Denver vince ancora e consolida il suo primato a Ovest, guidata dai 32 punti e 16 rimbalzi di Nikola Jokic; dall'altra parte 23 con 12 assist per Luka Doncic. Cleveland batte Indiana sulla sirena grazie al tap-in di Larry Nance Jr. e ferma la squadra più in forma della Lega, Atlanta torna al successo contro Washington
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Denver Nuggets-Dallas Mavericks 126-118
Se Nikola Jokic continua a giocare così, Denver dovrà farci l’abitudine a restare in vetta alla Western Conference anche ben oltre il primo terzo di regular season. Il lungo serbo infatti gioca un’altra super partita contro i Mavericks, chiusa con 32 punti e 16 rimbalzi, trascinando con sé il resto della squadra (a partire da un ispirato Jamal Murray da 22 punti e 15 assist, massimo in carriera) e regalando ai Nuggets il quarto successo in fila (settimo consecutivo in casa). Dopo 30 gare, la franchigia del Colorado resta la prima a Ovest: 21-9 infatti è un record che eguaglia la miglior partenza nella storia della squadra (datata 1976-77), riportando Denver in posizioni in cui non riusciva ad arrivare dopo 25 match di stagione addirittura dal marzo del 1977. In una partita piena di parziali non sempre legati ai quintetti schierati sul parquet, Jokic chiude con un eloquente +15 di plus/minus in “soli” 35 minuti di utilizzo (sempre al di sotto rispetto ai big della NBA); uno dei sette giocatori in doppia cifra in casa Nuggets, che tirano con il 55.6% complessivo dal campo. Una potenza di fuoco contro cui anche una positiva Dallas deve alzare bandiera bianca. Luka Doncic è come al solito protagonista, autore di 23 punti e 12 assist – aggiornato il suo massimo in carriera – molti dei quali per armare la mano di un Harrison Barnes da 30 punti. Neanche le 15 triple realizzate dai Mavericks hanno permesso agli ospiti di rimettere il naso avanti nell’ultimo quarto d’ora di gara. Contro questi Nuggets c’è davvero poco da fare, soprattutto al Pepsi Center a un miglio d’altezza. Denver vuole fare sul serio, è bene che le squadre della Western Conference lo capiscano in fretta.
Indiana Pacers-Cleveland Cavaliers 91-92
Il suo papà sarà certamente molto orgoglioso di lui. Larry Nance Jr. è il volto da copertina nel successo inatteso dei Cavaliers in trasferta a Indianapolis; terza vittoria lontano da Cleveland a fronte di 11 sconfitte. Difficile immaginare che potesse arrivare contro la squadra più in forma della Lega, reduce da sette successi in fila e con il proprio All-Star abile e arruolabile. No, nessuno aveva previsto il tap-in vincente di Nance Jr. che chiude con 15 punti, 16 rimbalzi (massimo in carriera) e sei assist. La miglior partita della sua carriera, coronata da una giocata che ha fatto molto discutere, visto il contatto al limite sotto il ferro tra lui e Victor Oladipo. Ultima azione della partita, Cleveland sotto di un punto: Rodney Hood si prende il tiro dal palleggio dai sei metri, dopo che il cambio difensivo ha portato Myles Turner sulle sue piste, lasciando l’All-Star dei Pacers in marcatura sotto canestro. Nance Jr. è più alto di Oladipo, intuisce che può mangiargli il pallone sulla testa e in qualche modo lo spinge via. Il n°4 di Indiana vola via, ma gli arbitri non fischiano nulla: il lungo dei Cavaliers può così appoggiare due punti mentre si accende la luce rossa sul tabellone, chiudendo i conti sul 92-91 finale. I Pacers si fermano così al termine di una sfida complicata, priva di ritmo in attacco e chiusa con meno del 40% al tiro di squadra dal campo. Davvero troppo poco, anche contro un avversario modesto come i Cavaliers.
Atlanta Hawks-Washington Wizards 118-110
Alla lista delle vittorie a sorprese della serata conquistate da squadre della Eastern Conference fuori dalla zona playoff, si iscrivono con piacere anche gli Atlanta Hawks, che battono un colpo e soprattutto gli Wizards, che continuano la loro stagione in altalena. Il protagonista nel finale di gara è Jeremy Lin, autore di 12 dei suoi 16 punti nell’ultimo quarto, decisivi nel parziale che indirizza la sfida. Tutti aspettavano la reazione da parte di John Wall nel finale – dopo il primo tempo da zero punti e 0/6 al tiro – che arriva soltanto parzialmente (chiude con 15 punti e 6/12 dal campo nella ripresa), al fianco di un Bradley Beal da 29 punti e dieci rimbalzi e che tuttavia non basta a evitare la quinta sconfitta nelle ultime sei gare. Niente, neanche l’ingresso direttamente in quintetto del nuovo arrivato Trevor Ariza cambia le sorti dei capitolini, incapaci di dare una svolta anche contro un avversario modesto. Dall’altra parte Atlanta si toglie una rara soddisfazione in questa regular season, regalando un sorriso anche a Vince Carter che con il suo 2/4 dall’arco si prende il settimo posto all-time per numero di canestri dalla lunga distanza segnati in NBA: quota 2.144, superato Paul Pierce e con Jamal Crawford 30 triple più avanti (e purtroppo per Vincredible, ancora in attività).