per un traguardo del genere: parte tutto dal duro lavoro”, le parole di un felice James al rientro in spogliatoio (con il pallone sottobraccio) dopo la storica vittoria su Portland. Non mancano, ovviamente, anche le parole sulla leggenda appena lasciata nello specchietto retrovisore, Wilt Chamberlain, definito "una delle forze più dominanti mai viste su un campo da basket e uno dei più grandi Lakers di sempre".