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Mercato NBA, Anthony Davis ha chiesto ai New Orleans Pelicans di essere ceduto

NBA

La stella dei New Orleans Pelicans ha comunicato alla squadra che non intende rinnovare il contratto e ha chiesto di essere ceduto, secondo quanto detto dal suo agente a ESPN e The Athletic. Alla finestra ci sono i Los Angeles Lakers, ma per un giocatore del suo calibro si scatenerà un'asta in tutta la NBA

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Il momento più temuto dai New Orleans Pelicans è arrivato: Anthony Davis, attraverso il suo agente Rich Paul, ha reso noto alla sua squadra che non intende firmare un’estensione di contratto e ha chiesto di essere ceduto. La notizia, riportata da ESPN e The Athletic, è stata accompagnata da una spiegazione dell’agente sulle preferenze del giocatore, che ha già parlato con i suoi compagni della decisione: "Anthony vuole essere scambiato a una squadra che gli permette di vincere in maniera continuativa e competere per un titolo. Ha voluto essere onesto e chiaro sulle sue intenzioni e per questo motivo ha deciso di informarli adesso. È nei migliori interessi per il futuro sia di Anthony che dell'organizzazione". Il pensiero, inevitabilmente, va ai Los Angeles Lakers, visto che Paul è anche l’agente di LeBron James e le parti avevano cominciato a "flirtare" già da diverso tempo. Ma è chiaro che per un talento del genere si muoverà tutta la NBA, o almeno quella che ritiene di poter convincere Davis – che potrà diventare free agent nell’estate del 2020 – a rifirmare a lungo termine. Come sottolineato da Marc Spears del New York Times, Paul non ha indicato una squadra preferita a cui essere scambiato, ma ovviamente con la free agency così imminente il giocatore avrà enorme voce in capitolo su dove vorrà andare, perché in pochi vorranno cedere asset di livello senza la certezza di poterlo trattenere a lungo.

Chi può pensare di arrivare ad Anthony Davis?

In prima fila, ormai da diversi mesi, ci sono i Los Angeles Lakers, che vorrebbero regalare a LeBron James una seconda stella del suo calibro per dare subito l'assalto alla Western Conference. Ovvio che dovrebbero mettere sul tavolo buona parte dei giovani accumulati in questi anni, per non dire tutti. Brandon Ingram, Lonzo Ball, Kyle Kuzma, Josh Hart e prime scelte al Draft: da una combinazione di questi elementi (che hanno il vantaggio di essere tutti in contratto da rookie, quindi il loro destino è sotto il controllo della franchigia almeno per qualche anno) dovrebbe uscire l'offerta base da cui i Pelicans faranno partire i loro ragionamenti. Ma non è chiaro cosa davvero potrà convincerli a cedere la loro stella - specialmente senza poter sentire le migliori offerte delle altre prima di luglio.

All'orizzonte, infatti, ci sono i Boston Celtics. I quali però - per una regola del contratto collettivo NBA - non possono scambiare subito per Davis senza cedere in cambio Kyrie Irving, che però oltre a essere il leader dei biancoverdi avrebbe zero interesse a rifirmare per New Orleans in estate quando diventerà free agent. (Un'alternativa tecnicamente possibile è che Irving venga inserito nello scambio e girato a una terza squadra in grado di rifirmarlo, ma è un discorso molto complicato da mettere in piedi in dieci giorni a stagione in corso). I Celtics potranno offrire tutto quello che vorranno per Davis nel prossimo luglio, quando Irving firmerà un nuovo accordo e quindi decadrà la regola che impedisce di acquisire via trade due giocatori messi sotto contratto con la Rose Rule da un'altra squadra (nel caso specifico, Irving con i Cavs e Davis ovviamente con i Pelicans). Sarebbe nei migliori interessi di New Orleans aspettare che i Celtics facciano la loro miglior offerta prima di accettarne un'altra, ma bisognerà capire quanta urgenza metterà Davis sulla sua dirigenza per essere ceduto prima della deadline del prossimo 7 febbraio. E il fatto che l'agente Rich Paul abbia voluto annunciare pubblicamente la volontà del suo giocatore adesso fa capire che la fretta è molta, oltre che la preferenza è quella di cambiare subito, quindi senza aspettare i Celtics.

Facendo un rapido giro tra le migliori squadre della NBA, è ovvio pensare che tutte faranno una chiamata ai Pelicans anche solo per "due diligence", ma in pochi potranno mettere assieme un pacchetto davvero interessante per uno come Davis. I Milwaukee Bucks non hanno molto oltre a Giannis Antetokounmpo, anche perché il resto del quintetto è tutto in scadenza di contratto. Golden State dovrebbe privarsi di almeno uno (o forse entrambi) tra Draymond Green e Klay Thompson, e con la squadra che sta girando così bene sarebbe un azzardo difficile da immaginare nel bel mezzo della stagione (anche se il piano per prendere AD è noto già da tempo). I Toronto Raptors sono all-in su questa stagione, e quindi potrebbero sacrificare i propri giovani (O.G. Anunoby, Delon Wright, Fred VanVleet, anche arrivando fino a Pascal Siakam?) per prendere uno come lui convincendo contemporaneamente Kawhi Leonard a rimanere, e offrirebbero di sicuro una situazione vincente. I Denver Nuggets metterebbero sul tavolo tutti i loro giocatori tranne Nikola Jokic, ma è difficile che decidano di smontare adesso una squadra che sta raccogliendo ottimi risultati. Posto che gli Indiana Pacers avrebbero pochissime chance di rifirmare Davis nel 2020, un'opzione molto interessante sarebbe quella dei Philadelphia 76ers, ma non si comincerebbe neanche a parlare se sul piatto non venisse messo uno come Ben Simmons - che ha fatto il college in Louisiana e sarebbe la stella più "facilmente rifirmabile" per New Orleans tra quelle ipoteticamente disponibili. Oklahoma City, Portland e Houston potrebbero mettere sul tavolo tutte le scelte possibili e immaginabili, ma tolte le stelle (a meno di un nostalgico ritorno di Chris Paul a New Orleans per chiudere la carriera) è difficile che possano mettere assieme un pacchetto appetibile. Tra le squadre che non hanno uno dei dieci migliori record della lega, hanno una chance remota gli L.A. Clippers (perché sono a Los Angeles e hanno tantissimi giocatori da poter offrire, anche se non c'è una stella) e una ancora più remota i Brooklyn Nets (sempre per il discorso del mercato, ma sono lontanissimi dal poter competere per il titolo come vorrebbe AD).