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NBA, coach Joerger attacca la sua dirigenza: "Doncic aveva dei limiti? Io non ne vedo, sfortunatamente per noi"

NBA

L'allenatore dei Sacramento Kings, in contrasto da tempo con la sua dirigenza, ha criticato indirettamente la decisione di scegliere Marvin Bagley prima del rookie sloveno, poi finito a Dallas: "È un grandissimo giocatore e migliorerà ancora: qualcuno pensava avesse dei limiti, ma io non ne vedo"

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La decisione dei Sacramento Kings – e, in seconda battuta, dei Phoenix Suns e degli Atlanta Hawks – di "passare" Luka Doncic al Draft 2018 è destinata a far discutere ancora a lungo. E non solamente tra gli appassionati o gli addetti ai lavori, ma anche ai diretti protagonisti della vicenda. Ieri notte si sono affrontati proprio i Dallas Mavericks del rookie sloveno e i Kings, vincenti in Texas nonostante l’assenza del giocatore scelto dalla dirigenza californiana, Marvin Bagley III. Una decisione presa dal General Manager Vlade Divac ma probabilmente non avallata da coach Dave Joerger, che prima della gara di stanotte ha riempito lo sloveno di complimenti: "Sa fare tantissime cose diverse e penso che diventerà un grande tiratore. E quando succederà, lo renderà ancora più veloce. Ha un’ottima gestione del pallone e sa come giocare a pallacanestro". Avrebbe potuto fermarsi lì – rendendolo un cordiale elogio di un giocatore avversario piuttosto consueto per gli allenatori, specialmente prima di una partita –, ma poi Joerger ha aggiunto altre frasi che hanno fatto drizzare le antenne di tutti i presenti: "Forse c’era un’idea in giro secondo la quale il suo talento avesse un limite. Io non lo vedo, sfortunatamente per noi. È grandioso per loro e per la lega intera".

Le frizioni tra Joerger e la dirigenza dei Kings

Un riferimento neanche troppo velato alla decisione di prendere Bagley prima di lui da parte della dirigenza, con cui l’allenatore è ormai ai ferri corti da diverso tempo a questa parte. Fino ad ora però Joerger non aveva mai rilasciato dichiarazioni così forti verso Divac e le sue decisioni, lasciando che fosse il campo a parlare per lui. D’altronde, con un record di 16 vittorie e 13 sconfitte, i Kings stanno vivendo un inizio di stagione insperato, issandosi fino al sesto posto di una Western Conference molto competitiva. E Joerger sa di avere sia la squadra che la tifoseria dalla sua parte, contenta di avere finalmente una chance di andare ai playoff dal 2005-06. Con buona pace del minutaggio di Bagley, che la dirigenza vorrebbe vedere di più in campo e invece – prima dell’infortunio al ginocchio che lo terrà fermo almeno due settimane – finora è sempre uscito dalla panchina alle spalle di Nemanja Bjelica (altra firma da parte della dirigenza, che avrebbe potuto evitare di mettere sotto contratto un ‘4’ se davvero aveva a cuore il minutaggio e lo sviluppo di Bagley).

Doncic ammette: "Sono rimasto sorpreso quando non mi hanno scelto"

Doncic non si è fatto rimpiangere del tutto dai Kings, visto che nonostante la sua prestazione da 28 punti (seconda migliore della stagione), 6 rimbalzi e 9 assist non è riuscito a portare la sua squadra alla vittoria, interrompendo la striscia di undici vittorie consecutive dei texani in casa. La visita dei Kings in città è stata però l’occasione per parlare di "ciò che poteva essere": Doncic ha ammesso che nella scorsa primavera aveva pensato a lungo che sarebbe potuto andare a Sacramento, visto che la dirigenza era volata fino a Madrid per andare a cena con lui, e ha ammesso di essere rimasto sorpreso quando Divac ha deciso di non prenderlo. Allo stesso tempo, però, è stato molto educato nel sottolineare come ai Kings mancasse un lungo, "perciò per loro era un fit migliore", e quando gli è stato chiesto in maniera subdola se non riteneva che lui potesse essere un fit migliore per Sacramento, ha risposto solo con un sorriso dicendo "Sono molto contento di essere a Dallas. Nient’altro".

I dubbi di Divac sulla coesistenza con Fox

Una risposta da veterano davanti a una domanda spinosa, anche se il suo inserimento nel ruolo di ala piccola al fianco di De’Aaron Fox e Buddy Hield sarebbe stato molto intrigante, lasciando comunque ampio spazio per i vari Bogdan Bogdanovic (suo amico da tempo) in uscita dalla panchina e alla miriade di lunghi del roster dei Kings. Secondo l’opinione di Divac, però, Doncic avrebbe finito per togliere il pallone dalle mani di Fox, esponendo i suoi limiti come tiratore dal perimetro giocando lontano dal pallone. Sarà, ma lo stesso Fox ha ammesso di giocare meglio con un facilitatore al suo fianco (uno dei motivi per cui Bogdanovic è stato inserito in quintetto) perché può attaccare di più senza occuparsi dei compiti di playmaking – un facilitatore come sarebbe potuto essere Doncic. "È un grande giocatore e sta giocando estremamente bene per essere un rookie di 19 anni" ha dichiarato un impressionato Fox dopo la gara. "Sembra un veterano in campo, un po’ come Bogdan lo scorso anno. Sono rookie, ma allo stesso tempo non lo sono: avendo giocato da professionisti da così tanto tempo, si vede che sono molto più avanti rispetto agli altri. Ha ancora margini di miglioramento, ma è un grande giocatore". Un’opinione peraltro condivisa anche da Doncic, che spesso si è ritrovato accoppiato con Fox: "È fantastico: il modo in cui gioca e come gestisce la partita è pazzesco. Lo ammiro molto". Chissà cosa sarebbe potuto succedere se Divac lo scorso giugno avesse deciso di metterli nella stessa squadra.