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NBA, Robin Lopez perde la testa: prima una rissa da bar, poi si fa espellere

NBA

Il lungo dei Chicago Bulls interviene a protezione del suo compagno Kris Dunn e se la prende con Jerami Grant: dalla rissa che ne segue ne ricava un primo tecnico, che poi bissa pochi minuti dopo tirando il pallone addosso al suo avversario. La frittata è completa...

TRIPLA DOPPIA DI WESTBROOK: CHICAGO A PICCO CONTRO OKLAHOMA CITY

MIO FRATELLO E' FIGLIO UNICO: LA STORIA DI BROOK E ROBIN LOPEZ

Chicago continua a far notizia – e ancora una volta non per le proprie imprese sul campo. Dopo le sconfitte in serie, l’esonero di coach Fred Hoiberg, l’arrivo di Jim Boylen in panchina e il quasi immediato ammutinamento di parte della sua squadra, stavolta – nel secco ko incassato sul campo di Oklahoma City (121-96) – a far discutere è la rissa scoppiata con poco più di 4 minuti da giocare nel terzo quarto. Una leggera spinta di Russell Westbrook ai danni di Kris Dunn, seguita dalla più plateale reazione della guardia di Chicago, ha dato il via a un vero e proprio parapiglia che ha subito coinvolto il resto dei giocatori in campo: l’ala dei Thunder Jerami Grant è andato a muso duro contro Dunn, scatenando l’istinto di protezione di Robin Lopez nei confronti della sua guardia. Il faccia a faccia tra Grant e Lopez degenera in fretta: il lungo dei Bulls sembra accennare una leggera testata verso il giocatore di OKC, che a sua volta pare far crollare il lungo degli ospiti sulla prima fila della Chesapeake Energy Arena. “Non stavo facendo altro che provare a difendere Dunn”, le sue parole. “Con un occhio ho visto qualcuno arrivare dall’altro lato del campo, poi mi sono sentito come sgambettare, tant’è che mi sono ritrovato per terra in mezzo alla panchina dei Thunder e alle prime file dei tifosi. Da lì ovviamente è successo qualcosa”. Quel qualcosa è un Lopez completamente fuori controllo che, ritrovato l’equilibrio, cerca di guadagnare posizioni e aggredire Grant, a cui punta addosso minacciosamente l’indice. Jim Boylen è però in prima fila a impedire – anche in maniera energica, prendendo per il collo lo stesso Grant e cercando di trascinarlo lontano dalla zona di combattimento – che le cose peggiorino, così come Steven Adams e Paul George. “Ho solo tentato di allontanare un po’ di gente”, le parole di Boylen. “Non ho nulla contro di Grant, di sicuro era infuriato ma io non ho fatto altro che cercare di riportare la calma: come allenatore provi ad aiutare qualsiasi giocatore coinvolto, cercando di dividerli”. Una posizione confermata dallo stesso Grant: “Ha provato a proteggere i suoi, un comportamento normale, quando succedono questo tipo di cose”. Bisticci e strascici normali per Grant, addirittura accolti con soddisfazione da coach Boylen, che aveva chiesto ai suoi di giocare con grande intensità, sempre uno al fianco dell’altro. “Non ho chiesto altro: lottare per i propri compagni, comportarsi come si comportano i lupi all’interno del branco. In un certo senso lo abbiamo fatto. Mi è piaciuto lo sguardo che ho visto negli occhi dei miei giocatori quando è scoppiata la rissa. Li ha uniti, ed era quello che volevo vedere. Sono cose che succedono in questa lega, la prossima volta spero che saremo pronti a gestirla meglio”.

Lopez e Grant, parte seconda: e arriva l’espulsione

Il nervosismo di Robin Lopez però non si è esaurito una volta tornata la calma in campo, con gli arbitri ad assestare due tecnici per parte, a Lopez e Dunn da una parte, Grant e Westbook dall’altra (proprio Westbrook è sembrato il più sospeso di aver ricevuto una punizione per il suo ruolo, assolutamente marginale, nella bagaree: “Next question”, la sua risposta a chi gli chiedeva un parere in merito). Dopo pochi minuti, infatti, Grant e Lopez si ritrovano a stretto contatto, con il secondo che prova a stoppare la conclusione al ferro del primo. Al lungo di Chicago viene fischiato fallo ma ritrovandosi il pallone tra le mani non trova di meglio che lasciarlo intenzionalmente cadere addosso a Grant, a terra dopo il tentativo di penetrazione. “Aveva bisogno della palla per tirare i liberi – il commento ironico dello stesso Lopez – per cui visto che gli arbitri avevano già avuto parecchio lavoro da sbrigare ho pensato di aiutarli passandogli io il pallone. Avevano davvero già fatto gli straordinari, volevo un po’ alleggerire il loro carico di lavoro. Ma mi sa che non tutti l’hanno vista così”. A partire dagli stessi arbitri, che difatti hanno gradito davvero poco il gesto e immediatamente sanzionato il big man di Chicago con il secondo tecnico di serata, che ha portato all’automatica espulsione. Frittata completa, oltre al danno (la sconfitta) la beffa (l’espulsione). Eppure coach Boylen si dice soddisfatto…