Il n°21 dei Clippers ha accusato uno spettatore dei Dallas Mavericks di aver offeso la memoria di sua madre; parole che lo hanno portato a reagire, scagliando contro di lui il pallone e costando così a Beverley l’espulsione a inizio quarto periodo
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L’NBA è uno spettacolo unico nel suo genere per capacità di generare intrattenimento e anche per accessibilità, con i tifosi (più abbienti) assiepati a bordocampo a pochi centimetri dai loro beniamini. E anche dai rivali, contro cui spesso viene scagliata ogni tipo di offesa. Episodi che spesso passano in cavalleria, ma che ogni tanto innescano la reazione dei protagonisti, non sempre impermeabili alle parole di disprezzo che gli vengono riversate addosso. È quanto accaduto a Patrick Beverley nella gara persa dai Clippers a Dallas, infuriato a inizio quarto periodo dopo che un “tifoso” ha offeso due volte la madre del n°21 dei losangelini. “L’ho detto agli arbitri – racconta Beverley – l’ho ripetuto anche alla sicurezza dell’arena. Non sono mai stato espulso da quando sono arrivato in NBA: tutti sanno che gioco duro, sempre al limite, ma tutto resta all’interno delle quattro linee del parquet. Sono sempre rimasto all’interno delle regole. Nella mia carriera non ho mai terminato in maniera anticipata una partita a causa di un’espulsione. Sono un uomo maturo e ho la mia morale: prima viene Dio, poi la famiglia e restano entrambi davanti a tutto il resto. Non è mai stato un problema accettare le offese nei miei confronti, quando mi mandano a quel paese, ma mia madre deve restare da tutto questo. Chi mi conosce sa che la famiglia viene prima di tutto e ci sono alcune frasi che non possono essere accettate. L’ho segnalato agli arbitri, poi alla sicurezza non una, ma due volte. Per questo dico: se nessuno pensa a controllare i tifosi, quale pensano debba essere la reazione dei giocatori?”. Beverley a quel punto ha pensato bene di farsi giustizia da solo, lanciando il pallone in maniera arrabbiata contro il tifoso (facendolo rimbalzare sul parquet). Un gesto che non è passato inosservato agli arbitri che si sono presi il tempo di rivedere le immagini al replay, prima di decidere di mandarlo con dieci minuti d’anticipo negli spogliatoi.
Il tifoso sotto canestro: “Sì, ho offeso la madre di Beverley”
Il responsabile delle offese è finito così subito al centro dell’attenzione, inquadrato a lungo dalle telecamere a bordocampo. Un volto che i più attenti avranno riconosciuto, visto che Don Knobler da anni ormai occupa sempre lo stesso posto sotto uno dei canestri dell’American Airlines Center. Un appassionato che spesso non passa inosservato per l’abbigliamento particolare che è solito indossare. Anche lui ha raccontato la sua versione dei fatti a ESPN, sottolineando come fossero volate delle parole poco gentile tra loro a inizio partita, ma non prima di vedersi scagliare contro il pallone. A detta di Knobler, lui non ha pronunciato nessuna frase oscena, ma ha confermato di aver offeso la madre di Beverley. Dopo la gomitata rifilata in faccia a Dennis Smith Jr. (costata un dente al giocatore dei Mavericks), il tifoso dei Mavericks ha urlato: “Sei un giocatore sporco”, e alla risposta stizzita di Beverley ha replicato “dillo a tua madre”. Una conferma di quanto raccontato poi anche a fine gara: “Quel tifoso ha detto qualcosa contro la mamma di Patrick – conferma Doc Rivers – ma gli ho spiegato che, nonostante tutto, non è giusto quello che ha fatto. I tifosi devono essere responsabili e non devono permettersi di offendere la memoria di affetti e parenti. Gli ho spiegato che questa è la vita che abbiamo accettato di vivere, devi porgere l’altra guancia, anche quando sembra impossibile farlo. Ma dobbiamo tutelare la Lega e il risultato sportivo: non possiamo prendere dei falli tecnici del genere”. Un messaggio difficile da fargli accettare: "Ho i miei valori - chiosa Beverley - la famiglia è uno di quelli: non farò mai un passo indietro davanti a chi si permette di fare cose simili".