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NBA, il peggior ko nella storia dei Bulls (-56). Coach Jim Boylen: “Figura imbarazzante”

NBA

Per due volte - dopo pochi minuti nel primo e nel terzo quarto - il neo-allenatore dei Bulls ha sostituito in blocco tutto il suo quintetto. Nel dopo partita non sono mancate le parole dure: "Devono onorare la maglia che indossano"

DISASTRO BULLS: SCONFITTA RECORD CONTRO I BOSTON CELTICS

I CHICAGO BULLS HANNO LICENZIATO FRED HOIBERG

Il punto più alto nella storia dei Chicago Bulls va scelto nei sei anni chiusi con altrettanti titoli durante gli anni ’90, con Michael Jordan alla guida di una delle squadre più forti di tutti i tempi. Per il punto più basso, invece, si può guardare alla partita appena disputata nella notte contro i Boston Celtics, persa dai Bulls per 133-77. I 56 punti di scarto segnano la peggior sconfitta di sempre di Chicago, superando il -53 incassato dai Minnesota Timberwolves il 9 novembre 2001. Arriva neppure una settimana dopo il licenziamento dell’allenatore Fred Hoiberg da parte della società, una mossa giustificata anche con la volontà di “ricatturare quello spirito e quell’energia” andate perse. Né spirito né energia erano presenti però allo United Center fin dalla palla a due della gara contro Boston: dopo neppure 5 minuti del primo quarto l’intero quintetto dei Bulls – Ryan Arcidiacono, Zach LaVine, Justin Holiday, Wendell Carter Jr. e Lauri Markkanen – è stato messo a sedere dal nuovo coach Jim Boylen (mentre Boston costruiva un avvio da 17-0), che poi ha replicato la stessa mossa nel secondo tempo, quando il terzo quarto era iniziato da neppure tre minuti. Una mossa per mettere alla berlina i propri giocatori? “Penso che di imbarazzante ci fosse soltanto la nostra prestazione – la dura replica di coach Boylen – io li ho sostituiti per salvarli da una figura ancora peggiore. Stiamo parlando di pallacanestro giocata da professionisti, che hanno il dovere di onorare il gioco: se c’è stato qualcosa di imbarazzante, stasera, è l’aver giocato senza impegno indossando una maglia dei Chicago Bulls”. Il j’accuse del nuovo allenatore di Chicago non si ferma qui: “Ho lavorato per Gregg Popovich, uno che era solito sostituire in gruppo tutti e cinque i suoi giocatori. Nessuno gli ha mai detto niente: pensava fosse la cosa migliore per la sua squadra, così come lo pensavo io stasera. Volevo dare una chance alla nostra panchina e vedere se sarebbero stati in grado di raddrizzare la nave. Se non mi piace la combinazione di cinque giocatori in campo, sono libero di cambiarla, farli sedere tutti e lasciarli un attimo a riflettere su quanto fatto”. Parole che non lasciano alibi ai giocatori, fischiati rumorosamente a fine gara dai (pochi) tifosi che non avevano già lasciato il palazzetto.

Zach LaVine non ci sta: “Avrei preferito restare in campo e giocare”

Le due sostituzioni di gruppo sembrano non essere state gradite del tutto da Zach LaVine, una delle star della squadra di coach Boylen: “Non possiamo fare altro che quello che ci dice di fare, la realtà è questa”, ha commentato. “Noi lavoriamo duro in settimana, personalmente cerco di dare il massimo ogni giorno. Indipendentemente da quello che è il risultato sul tabellone, vorrei essere in campo a giocare, ma ovviamente oggi non ne abbiamo avuto l’opportunità, abbiamo visto tutti quello che è successo. È stato imbarazzante, avrei voluto restare in campo e continuare a giocare: così fa schifo, a volte ti sembra di non aver fatto nulla di male. Certo, ci hanno sorpresi, fin dalla palla a due e ovviamente coach Boylen non l’ha presa bene. A volte accade nella NBA, nel secondo quarto abbiamo comunque reagito. Non so, non so…”, la sconsolata conclusione di LaVine. Di diverso avviso Lauri Markkanen, da poco rientrato in rotazione (“Ci siamo meritati la sostituzione di massa”) mentre il rookie Wendell Carter Jr. ha reagito alla peggior sconfitta di sempre andando direttamente in sala pesi ad allenarsi, forse anche per sfogarsi (nella sua carriera collegiale a Duke aveva perso 8 gare, è già a quota 21 con la maglia dei Bulls). I cinque titolari di Chicago hanno chiuso l’infausta serata con la miseria di 27 punti, il peggior totale dalla gara del 10 novembre 2007 contro Toronto, più di dieci anni fa, mentre il -56 finale è come detto il peggior risultato nei 53 anni di esistenza della franchigia dell’Illinois ma anche (vista dalla prospettiva di Boston) la più larga vittoria esterna nella storia della lega, pareggiando quella ottenuta da Seattle a Houston il 6 dicembre 1986.