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NBA risultati della notte: Memphis supera Brooklyn dopo 2OT, Denver vince a Portland

NBA

Partita folle a Brooklyn: Jaren Jackson Jr. segna 7 dei suoi 36 punti negli ultimi 25 secondi dei regolamentari, mentre i 13 dei 37 di Mike Conley decidono il secondo supplementare. Vittoria importante dei Nuggets in casa dei Blazers, vittorie facili per Philadelphia, Boston e Oklahoma City. 

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TUTTI GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE

ANTETOKOUNMPO E LEBRON JAMES IN PRIMA SERATA NEL WEEKEND

Brooklyn Nets-Memphis Grizzlies 125-131 2OT

Se la carriera di Jaren Jackson Jr. andrà dove promette di andare, questa partita contro i Brooklyn Nets promette di essere il suo “coming out party”. Il rookie dei Memphis Grizzlies è stato determinato per la vittoria dei suoi nella partita più folle della notte NBA, conclusasi solamente al doppio overtime dopo che un gioco da quattro punti e un’altra tripla da 9 metri avevano pareggiato i conti nei regolamentari, cancellando il vantaggio di sette punti costruito dai Nets a 33 secondi dalla fine. Sono stati questi i punti più importanti di una prestazione mostruosa da 36 punti, la migliore per una matricola in questa stagione diventando il terzo più giovane di sempre a segnare 30 punti dopo LeBron James e Kevin Durant. Ma a chiudere i conti contro i Nets è stato Mike Conley, che oltre a segnare 37 punti ha disseminato di giocate decisive il finale di gara: una stoppata ai danni di Spencer Dinwiddie sul possibile tiro vincente dei regolamentari; il floater del pareggio nel primo overtime; soprattutto 13 dei 14 punti dei suoi nel secondo supplementare, interrompendo così una striscia di tre sconfitte in fila. Era da quasi dieci anni che due giocatori dei Grizzlies non chiudevano sopra quota 30 nella stessa partita (ai tempi furono, manco a dirlo, Conley e Gasol), ma c’è da scommettere che se i Grizzlies riusciranno a trovare un partner del livello di Jackson Jr. ne vedranno molte di più nel prossimo decennio. Per i padroni di casa, scivolati a un record di 8-15, ci sono i 26 punti di D’Angelo Russell (8 solamente nel secondo overtime) e i 21 con 12 rimbalzi di DeMarre Carroll, ma nessuno dei due è riuscito a impedire la quinta sconfitta consecutiva della squadra di coach Atkinson.

Portland Trail Blazers-Denver Nuggets 112-113

I Denver Nuggets riaccolgono in campo Gary Harris e si vede: la guardia di Denver chiude come miglior marcatore dei suoi a quota 27 con 4 triple a segno trascinando i suoi alla quinta vittoria in fila, sul difficile campo di Portland (4 sconfitta casalinga su 12 partite per i Blazers, che hanno perso anche 4 delle ultime 5 gare disputate). Denver si complica la vita più del previsto e vede evaporare completamente un vantaggio anche di 17 punti quando C.J. McCollum (33 punti per lui) impatta il punteggio a quota 108 con meno di un minuto da giocare e si ritrova anche con il pallone della possibile vittoria sulla sirena ma sbaglia il jumper. Coach Michael Malone ha 22 punti da Paul Millsap e 16 con 7/8 al tiro dalla panchina per Monte Morris, per la quarta vittoria in fila dei Nuggets sui Blazers. Portland ha 20 punti da Al-Farouq Aminu e un ex eccellente come Jusuf Nurkic in doppia cifra, a quota 17 punti e 11 rimbalzi. Con la vittoria Denver si porta al secondo posto in solitario nella Western Conference, dietro solo ai Clippers di Danilo Gallinari.

Philadelphia 76ers-Washington Wizards 123-98

Fino allo scorso anno quella tra 76ers e Wizards era una sfida di playoff, ora è una partita chiusa e conclusa dopo neanche due quarti e mezzo. A Joel Embiid e Ben Simmons sono bastati meno di 25 minuti per fare quello che hanno voluto contro l’assente difesa di Washington, chiudendo rispettivamente con 16 punti e 15 rimbalzi (e +30 di plus-minus) per il primo e 13 punti con 8 rimbalzi e 10 assist senza errori al tiro per il secondo. Insieme a loro altri sei giocatori sopra la doppia cifra in una serata in cui tutti i giocatori in divisa sono andati a referto, avendo vita facile in una partita che già all’intervallo era sul +22 per i padroni di casa, arrivati alla terza vittoria in fila e alla settima nelle ultime otto gare disputate. A fare notizia, allora, è la fascetta bianca indossata da Jimmy Butler e Ben Simmons, definiti come “fratelli difensivi” dal loro allenatore Brett Brown. “Ho chiesto a Jimmy di prendersi Ben sotto l’ala protettrice e aiutarlo a diventare il difensore che può diventare”. Avrebbero disperatamente bisogno di difesa (o di un qualsiasi tipo di coesione) anche gli Wizards, che hanno poco altro oltre i 19 punti di Bradley Beal e i 15 di Austin Rivers, in una partita in cui oltre a Dwight Howard mancava anche Otto Porter per motivi personali.

Boston Celtics-Cleveland Cavaliers 128-95

A vedere in che condizioni sono in questo momento i Cavaliers, probabilmente Kyrie Irving si sarà convinto ancora di più della sua decisione di lasciare Cleveland nell’estate del 2017. Un anno e mezzo dopo gli sono bastati tre quarti per segnare 29 punti e dominare la sua ex squadra, guidando altri sei compagni in doppia cifra per migliorare il massimo stagionale stabilito nell’ultima partita. I Celtics hanno potuto fare quello che hanno voluto, battendo gli avversari 54-32 nei punti in area e tirando 17/31 da tre punti, creando separazione a fine primo tempo con un parziale di 15-5 e prendendo il largo in un terzo quarto vinto 39-20. Per i Cavs ci sono i 16 punti di Jordan Clarkson, i 15 del debuttante Alec Burks e quelli di Collin Sexton, ma è stato il leader Tristan Thompson (13+12, quinta doppia doppia nelle ultime sei) a delineare i contorni della sconfitta: “Hanno fatto quello che hanno voluto senza resistenza e la colpa è dei titolari, me incluso”.

Charlotte Hornets-Utah Jazz 111-119

A Charlotte è andato in scena invece il debutto di Kyle Korver, che ha già trovato il modo di lasciare il suo segno sugli Utah Jazz. Le sue quattro triple per 14 punti finali uscendo dalla panchina — di cui due nel momento di massimo sforzo degli Hornets — sono servite ai Jazz in una serata da 18/40 dalla lunga distanza, fondamentali per aprire la difesa degli avversari concentrata soprattutto a impedire punti in area. Charlotte ha finito per segnarne 70 in attacco concedendone 46 in difesa, ma ha finito per pagare lo spazio lasciato sul perimetro specialmente a un Jae Crowder da 24 punti e 6/10 dall’arco. Meglio di lui ha fatto solo un Donovan Mitchell da 30 punti, accompagnato dai 20+17 di Rudy Gobert per una vittoria che può rappresentare un nuovo inizio per la difficile stagione dei Jazz. Ai padroni di casa invece non sono bastati tre giocatori sopra quota 20 punti come Jeremy Lamb (massimo stagionale da 24), Kemba Walker (21) e Tony Parker (20) e una serata vicina al 50% dal campo per sopperire al 9/28 da tre di squadra.

Detroit Pistons-Chicago Bulls 107-89

Con i Golden State Warriors in arrivo a Detroit domani sera, i Pistons avevano tutto l’interesse a chiudere in fretta la pratica Bulls prima di concentrarsi sul ritorno in campo di Steph Curry. E l’obiettivo è stato centrato perfettamente, cavalcando un Reggie Jackson in grande spolvero (17 dei suoi 20 punti sono arrivati nel primo tempo) e le classiche doppie doppie dei due lunghi (19+19 per Andre Drummond, 20+10 per Blake Griffin) in una partita guidata dall’inizio alla fine. Per i Bulls, arrivati alla quinta sconfitta consecutiva e vicini al peggior record della lega, la nota positiva arriva dal massimo in carriera fatto registrare da lungo Wendell Carter Jr., autore di 28 punti con 11/18 dal campo e 3 stoppate. “Wendell era caldo, perciò ho continuato a passagli la palla” ha commentato un Zach LaVine da 8 punti e 9 assist con 3/12 al tiro e nessuna tripla. “Ha realizzato il suo massimo in carriera con tutti quei punti e una buona difesa, ma noi altri non abbiamo giocato abbastanza bene per vincere”.

Miami Heat-New Orleans Pelicans 106-101

Anthony Davis manda a referto il terzo quarantello della sua stagione ma neppure i 41 punti con 9 rimbalzi e 15/23 al tiro della superstar dei Pelicans possono salvare New Orleans dal pessimo inizio di gara, che vede gli ospiti sprofondare fino al -31 sul 59-28 sul finire del primo tempo. Un primo parziale di 12-0 in 97 secondi e poi un Davis scatenato che segna da solo i primi 11 punti del secondo tempo riportano a contatto i Pelicans, ma Miami mantiene sempre almeno 7 punti di vantaggio e riesce a chiudere la pratica grazie ai 20 punti di Josh Richardson e ai 18 di Dwyane Wade dalla panchina. Per gli Heat si tratta della prima vittoria dopo sei ko consecutivi davanti al pubblico di casa.

Oklahoma City Thunder-Atlanta Hawks 124-109

Trae Young sperava in un ritorno migliore da giocatore NBA nello stato che lo ha visto protagonista al college con la maglia dei Sooners: invece la matricola degli Hawks chiude con 4/15 al tiro una gara da 9 punti e 8 assist nella quale Atlanta si arrende in fretta ai Thunder. OKC è infatti sopra di 20 punti già all’intervallo, guidata dai 19 (dei 20 della sua serata) di Paul George e dai 15 di Russell Westbrook. Il n°0 dei padroni di casa a fine gara sfiora l’ennesima tripla doppia, chiudendo con 23 punti, 10 assist e 9 rimbalzi (20.6 con 12.2 rimbalzi e 11.6 assist le sue cifre nelle ultime cinque gare). Caldissima la mano di tutti i Thunder dall’arco: la peggior squadra NBA per percentuale nel tiro da tre, ritrova improvvisamente la mira e manda a bersaglio 18 dei 41 tentativi dall’arco. Nessuno fa meglio di Alex Abrines, con 7/11 dall’arco per 21 punti, ma OKC ha anche 18 da Dennis Schröder, 14 da Nerlens Noel e 13 da Patrick Patterson. I migliori in casa Hawks sono invece John Collins e Alex Len dalla panchina: entrambi chiudono con 19 punti, il primo ci aggiunge anche 11 rimbalzi con un ottimo 9/15 al tiro.

Phoenix Suns-Orlando Magic 85-99

Phoenix segna solo 14 punti nell’ultimo quarto e davanti al pubblico di casa perde la quarta gara in fila – e la settima delle ultime otto – continuando così a indossare con poco orgoglio la maglia nera NBA (4 vinte, 18 perse, peggior record di lega). Del momento difficile dei Suns (e delle assenze per infortunio di Devin Booker e T.J. Warren) ne approfitta Orlando, guidata dal suo centro Nikola Vucevic, che chiude con 25 punti e 15 rimbalzi e vince il duello diretto con la prima scelta all’ultimo Draft Deandre Ayton (19 per lui, 17 in più di Mo Bamba, scelto tre posizioni dopo di lui). I Magic hanno anche 21 punti da Terrence Ross dalla panchina, 18 da Aaron Gordon e 16 da D.J. Augustin, assicurandosi così una vittoria che li mantiene a quell’ottavo posto a Est che oggi come oggi gli assicurerebbe la partecipazione ai playoff.