Spuntato in spogliatoio alla fine del primo tempo, il giocatore dei Lakers ha salutato i compagni e fatto mostrato dal vivo a sua madre una partita NBA della sua squadra. Lontano dal parquet, per Beasley le priorità in questo momento sono altre
In spogliatoio non si vedeva dall’8 dicembre scorso (un’eternità nella logica NBA), ma non perché i Lakers avessero deciso di lasciarlo ai margini in attesa del taglio per far entrare Trevor Ariza nel roster. No, questa volta il mercato non è il protagonista della storia, ma la scelta di Michael Beasley di restare un po’ di giorni vicino alla madre malata. La seconda scelta assoluta del Draft 2008, originario della zona di Washington a pochi chilometri di distanza dalla capitale, ha approfittato del giro di trasferte a Est dei Lakers per allontanarsi qualche giorno dal gruppo e prendersi cura di lei. Per esaudire il suo desiderio, Beasley si è presentato al Capital One Center (per l’occasione gli era stata riservata una suite per lui e la madre) per seguire dagli spalti la gara dei suoi Lakers, sbucato dopo il primo tempo in spogliatoio a salutare tutti: “Siamo molto felici di aver ritrovato Michael stasera. Oltre a seguire la squadra, è importante per il gruppo restare a contatto con lui”, sottolinea coach Walton, che ha preferito lasciare al suo giocatore la gestione dei tempi della sua assenza. Con quella contro gli Wizards, sono dieci le partite saltate in questa stagione da Beasley, ma al momento le sue priorità restano altre. I Lakers ci hanno tenuto a tenerlo lontano dai cronisti, comunicando che il giocatore non era a disposizione per parlare con la stampa nel post-partita: per una sera il suo unico ruolo è stato quello di accompagnatore, con lo staff dei losangelini che ha messo in chiaro la situazione: “È soltanto questione di rispetto”.
Le parole di conforto dei compagni di squadra
LeBron James ha preferito non commentare nel dettaglio una situazione che non conosce bene, non volendo in alcun modo cavalcare una vicenda che resta personale: “Siamo felici di ritrovare per qualche ora il nostro fratello, rivederlo sorridere dopo un bel po’ di tempo fa un bell’effetto. La pallacanestro è perfetta per lui ed è l’unico modo per staccare da qualunque cosa stia accadendo fuori dal parquet. So bene che è in una situazione complicata. Siamo pronti a riabbracciarlo quando lo riterrà opportuno, ma adesso è il momento di stare in famiglia. Sa bene di avere il mio supporto, lo conosco da una vita”, ricordando i tempi passati assieme agli Heat nella stagione 2013/14. Nonostante in campo le cose non stiano andando per il meglio – sta viaggiando a 4.4 punti di media in sette minuti, entrambi minimi in carriera – Beasley è riuscito a ritagliarsi un ruolo di peso nello spogliatoio di Los Angeles. Esperto (nonostante gli alti e bassi) e calato nel ruolo di veterano: “Sono davvero felice di rivederlo – sottolinea il rookie Moe Wagner – è un ragazzo straordinario, siamo molto vicini e non è la stessa cosa senza di lui”. Un coro unanime a cui si aggiunge anche Caldwell-Pope: “Sappiamo bene quale sia il suo stato d’animo e quante difficoltà sta affrontando. Chiunque si fosse ritrovato nella sua condizione avrebbe ricevuto lo stesso sostegno da parte nostra: proveremo a essere d’aiuto”. Non è importante insomma fissare una data del suo rientro: “Prenditi il tempo che vuoi, sei un professionista e noi i tuoi fratelli che penseranno a coprirti le spalle”.