Continua il momento difficile degli Warriors, che perdono la quarta gara in fila nonostante i 27 punti a testa di Kevin Durant e Klay Thompson. Il protagonista in casa Thunder è Dennis Schröder (32 punti con 5/6 dall'arco), prima tripla doppia stagionale per Russell Westbrook
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Alla sirena finale sono 28 punti di distanza, che ben raccontano la fatica fatta dagli Warriors per tre quarti nel tenere il passo dei Thunder. Una sconfitta che aggrava la posizione dei bi-campioni NBA in carica, alle prese con un momento di crisi del tutto nuovo per la squadra di San Francisco. OKC infatti gioca al suo ritmo, arriva da un momento super positivo in stagione e soprattutto trova il miglior Dennis Schröder mai visto con la maglia dei Thunder, autore di 32 punti con 12/19 al tiro, 5/6 dall’arco (sì, non c’è refuso), quattro rimbalzi, quattro assist e un eloquente +21 di plus/minus. Tolto il tedesco però, gli ospiti non hanno bisogno di altre grandi prestazioni, né fanno una grande fatica nel mettersi in testa al match e portare avanti una cavalcata in cui Golden State resta sempre costantemente indietro. Sul finire di primo tempo la tendenza sembra chiara, con i Thunder che piazzano il parziale e chiudono oltre la doppia cifra di vantaggio all’intervallo lungo. Gli Warriors si ritrovano così per l’ennesima volta in queste ultime settimane spalle al muro, ma riescono in parte a risalire la china nel terzo periodo: Kevin Durant e Klay Thompson infatti rispondono presente (a differenze degli ultimi passaggi a vuoto), anche se manca tutto il resto. Ventisette punti a testa per i due All-Star (tirando 21/44 complessivo), ma nessuno in casa Warriors riesce a vestire i panni del terzo violino (nonostante la nota di merito per un Damion Lee da 13 punti e ben 27 minuti sul parquet). L’assenza di Steph Curry e Draymond Green continua a pesare come un macigno e, dopo essere tornati a contatto, i padroni di casa alzano definitivamente bandiera bianca nella quarta frazione. OKC travolge e umilia Golden State negli ultimi 12 minuti, il peggior quarto casalingo nella storia degli Warriors sotto Steve Kerr. Il parziale è di 36-16 Thunder, ma a sorprendere è soprattutto il modo e l’atteggiamento di giocatori senza grinta e incapaci di dare una risposta. Per Golden State è la quarta sconfitta consecutiva: mai i bi-campioni NBA ne avevano messe in fila così tante sotto la guida di coach Kerr.
A festeggiare sono i Thunder: scavalcati gli Warriors
A nulla sono serviti gli espedienti cercati da Steve Kerr, che ha chiamato a raccolta gli infortunati, presenti in panchina e attivi anche durante i timeout (uno diretto quasi interamente da Draymond Green, quasi a voler ostentare una tranquillità che invece non sembra essere tornata). A sorridere sono soprattutto i Thunder, che si coccolano un Russell Westbrook che in una serata non perfetta al tiro, gioca per i compagni e chiude in tripla doppia (la prima della sua stagione) con 11 punti, 11 rimbalzi e 13 assist. Ai suoi si aggiungono i 25 punti di Paul George e la doppia doppia del sempre troppo sottovalutato Steven Adams (20 e 11). Sono del neozelandese sette dei 18 rimbalzi d’attacco complessivi raccolti dai Thunder; extra-possessi determinanti quando serviva scavare un solco. L'unica nota stonata arriva nel finale, quando Hamidou Diallo resta gravemente infortunato alla gamba, costretto a uscire in barella. Una vittoria che conferma l’ottimo momento di OKC, partiti con quattro sconfitte in fila e poi praticamente perfetti. Un successo che permette di superare proprio gli Warriors e di prendersi il quarto posto a Ovest.