Danilo Gallinari segna 13 dei suoi 22 punti nell'ultimo quarto, Tobias Harris chiude a quota 39 ma contro Portland L.A. perde la quarta in fila. Dopo il brutto ko con Chicago, San Antonio domina Philadelphia: Belinelli chiude con 6 punti
RISULTATI DELLA NOTTE: ANTETOKOUMPO DOMINANTE BUCKS, TRIPLA DOPPIA DI WESTBROOK
L.A. Clippers-Portland Trail Blazers 127-131
Il primo quarto appartiene ai Blazers (37-29), il secondo ai Clippers (31-21) e così a metà gara le due squadre si ritrovano sostanzialmente appaiate, con i padroni di casa avanti solo di due punti e una partita ancora tutta da decidere nel secondo tempo. È proprio nel terzo quarto che arriva lo strappo decisivo, che ha una firma ben chiara e leggibile, quella di Damian Lillard, che confeziona un quarto quasi perfetto da tre punti (5/6) mandando a bersaglio 22 dei 42 punti con cui Portland si costruisce un comodo vantaggio entrando negli ultimi dodici minuti, con il punteggio sul 102-88 per gli ospiti. L.A. però non molla, anche se sul -10 deve sopportare l’espulsione di Montrezl Harrell: a reagire meglio di tutti è proprio Danilo Gallinari, che manda a bersaglio due canestri in fila nel tentativo di mantenere in partita i suoi Clippers e giocarsela nel finale. L’azzurro diventa il go-to-guy per coach Rivers nei momenti decisivi, guadagnandosi due viaggi in lunetta che capitalizza con un automatico 4/4. Nel possesso che può dare a L.A. la parità, chiede a gran voce il fallo (evidente) di Aminu sul suo tentativo da tre punti ma non viene accontentato dagli arbitri e così dall’altra parte Damian Lillard riporta a 5 il margine di Portland realizzando. I Clippers tornano a -2 grazie a un ottimo Tobias Harris, che chiude la gara con 39 punti (suo massimo stagionale) e 11 rimbalzi, con un eccellente 15/22 al tiro. Dopo un canestro in isolamento di C.J. McCollum è ancora Gallinari a ritrovarsi tra le mani il pallone e mandare a bersaglio la tripla del -1 a 15 secondi dalla fine. McCollum in lunetta fa +3 Blazers e sul possesso successivo coach Terry Stotts decide di far fallo sulla matricola Shai Gilgeous-Alexander invece di concedere il possibile tiro da tre della parità ai Clippers. Si rivela la scelta giusta, perché la point guard dei Clippers fa solo 1/2 dalla lunetta e quel punto mancato è quello che diventa decisivo nel gioco dei falli sistematici che i Blazers gestiscono alla perfezione, grazie alle ottime percentuali di McCollum e Damian Lillard. Portland finisce così col passare sul campo dei Clippers proprio grazie alle prodezze della propria magica coppia di guardie: Lillard chiude a quota 39 con anche 6 assist, McCollum ne aggiunge 27 con 11/20 al tiro. Tocca quota 20 anche Jusuf Nurkic, che porta in dote anche 7 rimbalzi, in una serata in cui la mano è davvero calda per tutto il roster dei Blazers, che chiudono con il 50% da tre punti e sfiorano il 55% dal campo. Se Harris è il migliore in casa Clippers, Danilo Gallinari termina la sua partita con 22 punti a referto, 5 rimbalzi e 3 assist e un perfetto 8/8 dalla lunetta; ne segna due in più Gilgeous-Alexander, che chiude a quota 24 con 9/15 dal campo, ma non bastano a evitare ai losangelini il quarto ko in fila, il sesto nelle ultime sette gare.
San Antonio Spurs-Philadelphia 76ers 123-96
Non fosse stato per il vantaggio di 21 punti buttato via contro Chicago, i San Antonio Spurs avrebbero potuto chiudere le loro sei partite casalinghe consecutive senza neanche una sconfitta. Il record di 5-1 rimane comunque tanto gradito quanto necessario per invertire la rotta di una stagione che stava andando precipitosamente a sud, e anche contro i Philadelphia 76ers è arrivata un’altra prova convincente. Con i Big Three tutti sopra quota 20 (21 per Rudy Gay, 20 a testa per LaMarcus Aldridge e DeMar DeRozan) e una difesa capace di tenere gli avversari sotto quota 100 per la quinta partita consecutiva, Gregg Popovich ha potuto raccogliere un’altra vittoria contro il suo ex assistente Brett Brown, contro il quale il record è di 9-2. Era una partita dal sapore particolare anche per Marco Belinelli, che non ha fatto mistero di essere rimasto deluso quest’estate quando i Sixers non gli hanno offerto un contratto dopo l’ottimo spezzone di stagione disputato lo scorso anno. Per lui ci sono 6 punti con 2/6 da tre punti e +12 di plus-minus in 18 minuti e mezzo sul parquet, membro di una panchina che ha superato quella degli avversari per 56-35, complice anche la stanchezza dei Sixers. Joel Embiid e soci arrivavano dal matinée vinto a Cleveland e hanno resistito giusto un quarto e mezzo, cominciando a imbarcare acqua sul finire del secondo quarto (solo 17 punti segnati nella frazione) e crollando all’inizio del terzo davanti a un parziale di 19-4 degli avversari. Entrambi gli allenatori hanno quinti tolto i titolari già a metà ultimo quarto, con i Sixers che hanno avuto solamente 16 punti a testa da parte di J.J. Redick e Ben Simmons, 13+11 di Embiid (ma con 6/17 al tiro) e 10 di Wilson Chandler, con Jimmy Butler in difficoltà a quota 6 punti e 3/13 al tiro. Con questa vittoria gli Spurs si riportano sopra il 50% di vittorie (16-15) e a sola mezza partita di distanza dall’ottavo posto occupato dai Dallas Mavericks.