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NBA, risultati della notte: altri 41 per James Harden, Denver rimane prima a Ovest, Walker 47 punti ma perde

NBA

Harden continua il suo momento magico con altri 41 punti, battendo i Pelicans di uno spento Anthony Davis. Denver ringrazia i 46 punti di Jamal Murray nel successo sofferto contro Phoenix. Kemba Walker fa ancora meglio con 47 ma perde a Washington. Tripla doppia per Giannis Antetokounmpo contro Brooklyn, Boston rimonta Memphis in trasferta. Vittorie casalinghe per Utah e Atlanta

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TUTTI GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE

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New Orleans Pelicans-Houston Rockets 104-108

Era solo questione di tempo prima che l’incredibile momento di forma di James Harden iniziasse a scrivere qualche pagina dei libri di storia e accostarsi ai più grandi di sempre. Con i 41 punti, 9 rimbalzi e 7 assist firmati contro i New Orleans Pelicans, l’MVP in carica è diventato il primo giocatore dai tempi di “The Big O” Oscar Robertson a registrare sette partite consecutive con almeno 35 punti e 5 assist, propiziando la nona vittoria nelle ultime dieci gare per i Rockets. Una prestazione costruita soprattutto con un primo tempo da 26 punti, chiudendo poi con 7/16 dalla lunga distanza e un perfetto 14/14 ai liberi per tenere i suoi quasi sempre avanti nel punteggio, anche se sono stati anche i “comprimari” come Danuel House (5 dei suoi 15 punti nel parziale di apertura dell’ultimo quarto) o P.J. Tucker (due liberi importanti a 12.6 secondi dalla fine). L’unica nota negativa arriva da Eric Gordon, che dopo aver segnato 21 punti contro la sua ex squadra si è infortunato al ginocchio destro nel corso dell’ultimo quarto: nella giornata di domenica verrà sottoposto a una risonanza magnetica. In casa Pelicans invece non c’è stato il solito Anthony Davis dominante perché, strano a dirsi, anche lui ogni tanto è stanco: la stella dei Pelicans ha chiuso con 22 punti in una gara in cui ha preso solo 13 tiri, solo il quarto giocatore che ha tirato di più dietro Jrue Holiday (20 punti e 9 assist con 9/20 dal campo), Julius Randle (23+11 con 10/19) e E’Twaun Moore (21 con 9/19). Nonostante il presidio del pitturato (56 punti contro i 32 dei Rockets), i padroni di casa non sono più riusciti a riportarsi sotto le 4 lunghezze di svantaggio nell’ultimo quarto, scivolando a un record di 16-21 buono solo per il penultimo posto a Ovest.

Phoenix Suns-Denver Nuggets 118-122

A proposito di “accostarsi ai più grandi di sempre”: negli ultimi 25 anni della NBA ci sono stati solamente due rookie in grado di realizzare 33 punti con 14 rimbalzi come è riuscito a fare Deandre Ayton stanotte, e rispondono ai nomi di Shaquille O’Neal e Blake Griffin. La prima scelta assoluta dell’ultimo Draft ci è riuscito grazie a un secondo quarto da 24 con 12/13 al tiro, il più alto di sempre per un rookie dei Suns e il sesto più prolifico nella storia della franchigia, ma non è bastato perché dall’altra parte Jamal Murray ha trovato una di quelle serate in cui è immarcabile. Dopo i 32 dell’ultima gara contro San Antonio, il canadese dei Denver Nuggets ha segnato 46 punti con 9 triple a segno, suo nuovo massimo in carriera, spingendo i suoi alla vittoria pur rischiando di farsi rimontare i 22 punti di vantaggio accumulati nell’ultimo quarto, permettendo ai Suns di tornare fino al -3 a 1:51 dalla fine grazie ai 27 di Devin Booker (uscito nel secondo quarto per un colpo alla schiena), i 22 di T.J. Warren e i 17 di Mikal Bridges. Alla fine però il solito Nikola Jokic da 23 punti, 8 rimbalzi e 9 assist e i 15 preziosissimi punti di Malik Beasley dalla panchina sono riusciti a dare ai Nuggets la vittoria numero 23 della stagione, mantenendo il primo posto a Ovest. A questa buona notizia si aggiunge il gradito rientro di Paul Millsap, tornato in campo dopo otto partite di assenza per la rottura dell’alluce destro.

Washington Wizards-Charlotte Hornets 130-126

Nella notte c’è stato anche chi ha fatto meglio di Jamal Murray ma è riuscito a perdere. È un po’ la storia della carriera di Kemba Walker, che nonostante una prestazione da 47 punti non è riuscito a portare i suoi alla vittoria, fermandosi a un passo da una clamorosa rimonta partita da -9 a 25 secondi dalla fine. Dopo aver segnato la tripla del -1 a 1.9 secondi dalla fine facendo sudare freddo gli Wizards, però, Walker non ha potuto chiudere il discorso, complice una difesa che per la seconda trasferta consecutiva ha concesso più di 130 punti. “Di solito la difesa è quello che ci rende quello che siamo, quello che ci viene meglio… ma stasera non è stato così” è l’amara constatazione di Walker, arrivato al quarto “quarantello” di questa stagione. Dall’altra parte Washington era alla prima gara di una stagione che non vedrà più in campo John Wall, che si sottoporrà ad operazione chirurgica per risolvere il problema osseo al tallone che lo tormenta ormai da tempo, ma la notizia più importante — oltre alla vittoria — è che sono riusciti a ottenerla con uno sforzo di squadra, mandando sette giocatori in doppia cifra guidati non da Bradley Beal (19 punti con 7/19 al tiro) ma da Trevor Ariza con 24 punti, 7 rimbalzi e 9 assist, seguito dai 21 di Thomas Bryant e i 20 di Tomas Satoransky. “La perdita di John è enorme per questa squadra, visto che tutto comincia da lui” ha detto Ariza. "Ma quando succede una cosa del genere, devi trovare altri modi per vincere. È per quello che esiste una cosa chiamata'‘squadra'".  

Milwaukee Bucks-Brooklyn Nets 129-115

C’è una nuova squadra con il miglior record della lega e gioca a Milwaukee: dopo la sconfitta di Toronto a Orlando, i Bucks guidati da Giannis Antetokounmpo non si sono fatti pregare, conquistando la 25^ vittoria stagionale grazie alla terza tripla doppia dell’anno del candidato MVP greco, autore di 31 punti, 10 rimbalzi e 10 assist nel successo sui Brooklyn Nets. La terza vittoria consecutiva della squadra di coach Budenholzer è arrivata pur rischiando di buttare via un vantaggio di 23 lunghezze, lasciando che i Nets guidati da uno scatenato Shabazz Napier (massimo in carriera da 32 punti) e da un redivivo Kenneth Faried (21 punti e 10 rimbalzi) tornassero a -7 a meno di 5 minuti dalla fine grazie a un parziale di 14-0 nell’ultimo quarto. A quel punto però Antetokounmpo e Khris Middleton (secondo miglior marcatore con 29 punti) hanno ripreso il controllo della gara, ricostruendo un vantaggio di 15 lunghezze nel giro di due minuti e controllando il resto della gara, per quanto Giannis sia finito stoppato nel primo quarto da Jarrett Allen, uno che in questa stagione si è già tolto lo sfizio di fermare anche LeBron James. 

Memphis Grizzlies-Boston Celtics 103-112

In una serata in cui tante rimonte si sono fermate sul più bello, quella dei Boston Celtics alla fine ha trovato il successo. Grazie a un Kyrie Irving da 26 punti (di cui 22 nel secondo tempo) con 13 assist (massimo in stagione pareggiato) e un Al Horford decisivo con 18, i biancoverdi sono riusciti a recuperare 19 punti di svantaggio nel secondo tempo e a portare a casa una vittoria molto importante per il morale della squadra. Merito di un parziale di 11-2 nei minuti finali del terzo quarto e, soprattutto, dell’1/16 dei Grizzlies in apertura di ultima frazione, permettendo agli ospiti di chiuderla con un altro parziale di 12-4 con un paio di triple di Horford. “Non abbiamo difeso bene da tre, concedendo il 44%: quella è stata la differenza” ha detto coach Bickerstaff, a cui non bastano i 26 punti di Mike Conley e i 19 di Dillon Brooks, mentre per i Celtics ci sono anche i 22 di Marcus Morris e i 14 di Gordon Hayward dalla panchina.

Utah Jazz-New York Knicks 129-97

Basta solo questo dato per descrivere la distanza tra Jazz e Knicks fin dalla palla a due: nel primo tempo gli ospiti hanno segnato 34 punti (17+17), ma neanche unendo il fatturato dei primi 24 minuti sarebbero riusciti a superare i 39 realizzato dagli avversari nel solo primo quarto. Da lì in poi per i Jazz è stata una lunga cavalcata verso il successo numero 18 in stagione, godendosi la prima doppia doppia in carriera di un Dante Exum da 13 punti e 13 assist in quintetto al posto di Ricky Rubio (fermato da problemi alla schiena e al ginocchio). Buona parte dei passaggi vincenti dell’australiano sono finiti nelle mani di Rudy Gobert, miglior marcatore dei suoi con 25 punti e 10/12 al tiro con 16 rimbalzi, con 16 punti solo nel quarto iniziale. Il vantaggio dei Jazz è arrivato anche a 46 punti nel corso della gara prima di concludersi con un più accettabile +32, complice il quintetto tutto in doppia cifra dei Knicks guidato dai 18 di Tim Hardaway Jr. in una partita in cui, nonostante la tremenda sconfitta, gli ospiti hanno tirato con il 47% da tre punti (15/32). 

Atlanta Hawks-Cleveland Cavaliers 111-108

La partita più tirata della notte è arrivata dal campo meno atteso, visto che in pochi avranno seguito la sfida tra due delle peggiori squadre della Eastern Conference. Tra Hawks e Cavs ne è uscita però una gara divertente decisa solo nell’ultimo minuto di gioco dopo che le due squadre ci sono arrivate sul 106 pari: a fare la differenza è stato John Collins, che ha segnato il canestro a rimbalzo d’attacco per spezzare la parità chiudendo con 14 punti e 12 rimbalzi di cui la metà sotto il canestro dei Cavs. A quella giocata ha fatto seguito un errore dalla lunga distanza di Jordan Clarkson che ha permesso agli Hawks di chiudere dalla lunetta la quinta vittoria nelle ultime sei gare, grazie anche ai 21 punti di Trae Young e quelli di un immortale Vince Carter. Per i Cavs invece questa sconfitta li fa sprofondare ancora di più all’ultimo posto nella Conference con il peggior record della NBA (8-29), arrivato nonostante i 22 punti di Cedi Osman e i 18 a testa di Larry Nance Jr. e Collin Sexton.