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NBA, Jaren Jackson Jr. supera quota 30 come LeBron e KD: c’è un nuovo candidato al Rookie dell’Anno

NBA

I 36 punti segnati dalla matricola dei Memphis Grizzlies sono il massimo per un rookie di questa stagione, suggellando un periodo magico per lui e per la squadra. Nella gara contro Brooklyn, decisa dai suoi 7 punti in 25 secondi per forzare l’overtime, è diventato il terzo più giovane di sempre a superare quota 30. Gli altri due? LeBron James e Kevin Durant

PARTITA FOLLE A BROOKLYN: MEMPHIS VINCE DOPO DUE OVERTIME

Per quanto sia prematuro, dopo un quarto di stagione si può iniziare a tracciare un primo bilancio di come stanno andando i rookie della classe 2018 della NBA. E se ogni sera Luka Doncic ci ricorda di essere un giocatore speciale, anche il resto delle matricole sta disputando delle partite incoraggianti, a partire dalle ottime cifre pur in un contesto perdente di Deandre Ayton all’impatto dalla panchina di Marvin Bagley, oltre ai lampi di Trae Young, le braccia di Mo Bamba e la concretezza di Wendell Carter Jr. Nell’ultimo periodo, però, sta emergendo fortissimo anche il rookie dei sorprendenti Memphis Grizzlies, Jaren Jackson Jr., che giusto stanotte ha realizzato la miglior prestazione per una matricola di questa stagione fermando a 36 il tassametro del suo tabellino contro i Brooklyn Nets. E che 36 punti ha segnato: il finale dei regolamentari, in particolare, è destinato a essere ricordato a lungo nella narrazione della sua carriera, visto che con un gioco da quattro punti e con un’altra tripla da 8 metri ha cancellato uno svantaggio di 7 lunghezze in meno di 25 secondi dalla fine. Due giocate fondamentali per forzare il supplementare della sfida, dove ha ritoccato ancora il suo bottino prima di lasciare spazio a Mike Conley, autore di 13 dei suoi 37 punti nel solo secondo overtime. Con questo trentello il figlio d’arte Jackson Jr., che ha appena 19 anni e 76 giorni è diventato il terzo giocatore più giovane di sempre a segnare 30 o più punti nella storia della lega, piazzandosi sul podio alle spalle nientemeno che di LeBron James (tre volte sopra 30 a cavallo tra i 18 e i 19 anni) e Kevin Durant (due volte a 19 anni e due mesi). Non una brutta compagnia per un giocatore che ha appena iniziato a grattare la superficie del suo grande potenziale.

Le cifre stagionali "falsate" e la corsa contro Doncic

L’esplosione contro Brooklyn è solo la punta di un iceberg costruito a suon di buone prestazioni da parte del rookie dei Grizzlies, che grazie anche al suo contributo sono primi nella Southwest Division e quinti nella Western Conference con un record di 13 vittorie e 8 sconfitte. Jackson, infatti, ha già dimostrato di poter essere un titolare in una squadra di playoff da subito, grazie alla sua combinazione di presenza difensiva interna (ha il miglior rating difensivo della squadra a cui contribuisce con 2 stoppate a partita, settimo in NBA e primo tra i rookie) e tiro da fuori (36% da tre su 2.4 tentativi a partita). Jackson sta viaggiando a 13.8 punti e 4.6 rimbalzi di media, e se queste cifre non vi fanno strabuzzare gli occhi è solo perché il ritmo bassissimo tenuto dai Grizzlies abbassa i suoi numeri da boxscore. Settando i parametri di stats.nba.com sui 100 possessi si scopre che il rookie di Memphis segna più di Luka Doncic (23.5 punti per 100 possessi contro 22.9), va di più in lunetta (5.5 liberi contro 5), perde meno palloni (2.8 contro 4.6) e ovviamente stoppa molto di più (3.4 contro 0.5). 

Questo non significa che Jackson Jr. sia migliore di Doncic o che si meriti il premio di rookie dell’anno più dello sloveno, anche perché in molte voci statistiche il fenomeno dei Mavs è migliore (ad esempio i rimbalzi, 9.1 contro 8.7) e Jackson ha comunque molti problemi a rimanere in campo (6.8 falli per 100 possessi, il suo più grosso difetto al momento). Doncic inoltre ha molte più responsabilità nei Mavs rispetto a quante Jackson ne abbia per i Grizzlies di Conley e Gasol, che si assumono la maggior parte dei compiti di creazione e di realizzazione permettendo a Jackson di limitarsi a ciò che in questo momento gli riesce meglio (ad esempio Jackson non tira mai dal palleggio e il 67% dei suoi canestri sono assistiti). Ciò nonostante il nome del prodotto di Michigan State dovrebbe ormai essere menzionato tra quelli meritevoli per il titolo di miglior matricola a fine anno, e considerando che avrà un record di squadra probabilmente migliore rispetto a quelli dei suoi principali rivali, se continuerà di questo passo sarà molto difficile tenerlo fuori dalla top-3 di fine anno.