I Bucks dominano in casa dei Celtics grazie a 30 punti di Giannis Antetokounmpo. Toronto continua la sua marcia anche senza tre titolari, Charlotte batte Detroit e sale al sesto posto. Sconfitte per le newyorkesi contro Indiana e Atlanta, Chicago sorprende Orlando. Portland crolla in casa, battuta di 30 punti da Utah. Sacramento vince nel finale contro Memphis
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Boston Celtics-Milwaukee Bucks 107-120
Era lo scontro più interessante della notte, una delle tante possibili sfide al vertice della Western Conference ed è arrivata l’ennesima conferma di un assunto ormai già chiaro a molti: i Milwaukee Bucks fanno sul serio. Giannis Antetokounmpo chiude con 30 punti, a cui si aggiungono i 21 di Khris Middleton; entrambi abili ad approfittare del vuoto sotto canestro lasciato dagli infortunati Al Horford e Aron Baynes. Un problema che ha accorciato (e molto) la rotazione dei Celtics, costretti a lanciare in quintetto Sami Ojeleye, provando ad arrangiarsi in qualche modo contro un avversario battuto nel primo episodio della stagione grazie al tiro da tre punti (in quell’occasione fu record di franchigia con 24 triple). Stavolta Boston non trova mai ritmo, chiude con 10/34 e soprattutto la partita con largo anticipo rispetto i 48 minuti previsti. Milwaukee infatti domina nel primo tempo e vola anche sul +26, senza mai scendere sotto le 11 lunghezze di margine nella ripresa. Alla sirena finale sono 21 punti per Jaylen Brown in uscita dalla panchina, 20 per Jayson Tatum e 15 per Kyrie Irving. Una prestazione incolore che condanna i bianco-verdi al terzo ko consecutivo dopo le otto vittorie in fila. Un andamento che non permette certo di puntare al primo posto di una Eastern Conference molto combattuta.
Toronto Raptors-Cleveland Cavaliers 126-110
Una qualsiasi squadra che deve affrontare l’assenza di tre titolari come Kyle Lowry, Danny Green e Serge Ibaka si ritroverebbe in difficoltà a mantenere alti livelli di rendimento. Per fortuna dei Toronto Raptors, quest’anno possono contare su un candidato MVP del calibro di Kawhi Leonard, che ha semplicemente spazzato via i Cleveland Cavaliers. L’ex Spurs ha pareggiato il suo massimo stagionale da 37 punti, tirando 12/16 dal campo e 11/12 ai liberi in una serata pressoché perfetta, anche se dopo la gara si è comunque trattenuto sul parquet a lavorare individualmente (classica tattica delle stelle NBA per evitare di parlare coi media, anche se non si capisce perché non avrebbe dovuto parlare dopo una prestazione del genere). Ad accompagnarlo ci sono i 21 punti di O.G. Anunoby (massimo in carriera pareggiato), la doppia doppia di Pascal Siakam (15+10) e i 14 di Fred VanVleet, permettendo ai canadesi di migliorare il loro record salito ora a 25 vittorie e 9 sconfitte. Per i Cavs invece si tratta della quarta sconfitta nelle ultime cinque, arrivata nonostante i 20 punti di Jordan Clarkson, 17 di Collin Sexton e 16+12 di Larry Nance Jr., ma senza riuscire a vincere per la 18^ volta consecutiva quando ha terminato il primo tempo in svantaggio, pur crollando solamente nell’ultimo quarto dopo una terza frazione vinta 41-40 dagli ospiti.
Charlotte Hornets-Detroit Pistons 98-86
Se bastasse solamente saltare lo shootaround mattutino per avere questo Marvin Williams, coach Borrego ci metterebbe di sicuro la firma. Il veterano degli Charlotte Hornets ha realizzato il suo massimo in carriera da 7 triple a segno su 11 tentativi, una quota che a suo dire non raggiungeva probabilmente dai tempi del liceo a Bremerton. I suoi 24 punti rappresentano ovviamente il suo massimo stagionale e sono serviti agli Hornets per operare il sorpasso in classifica ai danni dei Detroit Pistons, salendo ora al sesto posto nella Eastern Conference. Merito anche dei 22 punti di Kemba Walker, autore di due triple importanti nel finale di gara per respingere i tentativi di Blake Griffin (23 punti) e Andre Drummond (17+16), con i Pistons tenuti al loro minimo stagionale da 86 punti complice un pessimo 8/34 da tre punti e un altrettanto orrendo 14/22 ai liberi, facendo arrabbiare coach Casey. "Il nostro livello di impegno è stato molto basso. Era una partita importante stasera: quando hai una mentalità vincente, scendi in campo pronto a combattere. La colpa è mia: non ho preparato la squadra abbastanza per competere come era necessario".
Brooklyn Nets-Indiana Pacers 106-114
La corsa dei Brooklyn Nets si ferma a sette proprio per mano di quella squadra che pochi giorni fa ha visto interrompersi alla stessa quota la sua striscia di vittorie. Grazie a 14 dei 26 punti di Victor Oladipo nel solo ultimo quarto, i Pacers hanno superato i Nets al Barclays Center, tornando a vincere dopo due sconfitte in fila e portandosi al terzo posto nella Eastern Conference alla pari di Philadelphia. Nonostante i 21 punti dell’ex Thaddeus Young e i 17 a testa della coppia Bogdanovic-Sabonis, la squadra di coach McMillan non è riuscita a gestire i 15 punti di vantaggio accumulati nel corso del primo tempo, finendo anche brevemente sotto nel punteggio nell’ultimo quarto complici i 26 punti (massimo stagionale) del rookie Rodions Kurucs, una delle sorprese di questo scorcio di stagione dei Nets. Poi Oladipo ha preso il sopravvento, firmando tutti gli 8 punti di un parziale da 8-4 che ha rimesso a posto le cose per i Pacers, anche se una chiamata controversa ha fatto arrabbiare coach Kenny Atkinson talmente tanto da portarlo all’espulsione immediata per proteste contro gli arbitri.
New York Knicks-Atlanta Hawks 107-114
Anche dall’altra parte della città non si sorride molto: i New York Knicks si sono fatti rimontare e battere in casa dagli Atlanta Hawks, perdendo la loro quarta partita consecutiva. I padroni di casa erano andati avanti anche di 15 lunghezze nel corso del primo quarto e ne avevano quattro a 7 minuti dalla fine, ma da lì in poi un parziale di 9-0 degli ospiti ha definitivamente fatto girare la gara. Con sette giocatori in doppia cifra guidati dai 22 di Kent Bazemore e la doppia doppia da 17+16 di John Collins, la squadra di coach Lloyd Pierce ha respinto gli assalti di Emmanuel Mudiay (32 punti) e Kevin Knox (17 dei suoi 24 punti solo nel primo quarto), sfruttando anche i 15+10 assist di Trae Young e i 16 di Kevin Huerter. Con questo successo Atlanta sale al terz’ultimo posto della Eastern Conference con 8 vittorie e 23 sconfitte, ma potenzialmente può operare il sorpasso anche sui Knicks fermi poco più su a 9-25.
Chicago Bulls-Orlando Magic 90-80
Nella sconfitta di qualche giorno fa contro Brooklyn, Lauri Markkanen aveva tirato solamente sei volte. Contro i Chicago Bulls, allora, ha deciso di prendersi un po’ più di responsabilità, e i risultati si sono visti: il finlandese ha firmato il suo massimo stagionale da 32 punti, la terza partita sopra quota 30 della sua giovane carriera, tirando 12/20 con quattro triple e spingendo i Bulls solamente al terzo successo nelle ultime 15 partite. Insieme a lui altri tre giocatori in doppia cifra (Robin Lopez 14, Kris Dunn 12 e 7 assist, Justin Holiday 11 e 10 rimbalzi), ma la storia della partita è stata più che altro la prestazione incomprensibile degli Orlando Magic. La squadra di coach Clifford ha perso la quarta delle ultime cinque partite nonostante i 24 di Evan Fournier e i 19+19 del rientrante Nikola Vucevic, assente nell’ultima partita per la nascita del figlio. Ciò nonostante i Magic hanno registrato il loro minimo stagionale per punti tirando solo col 33% dal campo contro una delle peggiori difese della NBA. “Questa partita l’abbiamo buttata: non abbiamo fatto ciò che dovevamo fare né in attacco né in difesa. Non so a cosa stessimo pensando” ha commentato Aaron Gordon, terzo giocatore in doppia cifra con 14 punti e 12 rimbalzi ma con 4/17 al tiro. I Magic scivolano così al nono posto nella conference, superati "cugini" dei Miami Heat.
Portland Trail Blazers-Utah Jazz 90-120
Il pubblico di Portland si è abituato negli anni a considerare il campo di casa come un palazzetto difficile da espugnare. Eppure anche a loro possono capitare partite come questa notte: il -30 subito dai Trail Blazers per mano degli Utah Jazz rappresenta la peggior sconfitta interna dal 2004 a oggi, una vera e propria disfatta arrivata dal secondo quarto in poi. I Jazz hanno infatti controllato la sfida per tutto il secondo tempo, continuando ad aumentare il vantaggio mentre le percentuali di Portland crollavano fino al 40% dal campo e il 31% da tre. E dire che la stella offensiva dei Jazz, Donovan Mitchell, ha pure vissuta una terribile serata da soli 3 punti con 1/10 al tiro, rendendo ancora più pesante la sconfitta dei Blazers, propiziata da sei giocatori in doppia cifra dei Jazz guidati dai 24 punti e 8 assist di un Ricky Rubio da 4/4 da tre. Una grossa mano l’hanno data i 34 punti in coppia di Jae Crowder (16 con 4 triple) e di Kyle Korver (18 con 3 bombe), mentre i padroni di casa pagano la serata opaca di Damian Lillard (19 punti ma con 7/16 al tiro) e C.J. McCollum (12 con 5/15).
Sacramento Kings-Memphis Grizzlies 102-99
Non si saprà precisamente quanti anni ha, ma di sicuro sappiamo che Buddy Hield sa fare canestro. La guardia dei Sacramento Kings ha segnato quattro delle sue sei triple di serata negli ultimi otto minuti e mezzo della sfida contro i Memphis Grizzlies, propiziando il ritorno al successo dei suoi. A fine gara sono 28 i punti del neo 26enne, accompagnato dai 14 con 8 assist di De’Aaron Fox (autore di due tiri liberi chiave nel finale di gara), dai 15 di Bogdan Bogdanovic e dai 12+13 di Willie Cauley-Stein. Per i Grizzlies ci sono i 23 di Mike Conley con 7 triple a segno (massimo in carriera pareggiato) e i 17 di Garrett Temple, ma non sono serviti a evitare la quinta sconfitta consecutiva nonché la settima nelle ultime otto, scivolando fuori dalla zona playoff.